Il preannunciato aumento
di capitale della Banca di € 800 milioni avverrà mediante
collocazione di 93 nuove azioni ogni 25 possedute al prezzo di €
0,10 caduna dal 16/6 al 4/7/14; i diritti d’opzione non utilizzati
entro quella data saranno venduti sul mercato borsistico.
Il prezzo delle nuove
azioni rispecchia la difficile situazione societaria, da tempo
evidenziata e a tutti nota, con un differenziale del 75% sulle ultime
quotazioni e uno sconto del 40% sul valore teorico del titolo ex
opzione.
E’ prevedibile che
l’immissione sul mercato di 8 miliardi di nuove azioni, non ancora
disponibili, a fronte di 2,15 miliardi di vecchie azioni crei
problemi tecnici e forti anomalie sulle quotazioni dei diritti (come
già accaduto con l’analoga operazione del MPS).
La Fondazione Carige ha
annunciato l’esercizio del diritto d’opzione, ma anche la volontà
di ridurre ulteriormente la propria partecipazione dopo l’aumento
di capitale, per cui lo scenario futuro dipenderà fortemente dalle
decisioni dei Fondi che sono già entrati nel capitale della Banca e
dagli investitori che sottoscriveranno l’eventuale inoptato.
Lo scenario non appare
adatto ad un investitore cassettista, quali sono i nostri soci
pensionati, ammesso che abbia le disponibilità finanziarie per
partecipare all’aumento (in misura leggermente inferiore rispetto
all'importo dell'investimento).
A parte gli imponderabili
riflessi dell’andamento economico generale, i punti a favore della
sottoscrizione sono la soluzione di continuità con il passato e
l’esistenza di un serio piano industriale, mentre i punti a sfavore
possono individuarsi nell’incertezza sul futuro assetto
proprietario della Banca e nell’eventuale necessità di nuove
iniezioni di capitale fresco o per effetto di norme di vigilanza BCE
o in conseguenza di difficoltà nella realizzazione del piano
industriale.
La scelta è del tutto
personale e va effettuata basandosi esclusivamente sulle proprie
valutazioni in merito alla qualità del management e alle possibilità
di ripresa della Banca, tuttavia si consiglia di non aspettare gli
ultimi giorni per prendere le proprie decisioni, quando i diritti
inoptati hanno un mercato sottile e possono perdere valore a causa
dell’eventuale eccedenza dell’offerta.