Ormai sono anni che il governo
tempo per tempo in carica limita gli adeguamenti per perequazione
(inflazione) delle pensioni di importo superiore a 4 volte il minimo mensile
Inps (euro 2.101,52). Anche quest’anno il governo Meloni, con la prossima
legge di bilancio, in via di definizione, sta per riproporre analoghe
limitazioni per il 2025.
In questi anni As. Pe.
Carige ha spesso affrontato questo problema, da ultimo con i Comunicati n. 262
del 17/11/23 e n. 264 del 28/11/23, fornendo ai propri
Soci informazioni e delucidazioni in proposito. Rileva ora
l’opportunità di tornare sull’argomento, in quanto il
governo sembra essere fortemente intenzionato a confermare le
precedenti limitazioni, se non addirittura a peggiorarle.
L’unica possibile soluzione per
limitare le pesanti conseguenze di dette limitazioni risulta essere
una prossima decisione della Corte Costituzionale, in quanto chiamata in
causa dalla Corte dei Conti della Toscana, per pronunciarsi sulla
legittimità costituzionale delle ultime misure di legge sulla riduzione
dell’adeguamento all’inflazione delle pensioni mensili.
La Corte dovrà cioè stabilire se
il principio costituzionale della proporzionalità ed adeguamento
della retribuzione debba essere assicurato, senza pesanti
penalizzazioni, anche nei confronti dei lavoratori in quiescenza, onde tutelarne
la posizione.
Certo bisognerà vedere se la
Corte Costituzionale (come peraltro già fatto in passato) avrà la
determinazione di non farsi condizionare da valutazioni politiche e
considerazioni di bilancio (che poco hanno a che vedere con il diritto),
facendo solo riferimento alla portata della nostra Costituzione e non ad altro.
Non resta quindi che sperare in
un giudizio asettico e positivo della Corte – che forse non sarà assunto a
breve - per potere avere i doverosi aggiornamenti Istat per inflazione
dei trattamenti pensionistici in atto. As. Pe. fornirà, non appena ne verrà a
conoscenza, adeguata informativa.