AS.PE.
CARIGE
Associazione
Pensionati del Fondo Integrativo Aziendale Banca Carige
VERBALE
DI ASSEMBLEA
L’anno
2015, il giorno 25 del mese di marzo alle ore 15,00 – in Genova,
Aula Magna del Liceo Scientifico Statale CASSINI, Via Galata 34
cancello – a seguito di convocazione per la stessa ora del giorno
24 presso la sede sociale, effettuata con lettera del 4/3/2015,
intervengono per partecipare in seconda convocazione, essendo andata
deserta la prima, i soci di cui all’elenco allegato che costituisce
parte integrante del presente verbale.
A
norma di statuto conduce la riunione il Presidente, Giovanni Lo
Vetere. Su sua proposta, l’Assemblea nomina segretario della
riunione, il Vice Presidente Vicario, Giorgio Guglielmi, che accetta
e ringrazia.
Il
Segretario comunica sono presenti 114 soci in proprio e altri 83 soci
rappresentati per delega, in totale 197 voti; il Presidente dichiara
pertanto l’assemblea validamente costituita e atta a deliberare
sugli argomenti di cui al seguente ordine del giorno:
Relazione
annuale del Presidente.
Approvazione
del Bilancio dell’esercizio 2014.
Relazione
del Collegio dei Revisori dei conti.
Causa
legale sul Minimo garantito dal FIP.
Partecipazione
all’Assemblea annuale di Banca Carige.
Varie
ed eventuali.
Relazione
annuale del Presidente
Il
Presidente rivolge un saluto di benvenuto a tutti i partecipanti e,
prima di iniziare l’esposizione, presenta l’avvocato Michele
Iacoviello, legale di fiducia con studio a Torino, e gli cede la
parola affinché possa riferire brevemente anche sull’esito della
riunione del mattino per quanto attiene all’azione legale di
gruppo, anticipando con ciò parte degli argomenti di cui al punto d)
dell’ordine del giorno.
L’avvocato
Iacovello ringrazia il Presidente, saluta i convenuti e ricorda
d’aver rilasciato un convinto parere pro-veritate sul minimo
garantito e di aver raccolto in mattinata oltre 120 procure, alle
quali si aggiungeranno quelle dei ricorrenti che nel frattempo hanno
dato la loro adesione; spiega i presupposti della causa, resa
necessaria dal rifiuto dell’azienda di confrontarsi con As.Pe.,
fondata sull’indebito blocco della rivalutazione monetaria prevista
dall’Accordo sindacale del 12/2/1997 a seguito dell’entrata in
vigore di una legge che vieta la parametrazione e rivalutazione delle
pensioni a prestazioni definite alle retribuzioni del personale in
servizio, che non riguarda il caso di specie e che altre Banche,
nell’identica situazione, non hanno bloccato.
Molte
sono le materie relative ai Fondi complementari oggetto di un
contenzioso ventennale, fra cui il problema dei c.d. zainetti, ovvero
la liquidazione in forma di capitale della rendita periodica, che si
risolve di solito a tutto favore delle banche in quanto sono
sistematicamente ignorate le quote dei coniugi superstiti (diritto di
reversibilità), che secondo un recente articolo de Il Sole 24 Ore,
valgono circa il 25% dell’importo liquidato.
Premesso
che ogni pensionato è libero di fare le proprie scelte ricorda che
devono essere sempre attentamente valutati due aspetti fondamentali:
da un lato le modalità e i criteri di calcolo adottati nella
determinazione degli importi e, dall’altro, il fatto che non esiste
alcun obbligo di accettazione dello “zainetto”, neppure di fronte
ad un accordo sindacale.
Conclude
affermando che negli ultimi anni, ancor più che per il passato, si
notano parametri di calcolo ingiustificati, che generano contenzioso;
l’attuario utilizzato si basa su dati sempre opinabili che incidono
profondamente sull’ammontare dello zainetto; la banca e i sindacati
tendono a privilegiare gli iscritti attivi a tutto detrimento dei
passivi (si veda, ad esempio, il caso degli esodati).
Ricorda,
infine, che la Corte di Cassazione ha deliberato contro le banche in
merito al diritto di scala mobile negli anni 1998-2000 e al ricalcolo
del TFR per i dimissionari degli ultimi 5 anni, nonché su alcuni aspetti in un contesto di
“vacanza contrattuale” (vale a dire in fase di attesa di rinnovo
del contratto collettivo scaduto) con inclusione dello straordinario,
delle ferie non godute e del ricalcolo dalla data di assunzione.
Seguono
gli interventi di alcuni associati:
Un
socio, premesso che il Fondo ha una sua unitarietà solidaristica,
chiede se esistono formule tecniche di tipo legale per anticipare e fermare
l’ipotizzata iniziativa aziendale intesa a “zainettare” le
posizioni individuali degli attivi, ovvero dei passivi al fine di
evitare di trovarsi di fronte a fatti compiuti e/o accordi già
definiti.
Un
altro socio aggiunge alcune altre motivazioni che possono indurci a
promuovere l’iniziativa di un solo accordo con le OO.SS., quali lo squilibrio della rappresentanza
degli iscritti a vantaggio degli attivi, l’opinabilità dei calcoli
attuariali e l’unitarietà del regolamento immodificabile senza il
consenso dei singoli iscritti.
L’Avv.
Michele Iacoviello, premesso che il FIP Carige rientra tra i
destinatari dell’art.2117 CC (e pertanto sottratto ad iniziative
unilaterali), precisa che nessuno può obbligare i singoli, attivi o
passivi, ad accettare uno zainetto al posto delle attuali prestazioni
pensionistiche.
La
particolare formulazione del regolamento e la sua dichiarata formula
solidaristica, rendono possibile la diffida nei confronti della Banca
a modificare le norme contrattuali senza l’adesione dei singoli
iscritti e verso le OO.SS. a non rappresentare i pensionati in un’eventuale
accordo aziendale.
In
ogni caso non và trascurata la problematica fiscale connessa
all’eventuale zainettizzazione che presenta elementi di incertezza
circa l’impatto sull’importo netto teoricamente spettante al
singolo individuo
Fra
l’altro la materia è oggetto di interventi legislativi nell’ambito
della normativa sulla concorrenza; quando sarà definita si potrà
avere una più chiara visione del fattibile.
Considerato
lo scenario contrattuale e normativo in cui la problematica va
inserita si dichiara disponibile a predisporre e poi inviare una
diffida in tal senso.
Un
terzo socio
interviene
per riepilogare gli aspetti di rilievo sulle problematiche in essere,
per esprimere la propria preoccupazione in relazione alle possibili
evoluzioni e per formulare le raccomandazioni come dal testo di
seguito riportato:
“Sono
in vista, probabilmente a breve, trattative Azienda-Sindacati
riguardanti le prestazioni del nostro Fondo denominato Fip, quanto
meno formalmente per il personale in servizio.
Ma
il nostro Fondo, com’è noto, è un unico “calderone”,
patrimonio destinato esclusivamente –lo sottolineo - a pagare le
prestazioni integrative, oggi a tutti i titolari o le titolari di
pensione integrativa, ivi inclusa quella di reversibilità, e in
futuro a tutto il personale attualmente in servizio che sia stato
assunto in Carige prima del 1992. Quindi un accordo in materia ha
comunque riflesso sul personale in quiescenza, se non altro per
quanto riguarda la consistenza e la congruità della riserva
matematica.
Non
e’ legittimo che le OO.SS. da sole possano rappresentare tutti gli
iscritti al Fip: infatti, per quanto riguarda i pensionati, esse non
hanno titolo a rappresentarli, in primis per giurisprudenza
consolidata, inoltre perché alcune delle Federazioni sindacali di
categoria dei bancari non prevedono neppure per statuto aderenti al
personale in quiescenza.
I
singoli pensionati iscritti ad AS.PE., in quanto titolari di un
contratto individuale derivante da uno scambio di lettere con la
Banca, sono invece pienamente rappresentati dall’Associazione alla
quale appartengono.
Perché,
vista la trattativa probabile e il parere dello stesso avvocato, non
ci attiviamo – intendo come Associazione – per intimare alla
Banca, eventualmente per il tramite legale, di non dar corso a
incontri aventi oggetto il Fip e la sua applicazione ai quali non
partecipi una rappresentanza delegata a farlo dal personale in
quiescenza, titolare dei diritti contrattuali di cui sopra?
Infatti,
ribadisco, i pensionati e le pensionate sarebbero comunque oggetto
degli effetti di eventuali norme innovative, anche se apparentemente
esse riguardassero solo il personale in servizio.
La
banca è tenuta comunque a garantire col suo patrimonio gli obblighi
che il Regolamento comporta a favore degli aventi diritto al Fip. A
tale scopo accantona a bilancio un fondo, che è esclusivamente
destinato alle prestazioni integrative, oggi erogate al personale in
pensione e domani da erogarsi a quegli aventi diritto che attualmente
sono ancora in servizio.
Orbene,
un eventuale riscatto/liquidazione delle quote individuali, peraltro
non previste dal Regolamento del Fip, ove si dimostrasse compatibile
con le norme di legge, non deve avvenire - anche se riguardasse solo
il personale in servizio - senza garantire un effettivo controllo dei
criteri e delle modalità di calcolo da parte di chi rappresenta
legittimamente i pensionati.
Infatti
nel fondo la riserva matematica è unica e, se ne porta via una buona
parte, la garanzia del capitale di copertura risulta comunque
ridotta. Anche se si è in presenza dell’obbligo aziendale di
integrarla, come previsto dal Regolamento, non è affatto irrilevante
se l’accantonamento si riduce.
Purtroppo
risulta che le banche che hanno liquidato i loro fondi pensionistici
con i cosiddetti “zainetti” hanno seguito criteri attuariali
penalizzanti per il calcolo degli stessi, senza contare gli svantaggi
di natura fiscale conseguenti alla liquidazione nonché il danno per
chi vive più a lungo della media.
Occorre
in ogni modo cercare di far valere i suddetti concetti. se non riesce
a farlo la nostra associazione, non illudiamoci che ci pensi qualcun
altro!”. (il Presidente ringrazia, osserva che molti degli
argomenti sollevati sono già oggetto dell’azione dell’associazione
e dispone la verbalizzazione del documento).
Alle
ore 16:30, a conclusione di un ulteriore breve dibattito, l’Avvocato
Iacovello ringrazia nuovamente tutti i convenuti per l’accoglienza
ricevuta, saluta il Presidente e abbandona la riunione.
Il
Presidente procede quindi alla lettura della relazione annuale:
Gentili
Socie, cari Soci,
la
nostra associazione, nel primo anno completo di attività, ha
continuato a crescere con sorprendente rapidità e ha dimostrato di
poter colmare un vuoto di rappresentatività dei pensionati del Fondo
Carige, la sentita esigenza di non sentirsi isolati e di conoscere
meglio i diritti individuali e collettivi del contratto pensionistico
aziendale e, all’occorrenza, difenderli con la forza dei numeri e
dell’indipendenza di giudizio.
Pur
crescendo continuiamo ad essere inascoltati dalla Banca, o meglio da
chi la rappresenta, con malcelata ostentazione, ma le nostre prese
di posizione e le obbligate risposte individuali, per quanto
stereotipate, aprono un capitolo nuovo nei rapporti con i pensionati,
di cui l’azienda dovrà tener conto in occasione delle prossime
mosse in materia di Regolamento FIP.
Al
31/12/2014 i soci erano 462 (+71.4%), oggi siamo 515 in continua
crescita, solo per effetto del passaparola e dei contatti realizzati
grazie ai pochi indirizzi disponibili.
Purtroppo,
nel numero non compaiono più i colleghi che ci hanno lasciati
dall’ultima assemblea: Alfredo Guarnieri , Luigi Zappini, Emilio
Molinari, Carlo Agostini, Francesco Fusaro e Giuseppe Bertucci che
molti di noi conoscevano da una vita. Rivolgiamo a loro un caro
ricordo e un grato pensiero anche per aver condiviso sin dall’inizio
la nostra esperienza.
Al
di là dei numeri, peraltro essenziali nel determinare il successo
della nostra iniziativa e per disporre delle risorse necessarie per
le attività più impegnative da intraprendere, è confortante notare
che si sta ricreando fra i soci quel clima di colleganza e di
rinnovata amicizia che rischiava di svanire a causa della dispersione
territoriale e della perdita di prestigio della Banca, alla quale un
tempo si continuava a rimanere affettivamente legati anche dopo il
collocamento a riposo.
Non
è questa la sede per analizzare la storia e il contesto che hanno
determinato la crisi (ognuno di noi se n’è certamente fatto un
quadro personale che, per quanto mi riguarda, è desolante, ma non
esente dalla generale decadenza dei valori pubblici ed etici della
nostra società civile).
La
nuova gestione cerca di porvi riparo con i classici metodi applicati
a tutte le ristrutturazioni aziendali, probabilmente gli unici in
grado di dare risultati immediati, ma non basta tagliare, bisogna
anche ricucire con equità, credibilità e trasparenza.
Invece,
la nuova Amministrazione, almeno nei rapporti che ci riguardano più
da vicino, sembra seguire le orme della precedente, ripetendo in
tutte le occasioni il ritornello di applicare da sempre correttamente
le norme contrattuali e di legge (“un atteggiamento pienamente
rispettoso delle disposizioni normative che regolano la materia, in
continuità con i comportamenti fin qui costantemente osservati” -
cit. lett. 17/4/14 Presidente Carige).
L’Azienda
rifiuta il dialogo e ignora l’esistenza dell’Associazione per non
riconoscere la rappresentanza dei pensionati e non attuare
l’Organismo partecipativo nelle forme previste dal Regolamento FIP,
anche nel tentativo di depotenziare le richieste economiche dei
singoli confidando nei tempi lunghi della giustizia e nelle rinunce
volontarie o a causa della prescrizione legale.
Non
so se serve a consolarci, ma la situazione è analoga a quella delle
altre 40 AsPe bancarie federate in FAP Credito. Dal 2014 ci siamo
associati alla Federazione nazionale, con cui collaboriamo e
ricorriamo per informazioni e consulenza legale, tramite l’Avv. al
quale abbiamo affidato, a fronte di compensi che definirei
amichevoli, il parere pro-veritate sul minimo FIP e la revisione
dell’esposto alla Co.Vi.P.
La
cronologia dell’intensa attività di As.Pe. nel corso
dell’esercizio, in gran parte è registrata nel nostro sito
Internet, gestito da Gianfranco Uber, con oltre 30 comunicati a
carattere informativo e propositivo. In particolare ricordo la
campagna, tutt’altro che esaurita, per l’attuazione dell’art. 6
del Regolamento con elezione di un Organismo rappresentativo degli
iscritti al FIP, dove il personale in quiescenza costituisce la
maggioranza; l’Azienda ha eretto un muro a tutte le nostre
richieste, trincerandosi dietro un accordo sindacale approntato al
solo scopo di eludere il problema.
Lo
stesso atteggiamento di chiusura lo abbiamo constatato in occasione
delle richieste, notificate da circa 200 nostri soci, di ricalcolare
la pensiona minima garantita dal FIP con la rivalutazione annuale
ISTAT prevista dall’accordo sindacale del 12/2/1997, bloccate senza
contradditorio a seguito dell’entrata in vigore della legge della
perequazione automatica annuale sul cumulo delle pensioni, mentre
secondo autorevoli pareri legali l’istituto del minimo fa parte dei
parametri contrattuali retributivi su cui si calcola la prima
pensione integrativa a prestazioni definite.
Anche
ad altri soci che hanno chiesto il riconoscimento della quota di
perequazione 1998-1999-2000, a suo tempo non corrisposta dal Fondo ed
erogata in forza di sentenza ai pensionati che hanno intentato due
cause su quella materia, la risposta è stata strumentalmente
negativa.
Per
questi e altri motivi, quali l’evidenza contabile a bilancio dei
beni in cui è investito il Fondo, nonché il privilegio previsto
dall’art. 2117 del CC, pur in presenza della garanzia della Banca a
mantenere capiente la riserva matematica, in data 5/11/2014 è stato
presentato un documentato esposto alla Co.Vi.P., un passo dovuto più
che altro per individuare le materie che l’Organo di Vigilanza
ritiene di propria competenza e quelle che tacitamente o
motivatamente rinviano ad altri giudici.
Per
il parere sul minimo FIP e per la revisione dell’esposto-reclamo
alla Co.Vi.P. ci siamo rivolti allo Studio dell’Avvocato Michele
di Torino, legale di fiducia della Federazione delle As.Pe. FAP
Credito, cui siamo associati dal 1/1/2014, specializzato nella
complessa materia delle norme di legge sui Fondi pensione e nelle
vertenze pensionistiche istituzionali e individuali, anche in qualità
di cassazionista, apprezzandone l’esperienza e la storia della sua
attività in favore della categoria, non disgiunta dalla
disponibilità a prestabilire una ragionevole misura dei suoi
compensi fissi e variabili per la difesa in giudizio dei nostri soci.
As.Pe.
ha esaminato i rendiconti periodici della Banca Carige e ha
partecipato a tutte le assemblee societarie nella sua qualità di
piccolissimo azionista in proprio e per delega, affiancata da un
certo numero di soci in proprio, facendo mettere a verbale interventi
di valore simbolico, peraltro utili a definire la posizione critica
della nostra Associazione nei confronti della passata gestione per
la culpa in vigilando e della nuova per gli atti aventi riflessi
economici e giuridici sulla gestione del Fondo.
L’approvazione
del piano di ristrutturazione, con un aumento di capitale deliberato
un anno prima sulla base di una situazione ancora in via di
deterioramento, che si è rivelato subito insufficiente ed ha
provocato ulteriori forti perdite sulla quotazione del titolo, oggi
in relativa ripresa dopo l’intervento di un socio forte e l’attesa
della formazione di una compagine stabile di controllo, che in ogni
caso segna la fine di un’ istituzione bancaria secolare,
tradizionalmente legata al territorio di elezione.
Lo
scorso anno abbiamo stipulato una convenzione con UPBN-Cattolica per
la polizza sanitaria, complessivamente molto equilibrata rispetto ai
premi e alle coperture, liberamente sottoscrivibile e operante sino
all’86° anno di età, sia per venire incontro alle esigenze di
coloro che ritenevano troppo cara la Caspie o che non ne avrebbero
più potuto fruire per motivi di età. La Banca ha addirittura
abolito, per i pensionati, la possibilità di sottoscrivere la
versione TOP, comunicando il recesso a polizza scaduta, senza darne
un preavviso utile per la ricerca di una nuova copertura
assicurativa. Tale comportamento è assai censurabile atteso che
Carige ne era al corrente sin dal maggio 2014! La nostra convenzione
ha risolto il problema di molti colleghi (circa 100), i quali
peraltro si sono dovuti addossare 4 mesi di carenza contrattuale;
anche in questa occasione la Banca ha dimostrato scarsa attenzione
nei confronti dei propri pensionati, che pur pagavano l’intero
premio assicurativo, senza nemmeno preoccuparsi del rispetto formale
dei rapporti di una civile comunicazione.
Non
tutta la nostra attività è rivolta alle problematiche del Fondo;
nei limiti del possibile cerchiamo di dare ai soci notizie utili e
tempestive in merito a novità previdenziali, assicurative e fiscali
con comunicati pubblicati sul nostro sito Internet o mediante
consulenza individuale presso la nostra sede.
Molte
di queste innovazioni richiedono il passaggio dalle attività manuali
a quelle on line, anche per semplici fini informativi; molti soci lo
considerano un ostacolo insormontabile, anche disponendo degli
strumenti informatici e dei collegamenti Internet necessari, eppure i
vantaggi pratici in prospettiva allargati a qualsiasi esigenza
personale meriterebbero lo sforzo dell’esercizio tecnico culturale
iniziale.
La
rivoluzione delle comunicazioni interpersonali e aziendali provocata
dalla posta elettronica ne è un esempio, che tra l’altro ci
consente di gestire l’Associazione con costi limitatissimi e
tempestività d’informazione, nonostante la non totale diffusione e
qualche vuoto nelle risposte.
Nel
corso dell’esercizio, gli undici Consiglieri, fra cui Riccardo
Puccio che ha sostituito Franco Bisso, dimissionario per motivi
famigliari ma che all’occorrenza continua a dare una mano, hanno
svolto un’intensa attività di presidio della sede e di
collegamento telefonico con gli iscritti, suddividendosi i compiti
amministrativi, sempre più gravosi per la complessità delle materie
trattate e per numero di soci. Devo ringraziare, in particolare, il
Vice Presidente Giorgio Guglielmi per l’assidua presenza in sede e
la proficua attività organizzativa, il Consigliere Carlo Arzani per
l’indispensabile know how giuridico e contrattuale in materia
pensionistica, il Tesoriere Angelo Di Salvo per la precisione nella
tenuta dei conti e l’aiuto nei controlli, il Segretario Matteo
Lantero per il tempo speso nei contatti con i soci di persona e
tramite il cellulare di servizio anche nei giorni di chiusura della
sede, di Giuseppe Mongiardino per la tenuta dei rapporti con gli Enti
gestori della polizza sanitaria, di Riccardo Puccio per la revisione
dei conteggi delle vertenze in corso, senza dimenticare l’opera
svolta da Anna Cardinale, Benedetto Frixione, Nando Calabrese e
Stefano Ferrari nell’evasione di molti adempimenti di sede e nelle
campagne di acquisizione di nuovi soci.
L’attività
di volontariato, offerta dai singoli responsabili senza alcun
rimborso spese, e l’adattamento alla collocazione logistica attuale
in coabitazione, ottimale dal punto di vista economico, molto meno
sotto il profilo funzionale, hanno permesso di contenere i costi di
gestione e di accumulare avanzi di gestione per le future esigenze
istituzionali. Se finora siamo riusciti a sopperire a tutte le
esigenze, non vuol dire che non si presentino in prospettiva dei
problemi che responsabilmente devono essere qui ricordati.
Tutto
ormai dipende, anche nel nostro piccolo mondo, dall’uso del PC, per
cui, se si desidera che la nostra Associazione si sviluppi ed abbia
un futuro, è necessaria la generosa collaborazione di soci esperti o
perlomeno giovani di spirito con la voglia di aggiornarsi, prima in
affiancamento e poi in avvicendamento. In un’associazione di
pensionati l’età media è giocoforza elevata, ma l’esperienza e
l’impegno dei responsabili devono servire da esempio per la
formazione di nuovi incaricati, senza altra contropartita se non
quella di sentirsi utili per sé e per gli altri.
Lo
scopo principale della nostra missione è la valutazione della natura
giuridica del Fondo e della sua congruità nei bilanci della Banca
per la tutela dei diritti acquisiti dei pensionati, che in altre
realtà bancarie, specie in occasione di fusioni e ristrutturazioni
sono stati messi fortemente in discussione o modificati in pejus con
accordi sindacali. Nel nostro caso, la garanzia contrattuale
individuale ci fornisce una tutela in più, ma occorre vigilare per
prendere tempestive contromisure nel caso qualcuno pensasse di
dimenticarsene come nel caso dell’Organo di rappresentanza degli
iscritti.
Per
ultimo sembra che anche la nostra Banca sia intenzionata a liquidare
il Fondo per il personale in servizio, mediante la corresponsione del
capitale attuariale maturato da ciascun iscritto al netto delle tasse
(i c.d. zainetti) su base volontaria, che in un secondo tempo
potrebbe essere estesa ai pensionati. L’operazione avrà facilmente
il placet sindacale e probabilmente le inerenti autorizzazioni
attuative, ma bisogna vedere come e con quali parametri verrebbe
calcolato il capitale attuariale, perché è sopratuttto sotto questo
profilo che l’eventuale proposta può essere accettata a livello
individuale e quindi considerata adeguata sui grandi numeri a livello
collettivo.
Non
a caso Azienda e Sindacati hanno concordemente bypassato il
Regolamento del FIP per escludere l’elezione da parte dei
pensionati dell’Organismo dei rappresentanti, che a sensi di
contratto dovrebbe essere ascoltato in tutti i casi di importanti
innovazioni delle norme in esso contenute; vedremo se e come si
svilupperanno le proposte, pronti ad intervenire tempestivamente
qualora occorra.
Se
c’è ancora qualcuno fra i non iscritti ad avere dubbi sull’utilità
della nostra Associazione potrebbe ricredersi, se non altro per il
fine solidaristico e il piacere di continuare a stare insieme,
fruendo della possibilità di districarsi in tempo reale nel
ginepraio delle norme pensionistiche, di conoscere meglio i propri
diritti e di fruire di favorevoli condizioni assicurative sanitarie,
a fronte di una quota associativa modesta ed equamente parametrata
per categorie.
Affinché
rimanga invariata convincete altri colleghi ad associarsi e aiutateci
a ridurre le spese di gestione rispondendo alle nostre mail o, in
mancanza, agli sms, visitando con regolarità i comunicati sul sito
Internet e conferendo delega Sepa per il pagamento continuativo della
quota sociale … e veniteci a trovare in sede, nell’abbaino di
vico Falamonica con terrazzo incastonato nei tetti del Centro storico
con vista del palazzo Banca Carige.
La
relazione viene approvata per acclamazione, compresa la delega al
Presidente di valutare in Consiglio Direttivo la questione della
diffida in merito ad eventuali accordi di liquidazione del Fondo
senza la partecipazione e il consenso dei pensionati iscritti, cui
fanno seguito gli intervernti di alcuni associati:
Un
socio chiede se per almeno un giorno alla settimana potrebbe essere
possibile estendere al mattino l’orario di apertura della sede
sociale (il Presidente assicura che saranno fatti sondaggi ed
eventuali trattative con l’associazione che conduce i locali).
Un
altro socio chiede se non potrebbe essere meglio che la diffida fosse
presentata direttamente da ogni singolo associato (il Presidente,
anche per ribadire la rappresentatività di As.Pe., esclude che
l’attività dei singoli possa risultare più efficace di un’azione
collegiale).
Un
socio chiede se le iniziative sul fondo, portate avanti con il
supoporto di As.Pe. possano comportare una qualche forma di
ritorsione nei confronti dei pensionati, come, tra l’altro, sembra
sia stato evidenziato da alcuni rappresentanti sindacali (tutt’ora
in servizio). Spera che si tratti di iniziative isolate, comunque
indegne di chi fa circlare tali voci, ma ricorda il contenuto della
lettera dal tono intimidatorio trasmessa lo scorso anno dal
Presidente della Banca in occasione della richiesta individuale per
l’istituzione dell’Organo di rappresentanza previsto dal
Regolamento. (Il Presidente non ritiene possibili iniziative del
genere che, se veritiere, sarebbero prima di tutto profondamente
squalificanti per chi vi dà corso, essendo la difesa in giudizio un
diritto costituzionale di ogni cittadino; non esclude però che un
atteggiamento del genere possa essere influenzato da quanto accaduto
alla CR di Firenze dove la banca ha dichiaratamente punito i
pensionati abolendo il contributo per la polizza sanitaria proprio
perché attori di un’azione giudiziaria nei confronti della Banca,
subendo però un’immediata condanna dal Tribunale di Firenze).
Un
altro socio chiede notizie circa la consistenza e liquidità delle
attività in cui è investito il Fondo (il Presidente ricorda che in
altri tempi la composizione del Fondo era individuata a bilancio dai
beni di destinazione, dei relativi redditi di capitale e delle
contribuzioni della banca e dei singoli iscritti; attualmente il
Fondo figura solo come un impegno della Banca a garantire la
copertura del capitale attuariale delle pensioni integrative e
pertanto la liquidità del fondo è garantita dalla solidità
prospettica della Banca).
A
conclusione della presentazione e prima di passare all’approvazione
del bilancio 2014 il Presidente invita il Tesoriere, Angelo Di Salvo,
affinchè sottoponga ai convenuti la
Relazione
sul Bilancio dell’esercizio 2014
il
Tesoriere ricorda che l’esercizio
2014 è il primo riferito ad un anno solare completo, e che pertanto
un confronto con il 2013 non è significativo, sia perché l’
attività dell’ anno precedente è stata limitata a poco più di 8
mesi, sia per la diversa tipologia di spese; nel 2013 la maggior
parte di spesa era relativa all’ avvio (convocazione assemblee,
investimenti in tecnologia, impianti e attrezzature, registrazione
atti, ecc.), nel 2014 sono invece prevalse spese per l’attività
ordinaria.
Il
bilancio si chiude con un avanzo di esercizio di € 2.351,15 che
sommato a € 2.641,56 iniziali comporta un avanzo di € 4.992,71,
da riportare a nuovo.
Le
quote ordinarie dei soci aderenti ammontano ad € 7.385, superando
le previsioni formulate ad inizio d’anno (€ 7.000,00); al
31/12/2014 figurano € 3.044,00 già anticipati per quote afferenti
l’anno 2015.
Le
spese sostenute ammontano a € 5.504,08 e riguardano, per la maggior
parte, i costi di sede (€ 1.918,97) dovuti all’utilizzo dei
locali, all’acquisto di ulteriore attrezzatura e all’onorario
riconosciuto all’ avv. Iacoviello (costi peraltro già previsti ad
inizio d’anno).
L’Associazione
ha partecipato, su indirizzo a maggioranza del Consiglio Direttivo,
all’aumento di capitale deliberato dalla Banca Carige nel corso
dell’ anno; il notevole deprezzamento del corso delle azioni ha poi
determinato una perdita di € 346,88, ripianata personalmente dal
Presidente, con una donazione di €.350,00.
Le
altre spese generali risultano assai contenute nonostante
l’incremento dell’attività svolta a favore dei singoli aderenti
che sempre più numerosi si rivolgono alla nostra associazione.
Relazione
del Collegio dei Revisori dei conti
Il
socio revisore Armando Botto, procede alla lettura della relazione
del Collegio dei Revisori dei Conti dalla quale si evincono la
corrispondenza tra le componenti della situazione patrimoniale e i
risultati del bilancio consduntivo di esercizio 2014 e il parere
favorevole all’approvazione del bilancio consuntivo così come
disposto dal Consiglio Direttivo; il bilancio al 31/12/2014 e la
relazione dei revisori dei conti costituiscono parte integrante del
presente verbale.
Il
Presidente invita quindi i convenuti a votare per l’approvazione
del Bilancio dell’esercizio 2014 e della relazione del Collegio dei
Revisori dei Conti.
L’assemblea
approva all’unanimità, nessun voto contrario, astenuti per atto
dovuto i soli membri del Consiglio Direttivo.
Causa
legale sul minimo garantito dal Fip
Superata
la relazione in quanto argomento ampiamente discusso ai punti
precedenti, il Presidente sottopone alla ratifica dell’Assemblea le
decisioni assunte dal Consiglio Direttivo, che pur non riguardando le
scelte e le spese di pertinenza esclusiva dei singoli interessati,
necessitano di un fermo sostegno assembleare circa le modalità con
cui sono state attuate e per le eventuali spese emergenti d’interesse
generale.
L’Assemblea
approva all’unanimità.
Partecipazione
all’assemblea annuale degli azionisti Banca Carige
Il
Presidente precisa innazitutto che si tratta di una questione molto
delicata; presso altre banche si sono costituite associazioni dei
piccoli azionisti specificamente dedicate a questa materia (con tutti
gli oneri formali che ne conseguono) e, nei casi delle popolari, sono
state proposte anche delle candidature.
Recentemente
la Dircredito ha promosso un’associazione ad hoc, ma le incertezze
sulla composizione azionaria della Banca e la diluizione del prossimo
aumento di capitale rendono ogni iniziativa scarsamente incisiva.
Appare
questa una strada difficilmente percorribile dalla nostra
Associazione.
In
conclusione propone pertanto di non conferire incarichi
all’associazione, ma di partecipare numerosi all’assemblea o di
conferire delega ad altri soci in modo da dar maggior valore
all’intrervento di As.Pe. in assemblea sui temi che saranno
esaminati nel prossimo Consiglio Direttivo previa analisi ddei
documenti contabili di Carige, oggi pubblicati.
L’Assemblea
prende atto
Varie
ed eventuali
Un
socio interviene per ringraziare il Presidente a proposito della
personale donazione per il ripianamento della perdita sulle azioni
Banca Carige intestate ad As.Pe. e propone che ai singoli consiglieri
siano riconosciute e rimborsate le spese vive sostenute
nell’espletamento degli incarichi sociali, eseguiti anche al
proprio domicilio (il Presidente prende atto, ringrazia e conferma
che i consiglieri tutti operano col massimo spirito di volontariato e
senza alcun compenso e/o rimborso personale, se non nel caso di
missioni esterne “comandate” su delibera del Consiglio
Direttivo).
Alle
ore 18,00 – null’altro essendovi da deliberare – il Presidente
dichiara conclusa la riunione.
Il
Segretario Il Presidente
(Giorgio
Guglielmi) (Giovanni Lo
Vetere)