Desideriamo
informare i nostri soci che la Banca ci ha comunicato di aver
raggiunto un’intesa definitiva (manca solo la formalità della
firma) con le Organizzazioni sindacali aziendali per la liquidazione
o riduzione del Fondo pensionistico integrativo interno, che dovrà
essere a breve ratificata dal Consiglio d’Amministrazione della
Banca e dagli iscritti al Fondo stesso.
L’accordo
riguarderebbe soltanto il personale in servizio (c.d. attivi), su
basi solo teoricamente volontarie, ma la Banca è intenzionata ad
estenderlo ai pensionati con il benestare delle stesse OO.SS., che a
quanto risulta dai colloqui intercorsi avrebbero già positivamente
preso atto dello sconto operato sugli “zainetti” (cioè sulla
liquidazione in forma di capitale della rendita pensionistica
attualizzata), subordinato al raggiungimento di un numero elevato di
adesioni, prevedendo crescenti penalizzazioni (con importi
percentualmente più contenuti) nel caso in cui il numero delle
adesioni risultasse inferiore alle attese aziendali.
In
linea di massima, l’intesa raggiunta per il personale in servizio
prevede il trasferimento di un capitale predefinito - pari all’85%
della riserva matematica che la Banca ritiene corrispondente alla
capitalizzazione della pensione - ad un Fondo pensionistico esterno
di tipo contributivo, cioè senza più alcuna tutela legata
all’integrazione contrattuale sino al 75% dell’ultima
retribuzione pensionabile dell’assegno dell’INPS (come sino ad
oggi previsto dal nostro FIP), la cui misura è soggetta allo
scenario sfavorevole a tutti ben noto. In sostanza, per il personale
in servizio aderente a questa iniziativa, lo zainetto potrà essere
tramutato in pensione o capitale solo successivamente al collocamento
a riposo.
L’accantonamento
individuale di bilancio verrebbe prima ricalcolato in misura più
favorevole per la Banca (fra l’altro senza l’aumento tendenziale
della speranza di vita previsto dall’Istat), utilizzando un tasso
di sconto del 2,25%, ormai fuori mercato, assai penalizzante per
l’iscritto, e successivamente decurtato di un ulteriore 15%.
In
questo contesto la Banca è ben conscia della propria inadempienza
contrattuale riguardo alla mancata applicazione del minimo garantito
rivalutato e dell’onerosità crescente delle previsioni del FIP nei
confronti dei pensionati futuri, quasi tutti compresi nelle fasce
pensionistiche di contenuto importo, i quali hanno maturato tale
intangibile diritto, tanto è vero che integra l’offerta con un
bonus, apparentemente significativo ma in realtà inadeguato, con
prevedibili transazioni individuali inappellabili comportanti la
rinuncia a qualsiasi diritto presente o futuro.
Il
pacchetto concordato per gli attivi verrebbe esteso (proposta
aziendale) ai
pensionati con le seguenti integrazioni, dopo che la Banca ha avuto
alcuni incontri di tipo esplicativo e negoziale con una delegazione
di As.Pe.:
- Riconoscimento della mancata perequazione 1998-99-00 nella misura dell’85% agli aventi diritto nei limiti del capitale non prescritto (pur in presenza di cause vinte anche in Cassazione), aspetto ormai circoscritto a pochi pensionati dato il tempo trascorso per far giustizia.
- Riconoscimento del minimo garantito nella stessa misura agli aventi diritto e sempre nel limite del non prescritto (a conferma che l’Azienda è consapevole dell’inadempienza e ne ha tratto un profitto, per lungo tempo incontestato, a danno delle fasce più deboli, ma più numerose).
- Nessuna disponibilità per tutte le altre vertenze in sospeso, fra cui il blocco della perequazione degli anni 2008, 2012 e 2013 (in cui le pensioni integrative sono state, a nostro avviso, illegittimamente private degli aumenti Istat).
- La transazione dovrebbe essere accettata da tutti coloro che aderiscono all’offerta dell’85% dello zainetto base (che corrisponde a circa l’80% secondo corretti calcoli attuariali), peraltro condizionata al raggiungimento di determinate percentuali di adesione che assicurino alla Banca un risparmio rispetto all’accantonamento a bilancio, comprese le transazioni sul minimo e la perequazione.
Dopo
due anni di incivili silenzi, la Banca ha convocato As.Pe. per una
parvenza di trattativa e/o per assicurarsi la non belligeranza nei
confronti dell’intesa sindacale raggiunta per gli attivi in
servizio, all’evidente scopo di poter dire al Consiglio di
Amministrazione che l’Associazione dei pensionati con maggior
rappresentatività è stata informata e sentita al riguardo,
prefigurando probabilmente il rifiuto di condizioni inaccettabili da
parte di chi dispone di diritti acquisiti e di impegni contrattuali
inattaccabili, e forse mettendolo da subito in conto non essendo
facile per la Banca permettersi un così consistente drenaggio di
liquidità.
Anche
la nostra proposta di liquidare il 100% (di fatto 95%) sulle fasce di
modesto importo (in cui si trova la maggioranza dei pensionati) con
riduzione graduale sino all’80% (di fatto 75%) sulle pensioni di
importo più elevato, purché su basi completamente volontarie e
senza alcuna soglia minima di adesioni prefissata, ma con contestuale
definizione delle vertenze in atto, è stata scartata adducendo anche
il parere negativo del proprio attuario di fiducia.
Solo
a queste condizioni, cioè accettando un forte ridimensionamento del
Fondo, verrebbe “concesso” l’Organo di rappresentanza elettivo
degli iscritti (già oggi in maggioranza pensionati) e una conferma
della lettera individuale di impegno dell’immodificabilità delle
clausole del Regolamento senza il consenso dei singoli: un’apertura
al dialogo a dir poco risibile.
A
parte la legittimazione conquistata sul campo da As.Pe. non restano
che le potenziali rovine del Fondo, che l’Associazione cercherà di
contrastare con tutte le sue forze, specie se avrà il convinto
appoggio dei propri iscritti e l’adesione di tutti i pensionati a
cui stia a cuore non solo l’integrazione della propria pensione, ma
soprattutto i diritti vilipesi del Regolamento su importanti aspetti
normativi di tipo collettivo e individuale, dovendo tutti noi avere
sempre ben presente che la pensione aziendale è una parte differita
della retribuzione maturata in servizio e non un ingiustificato
privilegio, come qualcuno vorrebbe farci credere.
Raccomandiamo pertanto ai nostri
soci di non aderire alle eventuali proposte che farà l’Azienda,
direttamente od indirettamente, ricordando che la pensione liquidata
è intangibile e che, come tale, sarà difesa in ogni sede dalla
nostra Associazione.
IL CONSIGLIO DIRETTIVO