Facciamo seguito al
Comunicato n.55 per segnalare che la nostra Associazione non ha
aderito alle proposte aziendali di liquidazione del FIP in forma di
capitale, preconfezionate e immodificabili, dal momento che non c’è
mai stata una vera trattativa, ma solo il desiderio della Banca di
attenuare gli effetti che il nostro atteggiamento negativo potrebbe
provocare sul numero delle adesioni.
Come la stessa Azienda ha
precisato nelle lettere in corso di distribuzione, che conterranno
l’importo lordo offerto, la proposta è subordinata al
raggiungimento del 70% di adesioni per teste o del 50% dell’importo
della riserva matematica totale, in quanto l’operazione, non
prevista dal nostro Regolamento, è soggetta ad autorizzazione della
Co.Vi.P., che usa questo criterio referendario in mancanza di una
delibera degli organi assembleari, inesistenti nel caso di un Fondo
preesistente, interno al bilancio della Banca.
Le suddette percentuali
comprendono anche il personale in servizio che ha già optato per il
trasferimento delle proprie posizioni individuali ad altro Fondo a
contribuzione definita, pertanto alla Banca occorre il 45/50% di
adesioni dei circa 2.000 pensionati attuali e differiti per
raggiungere il quorum autorizzativo richiesto.
Nei nostri incontri
avevamo chiesto una ragionevole composizione di alcune vertenze e la
trasparenza delle cifre offerte, con la specifica delle metodologie
attuariali utilizzate, ma nemmeno questa semplice forma di chiarezza
nei rapporti è stata accolta, siglando invece un’intesa sindacale,
priva di qualsiasi valore di legge rispetto ai pensionati, e per di
più tenuta riservata, che non ha altro scopo se non quello di
giustificare a priori la congruità delle cifre offerte dalla Banca.
Manifestiamo il nostro
forte dissenso in merito allo smantellamento progressivo del FIP il
quale, oltre ad avere natura retributiva e solidaristica, è dotato
dell’integrale copertura della riserva matematica al servizio delle
pensioni future, che mette la Banca al riparo da imprevedibili rischi
attuariali e finanziari, con l’eccezione delle varie vertenze
aperte sul minimo garantito e sulla perequazione.
Inoltre, nella maggior
parte dei casi, la rendita è la forma di previdenza più idonea per
la terza età, a meno che, per es., non si intenda estinguere un
mutuo oneroso o aiutare i figli ad acquistare la prima casa; sotto il
profilo fiscale, si ricorda che la pensione beneficia
dell’abbattimento dell’imponibile del 12.50%, con sensibile
riduzione dell’aliquota Irpef marginale, mentre il capitale è
tassato al 100%, però con un’aliquota progressiva più bassa
legata agli anni di iscrizione al Fondo, e il suo eventuale
reinvestimento è soggetto a rischi di mercato e ad ulteriori
imposte.
Per decidere c’è tempo
sino al termine indicato nella lettera, nel frattempo invitiamo i
soci a riflettere, senza esprimere le loro preferenze nel momento
della consegna delle lettera, e a fornirci via mail l’importo della
propria pensione integrativa lorda (somma algebrica delle voci
2350-2351-2352 e, se presente, 2362) e la data di nascita del
coniuge, anche separato, in modo da facilitare le risposte alle tante
richieste di consulenza che stanno pervenendo in sede.
Avremmo voluto indire
un’Assemblea per illustrare compiutamente il problema, ma non ce ne
sarà il tempo; a mero titolo orientativo consultatevi fra di voi con
il passa parola e fateci sapere, possibilmente per posta elettronica,
quale scelta personale intendereste operare.
Si ricorda a tutti che
As.Pe. è un’associazione senza fini di lucro, che può svolgere la
propria attività solo nei confronti degli associati; è quindi
opportuno per chi volesse iscriversi con decorrenza 2016 di farlo
subito via mail, utilizzando il modulo pubblicato sul nostro sito,
per non gravare di questo adempimento le nostre limitate risorse di
spazio e tempo disponibili in sede.