Assemblea
Ordinaria 2018 AS.PE. Carige 2018-04-11
Verbale
di riunione
L'anno
2018, il giorno 11 del mese di Aprile alle ore 15:00 –in Genova
nell’Aula Magna del Liceo scientifico Statale CASSINI, Via Galata
34 –Genova -a seguito convocazione effettuata con lettera del 23
Marzo 2018 si è tenuta l’Assemblea dei Soci dell’Associazione
Pensionati Banca Carige -AS.PE. CARIGE, con il seguente ordine del
giorno:
a)
Relazione annuale del Presidente.
b)
Bilancio dell’esercizio 2017 e relazione del Collegio dei Revisori
dei conti.
c)
Vertenza domande di rimborso delle maggiori imposte trattenute sugli
zainetti.
d)
Esito delle prime sentenze delle Commissioni Tributarie: valutazioni
in merito alla conciliazione e/o prosecuzione delle vertenze
individuali in appello.
e)
Orientamento per le istanze di rimborso dei soci collocati a riposo
dopo il 1/1/2007.
f)
Situazione del Fondo Rimborsi Fiscali e modalità di destinazione
delle somme disponibili.
g)
Sentenza n. 250/17 della Corte Costituzionale sul blocco della
perequazione 2012/2013: ricorsi alla Corte Europea per le pensioni
INPS: riflessi sulle pensioni integrative aziendali residue.
h)
Causa minimo FIP: esito sentenza di appello.
i)
Nuova polizza sanitaria Allianz.
j)
Varie ed eventuali.
Intervengono
per partecipare all'Assemblea in seconda convocazione, essendo andata
deserta la prima, i Soci di cui all'elenco allegato che costituisce
parte integrante del presente verbale.
Conduce
la riunione a norma di Statuto, il Presidente Giorgio Guglielmi; cura
la stesura del verbale il Segretario Riccardo Puccio. Risultano
presenti tutti gli altri membri del Consiglio Direttivo e del
Collegio dei Revisori.
Il
Segretario comunica che sono presenti 108 Soci in proprio, portatori
di 82 deleghe, per un totale di 200 votanti su un totale di 598 soci
in regola con il versamento della quota associativa.
Il
Presidente dichiara l'assemblea validamente costituita ai sensi dello
Statuto e atta a deliberare sugli argomenti all'ordine del giorno
a)
Relazione del Presidente
Il
Presidente Giorgio Guglielmi augura buon pomeriggio, dà il benvenuto
a tutti i convenuti, meno numerosi dello scorso anno a causa
dell’allarme meteo in corso e/o del disservizio dell’agenzia
postale a cui ci eravamo tempestivamente affidati per le consegne
delle lettere personalizzate, molte delle quali non ancora pervenute.
La convocazione dell’assemblea e stata pubblicata sul nostro sito
Internet e il relativo ordine del giorno inviato ai soci tramite
e-mail.
Il
Presidente procede alla lettura della relazione qui riportata:
Prima
ancora di iniziare i lavori mi sia consentito di rivolgere un
commosso e riverente pensiero alla memoria dei soci che ci hanno
lasciato nel corso del 2017, e più precisamente: Ugo Merlo, Giuseppe
Marino, Fabio Fregni, Wanda Chiluzzi, Amando Pellegatti, Enrico
Scarfò, G.B. Rollando e Giovanni Tixi.
Malgrado
queste dolorose perdite e nonostante le 28 dimissioni di quanti hanno
ritenuto che l’accettazione dello zainetto comportasse l’abbandono
della nostra associazione sono particolarmente lieto di poter
informare che al 31 dicembre 2017, per effetto di 61 nuove
iscrizioni, si è registrato un saldo positivo di 27 unità con il
conseguente aumento della “popolazione As.Pe.” da 637 a 664
Associati.
Dato
quest’ultimo di grande rilievo e tale da identificare la nostra
associazione quale unico valido punto di riferimento della categoria
dei pensionati Carige, confermato dall’evoluzione dei dati
statistici storici proiettati in sala, che in cinque anni di
gestione, ha portato il fondo comune ad un importo di poco inferiore
a € 20.000, più esattamente € 19.877,40, vale a dire un
“tesoretto” che garantisce la possibilità di sostenere spese
straordinarie e/o iniziative collettive future; questo avviene grazie
ad una oculata gestione dei costi e, soprattutto, per merito
dell’opera di volontariato svolta da tutti i Consiglieri, della
fattiva collaborazione di alcuni soci volenterosi (Luigina Quatrale,
Giacomo Bruzzo, Gianfranco Uber e Franco Bisso) nonché della
partecipazione degli incaricati di zona Domenico Bagnato, Giuliano
Fenocchio e Gian Luigi Ranise.
Nel
2016, preso atto del pressoché totale smantellamento del FIP, si è
dato corso alla variazione della denominazione sociale, già “AS.PE.
Associazione Pensionati Fondo Integrativo Aziendale Banca Carige”,
passando alla formulazione attuale “AS.PE. Associazione Pensionati
della Banca Carige”.
La
variazione non è soltanto formale: le continue modifiche di legge,
gli attacchi politici e le notizie di stampa che si susseguono
incessantemente su veri o presunti tagli della spesa pensionistica,
rendono sempre più necessaria l’unitarietà della categoria a
difesa dei diritti messi a repentaglio da norme e procedure concepite
proprio allo scopo di scoraggiare anche le rivendicazioni più
ragionevoli e motivate.
A
questo riguardo, basti pensare a come è stata risolta dalla Suprema
Corte la questione dell’incostituzionalità del blocco della
perequazione 2012-13; alla fine è stato mantenuto il blocco delle
rivalutazioni ISTAT, che dura da ben 6 anni, a fronte del
riconoscimento di un modestissimo aumento dello 0,495% per il 2018.
Per
tentare di ribaltare quella iniqua sentenza esiste la possibilità di
ricorrere al Tribunale di Strasburgo con tempi e modi sui quali
riferirà più diffusamente il Consigliere Carlo Arzani, trattando il
punto g) dell’O.d.G.
Nel
mese di marzo 2017 è stata finalmente liquidata ad un limitato
numero di soci, senza ricorso alle vie legali, la transazione delle
spettanze non prescritte per l’indebito blocco della vecchia
perequazione 1998/2000.
Molto
più importante -non tanto in termini di valore quanto sotto il
profilo morale -il pieno successo in primo grado della causa per la
rivalutazione del minimo garantito, contrastato pervicacemente dalla
Banca in appello (udienza del 14/3 u.s.), sollevando persino la
questione di supposti vizi formali per alcune posizioni minori; sul
ricorso Carige i giudici decideranno il 30 maggio p.v. e ci auguriamo
quindi di poter dare presto notizia di un esito positivo, che
confermerebbe anche giudizialmente il discutibile comportamento della
Banca nei confronti dei pensionati al minimo aziendale negli ultimi
20 anni.
La
restante attività è stata prevalentemente concentrata sul tema
della tassazione degli zainetti: un problema reso complicato da una
lunga serie di leggi, emendamenti, abrogazioni e circolari
stratificate nel tempo, quasi incomprensibili persino a valenti
professionisti, che ha portato al risultato di suddividere in tre
diversi regimi di imposizione fiscale le quote maturate nel periodo
antecedente, transitorio e a regime della riforma pensionistica del
1993.
L’esito
sfavorevole delle prime cause non rende giustizia degli sforzi
profusi dall’Associazione e dallo Studio Uckmar per impostare e
motivare i ricorsi dei pensionati ante 2006 e sebbene esistano delle
differenze normative da far valere rende più problematico l’avvio
di nuove istanze per i soci collocati a riposto in epoca più
recente,
Di
questo argomento, che riguarda tutti i percettori di zainetto,
riferirà diffusamente il VPv Gianni Lo Vetere trattando i punti d),
e) ed f) dell’O.d.G.
Uno
dei punti di forza della nostra aggregazione associativa è
rappresentato dalla polizza sanitaria, passata da UNISALUTE ad
ALLIANZ, che seppure con premi leggermente aumentati, copre un
periodo di età a forte rischio assicurativo con un premio comunque
contenuto, specie se riferito alle omologhe polizze private.
Il
numero dei sottoscrittori, passato da 123 a 129, dimostra che
l’iniziativa incontra le concrete esigenze dei nostri soci e delle
loro famiglie.
La
migrazione alla nuova Compagnia assicurativa ha peraltro comportato
un lavoro aggiuntivo per il rinnovo delle iscrizioni, per
l’adeguamento del data base anagrafico di titolari e famigliari e
per la diffusione delle istruzioni operative non ancora del tutto
completate e sperimentate. L’addebito del premio per il 2018 è
stato infatti eseguito solo a partire dal 20 marzo scorso.
Su
questo argomento riferirà più ampiamente, fornendo anticipazioni,
notizie e chiarimenti il Consigliere Giuseppe Mongiardino al punto h)
dell’O.d.G.
L’Associazione
ha proseguito, sia pure con risultati limitati, nel fornire
informazioni su come utilizzare al meglio le procedure informatiche
per il disimpegno delle pratiche personali (INPS, Agenzia delle
Entrate, Assicurazione sanitaria, ecc. ormai universalmente diffuse
e/o obbligatorie) e per il rilascio on
line della
delega per l’accredito continuativo periodico della quota sociale
annuale.
Pratica,
quest’ultima, che nonostante i ripetuti appelli alla collaborazione
per semplificare gli adempimenti amministrativi di inizio anno,
sembrerebbe essere per molti soci un adempimento secondario o troppo
complicato da eseguire in modo corretto.
Voglio
infine ricordare che il prossimo anno, di questi tempi, si terranno
le elezioni per il rinnovo degli Organi Statutari e che la continuità
e il successo di qualsiasi istituzione, anche di pensionati come la
nostra, sono assicurati, oltre che dalla crescita del numero degli
iscritti, dall’affiancamento e dal graduale avvicendamento degli
amministratori
Il
Consiglio Direttivo in scadenza è rimasto pressoché lo stesso del
primo mandato (dal 2013 ai giorni nostri si è verificato il solo
avvicendamento di Anna Cardinale, sostituita da Guido Esposito).
L’età
media, salita nel frattempo da 76 a 81 anni, depone sull’indubbia
capacità, la dedizione e l’impegno dei suoi componenti, ma sta
anche a significare che chiunque sia dotato di buona volontà può
mettere a frutto le proprie personali esperienze e provare a svolgere
un ruolo nell’ambito del Consiglio Direttivo prossimo venturo.
Invito
pertanto quanti si volessero candidare a voler sin d’ora
sperimentare le proprie attitudini collaborando ad alcune delle
attività di sede.
A
questo punto, se non ci sono interventi in sala, cedo la parola al
Tesoriere Angelo Di Salvo per il commento e l’approvazione del
Bilancio d’Esercizio 2017 di cui al punto b) dell’O.d.G.
b)
Bilancio dell’esercizio 2017 e relazione del Collegio dei Revisori
dei conti.
Su
invito del Presidente il Tesoriere Angelo Di Salvo illustra il
bilancio consuntivo al 31/12/2017 che chiude con un avanzo di €
7.122.
Il
Fondo comune, che a inizio anno ammontava a € 12.755 a fine
esercizio sale a € 19.877.
Il
numero dei Soci è aumentato da 637 a 664 unità.
Esaminando
le singole poste patrimoniali si osserva quanto segue:
-
all’attivo le due voci più rilevanti sono costituite dal saldo del
c/c intrattenuto con la Banca Carige (senza spese conto) pari a €
19.912 e dall’investimento di parte del fondo comune in titoli di
Stato per complessivi € 10.146;
-
al passivo figurano i fondi accantonati per spese legali attinenti
alla causa del minimo garantito (€ 4.003), in corso di restituzione
ai soci versanti, e alla vertenza dei rimborsi fiscali (€ 5.688)
con destinazione da definire in relazione all’evoluzione dei
ricorsi
Per
quanto attiene al conto economico si osserva un lieve incremento
delle quote sociali (€ 10.515 fronte di € 10.170 dell’anno
precedente), incrementato peraltro dalle quote maggiorate di € 185
versate da 15 soci sostenitori.
Le
donazioni sono state effettuate da alcuni soci assistiti nella
transazione delle vecchia perequazione favorevolmente conclusa: Pino
Colla € 200, Angelo Di Salvo € 100, Domenico Bagnato € 50,
nonché da Giorgio Chiuzzi € 40 a titolo di liberalità e da Gianni
Lo Vetere € 31 a copertura dell’ulteriore svalutazione delle
azioni Carige in portafoglio.
Altre
donazioni per complessive € 800 sono affluite direttamente al Fondo
cause rimborsi fiscali da parte di Puccio, Lantero, Ferrari e Modica,
destinate a spese legali liquidate nell’esercizio in corso.
Tra
le sopravvenienze attive figurano € 60 derivanti dalla cessione a
soci di beni strumentali acquistatati da tempo, completamente
ammortizzati e dismessi.
Le
spese generali risultano sensibilmente diminuite rispetto
all’esercizio precedente passando da € 7.515 del 2016 (quando vi
furono spese legali e assemblee straordinarie) a €. 4.301 del 2017
(miglioramento ottenuto grazie anche ad una ulteriore e oculata
razionalizzazione dei costi, limitati all’indispensabile):
-
le spese per utenze, fotocopie, postali e cancelleria sono in linea
con i dati dell’esercizio precedente;
-
le spese informatiche incrementano per l’acquisto di supporti e di
programmi necessari all’elaborazione dei conteggi e alla stampa
personalizzata di istanze all’AdE, nonché procure e convezioni
legali;
-
alla voce trasporti e trasferte sono inclusi i costi di
partecipazione l’Assemblea nazionale FAP Credito e il rimborso
delle spese al Segretario, compresi i viaggi in Riviera per la
raccolta delle procure dei rimborsi fiscali;
-
le spese di rappresentanza includono per la maggior parte costi per
colazioni di lavoro con l’avv. Iacoviello in occasione dei
dibattiti presso il Tribunale di Genova;
Tutte
le poste di bilancio sono state verificate anche di concerto con i
Revisori dei Conti, la documentazione giustificativa di appoggio è
disponibile presso la sede sociale
Il
Revisore dei conti Armando Botto, a nome del Collegio, legge la
Relazione di verifica (che costituisce parte integrante del presente
verbale) dalla quale si evince che la contabilità è tenuta in modo
corretto e conforme alla documentazione di entrata e di spesa.
Il
Presidente a nome Consiglio Direttivo e dell’Assemblea ringrazia il
Tesoriere Angelo Di Salvo e il Revisore dei conti Armando Botto per
la precisione e impegno con cui svolgono i proprio compiti e
sottopone il Bilancio all’approvazione dall’Assemblea.
il
Bilancio al 31/12/2017 viene approvato all’unanimità. (per visualizzarlo clicca QUI)
c)
Vertenza domande di rimborso delle maggiori imposte trattenute sugli
zainetti.
d)
Esito delle prime sentenze delle Commissioni Tributarie: valutazioni
in merito alla conci-liazione e/o prosecuzione delle vertenze
individuali in appello.
e)
Orientamento per le istanze di rimborso dei soci collocati a riposo
dopo il 1/1/2007.
f)
Situazione del Fondo Rimborsi Fiscali e modalità di destinazione
delle somme disponibili.
Il
Presidente invita il VPv Gianni Lo Vetere a trattare gli argomenti
relativi alla vertenza dei rimborsi fiscali con un’unica relazione
per affinità d’argomento.
Prendendo
la parola il VPv si riallaccia all’informazione data in apertura di
seduta dal Presidente dell’esito sfavorevole delle prime sentenze
dei ricorsi per i rimborsi fiscali.
Fa
la storia di questa importante vertenza e dei presupposti che l’hanno
originata sia perché ha impegnato molto l’Associazione sia perché
si ritiene che la strada del contenzioso andasse percorsa, anche se
durante il cammino il presunto buon diritto ha perso i pezzi a causa
dell’onda lunga delle sentenze di Cassazione relative ad analoghe
cause promosse da altri soggetti.
La
rendita è tassata su un’imponibile dell’87,50%, e la stessa
A.d.E. motiva la riduzione forfettaria per evitare la doppia
imposizione, mentre il capitale maturato entro il 2000 è tassato su
un imponibile al netto dei contributi versati se contestuale al
pensionamento, dopo il pensionamento si parla sempre di netto che
però non sembra legato alla deduzione dei contributi.
Una
sentenza di Cassazione del 2011 ammetteva la tassazione al 12.50%
della quota di capitale formato con rendite di titoli pubblici (come
il FIP), purché certificate e divisibile, cosa evidentemente
impossibile a distanza di 30/40 anni, ma il vizio della doppia
imposizione sia pure a livello collettivo resta.
Nel
2012 la Cassazione stabiliva che il capitale era esclusivamente
reddito differito di lavoro, equivalente a quello della pensione
rinunciata (parzialmente in contrasto con la precedente sentenza);
sembrava così aperta la strada per il riconoscimento della riduzione
forfettaria dell’imponibile anche sulla capitalizzazione.
Nell’aprile
del 2016 scrivemmo a Carige affinché tenesse conto di queste
sentenze; per tutta risposta, dopo alcuni mesi, fummo informati
dell’esito negativo dell’interpello presentato sulla materia
dalla Banca alla Agenzia delle Entrate a nostra insaputa e a mera
tutela del proprio operato di sostituto d’imposta.
La
Banca si fece autorizzare la deducibilità dei contributi versati dai
lavoratori, liquidando il conguaglio impositivo conseguente nel
novembre dello stesso anno; apparentemente un nostro sia pur modesto
successo se questo pagamento non avesse complicato la difesa della
nostra tesi sulla riduzione forfettaria dell’imponibile netto.
Poco
tempo prima gli Uffici Territoriali di Venezia avevano accolto e
rimborsato analoghe domande senza contenzioso e una Commissione
Tributaria aveva accolto un ricorso di 1° grado.
Abbiamo
allora chiesto il parere tre diversi e qualificati Studi Tributari,
tutti convinti della sostenibilità con successo della tesi
dell’equivalenza fiscale fra capitale e rendita in termini di
imponibilità; tra questi anche l’Avv. Michele Iacoviello, che
pubblica ancor oggi sul suo sito Internet il parere proiettato sullo
schermo.
La
scelta è caduta sullo Studio Uckmar per la presenza degli Uffici in
Genova e per le favorevolissime condizioni di gruppo offerte.
Infatti,
l’altro primario Studio di Genova interpellato prevedeva parcelle
troppo elevate, peraltro giustificate dall’onerosità della
gestione delle pratiche, mentre lo Studio Iacoviello assicurava
l’assistenza sin dall’avvio dell’istanza all’A.d.E. a una
modica tariffa fissa, abbinata al compenso variabile del 10% non solo
in caso di vittoria, ma anche di rinuncia nel corso dell’iter
processuale di incerto esito. Questo compenso variabile, che sarebbe
stato dovuto anche nel caso di rinuncia alla causa, comportava il
rischio di dover sostenere le spese di controparte in caso di
prosecuzione sino alla Corte di Cassazione.
Per
prudenza avviammo comunque alcune domande pilota e la risposta
dell’Ufficio Territoriale di Ge1 sembrò incoraggiante, in quanto
subordinava il rimborso ad una dichiarazione di errore del sostituto
d’imposta (peraltro non percorribile, visto che il Fisco avrebbe
potuto revocare e sanzionare l’operazione entro i termini
quinquennali dell’accertamento definitivo).
Non
era nemmeno possibile procedere con una sola causa pilota perché i
tempi della giustizia non avrebbero mai permesso di conoscerne
l’esito definitivo prima del termine della prescrizione per gli
altri percipienti lo zainetto. Inoltre, con la mancanza di un accordo
tariffario per un elevato numero di cause, le spese legali sarebbero
state proibitive per tutti.
Oltre
alla richiesta principale, cioè la riduzione dell’imponibile sul
maturato ante 31/12/2000 al 87,50%, esistono altre due problematiche:
la prima è quella del calcolo degli anni effettivi di servizio,
anziché il massimo dei 35 anni applicato dalla Banca, che comporta
una maggior trattenuta iniziale; la seconda è quella della
riliquidazione dell’aliquota di tassazione dello zainetto che il
Fisco sembrerebbe pretendere ancorché a giudizio di valenti
fiscalisti (e in questo caso della stessa Banca) quest’ultima norma
dovrebbe essere abrogata.
Abbiamo
dovuto portare in Commissione Tributaria Provinciale di Genova tutte
le pratiche che avevano ricevuto il diniego di rimborso dall’A.d.E.
senza conoscere l’esito delle prime sentenze per non lasciar
scadere i termini del ricorso. Nel frattempo siamo stati informati
che le recenti sentenze di Cassazione da un lato interpretavano
l’equivalenza fiscale come sola parificazione della categoria di
reddito e non .del tipo di imponibilità (e quindi la tassazione per
la Cassazione deve essere diversa tra rendita e capitale) con la non
dimostrata motivazione che la tassazione separata del capitale fosse
sempre più favorevole dell’imposta marginale applicata alla
rendita (sottacendo che l’aliquota per la rendita è pari
all’87.50% di quella marginale) e dall’altro statuivano che la
riscossione del capitale in sostituzione della rendita è la
conseguenza di una scelta libera opzionale del contribuente.
Le
prime sentenze delle varie Sezioni della C.T. di Genova non potevano
che adeguarsi a questo indirizzo, molte lo hanno fatto con
motivazioni errate, ma la sostanza non cambia, per cui abbiamo
avviato le conciliazioni per la domanda principale con compensazione
di spese per evitare che qualche giudice (due soltanto sinora)
decidesse di addebitare le spese di controparte.
Per
ora una sola sentenza ha accolto la domanda per la maggiore anzianità
di servizio, altre hanno omesso la decisione al riguardo o rinviato
ad una eventuale azione nei confronti della Banca, ma abbiamo fondate
speranze di un ribaltamento in appello per cui abbiamo sconsigliato
ai ricorrenti di conciliare anche questa domanda.
Che
non fosse una vertenza facile lo sapevamo e per questo ci siamo
assunti il carico dei conteggi e delle istanze preventive, in modo da
non impegnare i soci sin dalla presentazione della prima istanza,
convenendo inoltre con i legali delle parcelle definite per ogni
grado di giudizio, allo scopo di lasciare a tutti una economica via
d’uscita anche in caso di revoca del mandato o rinuncia alla causa
se fosse diventata troppo onerosa o plausibilmente perdente.
Esiste
ancora una questione aperta: la tassazione della quota maturata post
2007, la cui aliquota secondo le norme di legge dovrebbe essere più
bassa di quella applicata dalla Banca seguendo le istruzioni
dell’Agenzia delle entrate, come sempre non senza incertezze
interpretative.
Tolta
la parte più consistente di rimborso (la riduzione del 12.50%
dell’imponibile), le cifre in gioco non sono però molto elevate,
tali da giustificare un contenzioso giudiziario, tuttavia potrebbe
essere un punto da inserire in un’istanza all’Agenzia delle
Entrate, anche per i pensionati ante 2007, insieme alla questione
della riliquidazione e/o della maggiore anzianità di servizio quando
e se arriverà l’accertamento della tassazione separata, anche alla
luce delle sentenze nel frattempo emesse in 1° grado o in appello
per i casi specifici.
Vista
la disponibilità del Fondo rimborsi fiscali e l’interesse
dell’Associazione a portare avanti un limitato numero di cause di
bandiera e/o di rettifica di errori di alcune sentenze di 1° grado,
chiede che l’Assemblea deleghi al Consiglio Direttivo la restituire
ai ricorrenti della marca tributaria (orientativamente in misura non
superiore a € 60) e a sostenere le spese di alcune posizioni
opportunamente individuare per l’eventuale prosecuzione del
contenzioso (in particolare per fronteggiare le spese di controparte,
in caso di condanna), dichiarandone l’interesse generale
finalizzato all’interpretazione delle norme che possano interessare
i soci che non avendo presentato istanza di rimborso sono ancora nei
termini di legge per ricorrere.
Interviene
il socio Giancarlo Carosio chiedendo di inserire un limite massimo di
spesa, che il Vice Presidente ritiene di poter quantificare in un
massimo di € 5.000 nel peggiore dei casi.
Il
Presidente mette ai voti la proposta che viene approvata
all’unanimità.
g)
Sentenza n. 250/17 della Corte Costituzionale sul blocco della
perequazione 2012/2013: ri-corsi alla Corte Europea per le pensioni
INPS: riflessi sulle pensioni integrative aziendali re-sidue.
Il
Presidente invita il Consigliere Carlo Arzani ad illustrare la
questione che risulta giuridicamente molto complessa.
Arzani
ricorda che con la Legge 201/2011, c.d. la legge Fornero, la
perequazione dei trattamenti pensionistici sia pubblici che
integrativi di importo totale superiore a tre volte il minimo (€
1.405) è stata bloccata per gli anni 2012 e 2013. Detto blocco che
ha interrotto, di fatto, gli adeguamenti al costo della vita delle
pensioni sia INPS che FIP di tutti i soci è stato, con successivi
provvedimenti legislativi, ulteriormente prorogato negli anni
successivi e solo nel 2018 si è avuto una minuscola perequazione (lo
0,495%).
In
un primo tempo la Corte Costituzionale dichiarava
l’incostituzionalità della legge, e il Governo disponeva, con
decorrenza retroattiva, una nuova disciplina (c.d. decreto Renzi) che
di fatto ripristinava la sospensione della perequazione.
Nasceva
un’altra ondata di contenziosi giudiziari sulla legittimità
costituzionale della nuova norma a cui hanno partecipato anche alcuni
soci con l’assistenza dell’Avv. Iacoviello.
La
questione è stata decisa negativamente dalla Corte Costituzionale
con sentenza n.205/2017.
Il
relatore segnala che l’Avv. Iacoviello ritiene che il decreto Renzi
rappresenti un’interferenza tra l’attività di due Organi
istituzionali, la Corte costituzionale e il Governo, vulnus
impugnabile
con ricorso alla Corte Europea di Strasburgo da parte dei singoli
danneggiati contro il Governo italiano. Riferisce che l’Avv.
Iacoviello ha comunicato che sta preparando tale ricorso a cui hanno
già aderi-to oltre 4.000 pensionati e osserva che in caso di
vittoria il vantaggio sarebbe consistente rispetto alle spese da
sostenere. Per chi ha una pensione di € 2.000 mensili la possibile
vincita della causa porta ad un recupero per ogni mese di circa €
100 per un totale di € 6.000 di arretrati mentre la spe-sa iniziale
è contenuta: circa € 165 + 10% in caso di successo per chi non ha
già partecipato alla prima causa sulla perequazione.
Il
relatore precisa che il contenzioso comprenderà sia la perequazione
sulla pensione INPS sia quel-la sulla pensione FIP e che questo vale
anche per chi ha preso lo zainetto (salvo maggiori approfondimenti).
Segnala che chi vuole partecipare al contenzioso deve farlo a titolo
individuale entro il 10/5 p.v. andando sul sito www.iacoviello.it
Arzani
precisa infine che il ricorso alla Corte Europea di Strasburgo
riguarda i solo arretrati che, in caso di vittoria, dovranno essere
pagati dallo Stato italiano. I pagamenti per il periodo successivo
devono essere ordinati dalla Commissione europea allo Stato italiano
con apposito provvedimento. La durata del contenzioso è prevista in
4/5 anni.
L’Assemblea
prende atto.
h)
Causa minimo FIP: esito sentenza di appello.
Il
Presidente fa presente che l’informativa è stato già data al
punto a) Relazione del Presidente.
i)
Nuova polizza sanitaria Allianz.
Il
Presidente invita il Consigliere Giuseppe Mongiardino a illustrare
l’argomento.
Il
relatore ricorda che la progressiva esclusione dei pensionati dalle
polizze assicurative stipulate dalla Banca Carige a favore del
personale ha indotto AS.PE. a cercare per i propri associati
soluzio-ne alternative alle proprie esigenze sanitarie. Segnala che
la polizza è attualmente fruita da 126 soci con un incremento di 12
rispetto allo scorso anno.
Fa
presente che non si è riusciti a stipulare, per i piccoli numeri dei
nostri associati, una convenzio-ne diretta con una Compagnia
assicurativa, ma ci si appoggia alla U.P.B.N che ha un numero di
aderenti molto elevato.
La
migrazione da UNISALUTE ad ALLIANZ, che ha affidato la gestione dei
rimborsi a CASPIE, sta creando alcuni problemi, di cui ci stiamo
attivamente occupando, per una pronta risoluzione.
Mongiardino
invita chi non lo avesse ancora fatto a registrarsi sul sito della
CASPIE seguendo le istruzioni riportate sul manualetto riprodotto sul
sito dell’AS.PE. onde poter fruire con rapidità dei vari servizi e
poter conoscere le strutture e gli specialisti convenzionati.
Risponde,
infine, alle domande dei soci in merito al costo della copertura
assicurativa e alle modali-tà operative per usufruire nel modo
migliore delle clausole contrattuali.
j)
Varie ed eventuali.
Non
viene proposto nessun nuovo argomento.
Alle
ore 17:30 il Presidente non essendovi altro argomento da esaminare e
discutere dichiara conclusa l’Assemblea
IL
SEGRETARIO IL
PRESIDENTE
(Riccardo Puccio)
(Giorgio Guglielmi)