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libera associazione no profit, costituita nel 2013 fra pensionati ed esodati, già dipendenti di Banca Carige - Cassa di Risparmio di Genova e Imperia, per tutelare i diritti e gli interessi economici e morali dei propri Associati in materia previdenziale, assicurativa e sanitaria, assistendoli nei rapporti con le competenti strutture Bper, l’INPS e gli altri enti tributari, assicurativi e finanziari, pubblici e privati.

domenica 17 aprile 2016

COMUNICATO N. 63 - VERBALE ASSEMBLEA ORDINARIA 2016





AS.PE. CARIGE
Associazione Pensionati del Fondo Integrativo Aziendale Banca Carige

VERBALE ASSEMBLEA STRAORDINARIA E ORDINARIA

L’anno 2016, il giorno 13 del mese di aprile alle ore 15,00 – in Genova, Aula Magna del Liceo Scientifico Statale CASSINI, via Galata 34 cancello – a seguito di convocazione effettuata con lettera del 23/3/2016, intervengono per partecipare in seconda convocazione, essendo, andata deserta la prima, i soci di cui all’elenco allegato che costituisce parte integrante del presente verbale.

Conduce la riunione, a norma di statuto, il Presidente, Giovanni Lo Vetere, e cura la stesura del verbale il Segretario, Matteo Lantero. Sono presenti tutti gli altri membri del Consiglio Direttivo.

PARTE STRAORDINARIA
Modifiche statutarie connesse alla parziale liquidazione del FIP:
    1. Cambio della denominazione sociale (art. 1).
    2. Adeguamento degli scopi sociali e della qualità degli iscritti (artt. 2 e3).
    3. Snellimento delle funzioni della Commissione Elettorale (art. 9)
    4. Posti riservati in Consiglio Direttivo agli iscritti al FIP e attenuazione del divieto per gli eletti di ricoprire le stesse cariche del mandato precedente (art. 10).

PARTE ORDINARIA
  1. Relazione annuale del Presidente.
  2. Bilancio dell’esercizio 2015 e Relazione del Collegio dei Revisori dei Conti.
  3. Nomina dei 5 membri della Commissione Elettorale (art. 9/g Statuto).
  4. Determinazione del numero dei componenti del Consiglio Direttivo (art. 9/h Statuto).
  5. Elezione del Consiglio Direttivo, dei Collegi dei Revisori dei Conti e dei Probiviri (art. 9/i Statuto).
  6. Varie ed eventuali.
  7. (In chiusura e solo per i ricorrenti nella causa del minimo garantito): Stato della causa del minimo FIP, rinunce, conferme, transazione in sede conciliativa e rapporti con l’avvocato patrocinatore.

ASSEMBLEA STRAORDINARIA
Il Segretario comunica che sono presenti 168 soci in proprio, portatori di 187 deleghe, per un totale di 355 votanti su 571 soci aventi diritto. Il quorum statutario di 286 partecipanti, corrispondenti alla maggioranza assoluta dei soci in regola con il versamento della quota annuale, è stato quindi ampiamente raggiunto.
Pertanto, il Presidente dichiara l’assemblea validamente costituita e atta a deliberare sugli argomenti all’ordine del giorno.
Il Presidente illustra il prospetto comparativo degli articoli da modificare, che è stato inviato a tutti i soci in allegato alla convocazione assembleare e che, unito al presente verbale, ne fa parte integrante.
La proposta di modifiche statutarie è stata approvata dal Consiglio Direttivo del 18/2/2016, dopo aver preso atto che il 75% circa dei soci avevano aderito all’offerta aziendale di capitalizzazione della rendita pensionistica con uscita dal FIP. Ricorda in proposito che al momento della costituzione della nostra Associazione, nel 2013, tutti i soci erano iscritti al FIP, come indicato dalla denominazione sociale e dalle altre clausole statutarie coordinate a tal fine; conseguentemente tutti i pensionati Carige potevano iscriversi liberamente ad As.Pe.
La nuova situazione determinata dall’esodo massiccio dal Fondo, rende necessario l’adeguamento per poter continuare a svolgere l’attività di consulenza, tutela e assistenza previdenziale e sanitaria, molto apprezzata anche al di fuori dei rapporti relativi alla problematiche del FIP, che continueremo a seguire per conto del residuo nucleo di non aderenti all’iniziativa aziendale.
L’Associazione Pensionati Banca Carige (escluso dalla denominazione: “del Fondo Integrativo Aziendale”), conserverà il logo “As.Pe. Carige” e continuerà ad ammettere tutti i pensionati del Gruppo Carige e delle ex Gestioni Esattoriali.
A parte l’adeguamento funzionale dei compiti della Commissione Elettorale demandando al Consiglio Direttivo l’effettuazione dei sondaggi fra tutti i soci per la presentazione delle candidature elettorali ai vari Organi Sociali, la altre proposte di modifiche (la riserva di un posto in Consiglio a ciascuna categoria di soci verrebbe mantenuta per i primi fra gli eletti ancora iscritti al FIP e l’attenuazione per gli eletti del divieto di ricoprire le stesse cariche del mandato precedente, rispondono ad una logica continuità di interessi e esperienze in un momento di svolta e probabilmente di minor coinvolgimento dei soci ex-FIP.
Il Presidente mette in votazione per alzata di mano la proposta complessiva, con delega al Consiglio di apportare al testo le eventuali variazioni formali che si rendessero necessarie.
L’Assemblea approva, all’unanimità, le modifiche agli articoli 1,2,3,9 e 10 dello Statuto e conferisce delega come sopra proposto.
ASSEMBLEA ORDINARIA
Il Presidente dichiara aperta e validamente costituita l’Assemblea ordinaria annuale, essendo presenti gli stessi 168 soci in proprio e 187 per delega dell’Assemblea straordinaria appena conclusa.
a) Relazione annuale del Presidente.
Il Presidente Giovanni Lo Vetere ricorda i fatti salienti che hanno caratterizzato l’anno 2015 nel corso del quale l’Associazione ha continuato a crescere e a svolgere un’intensa attività consulenziale, purtroppo legata alle preoccupazioni sulla tenuta delle pensioni pubbliche e private, oggetto di periodici annunci, smentite e attenzioni legislative sempre di segno negativo, a dispetto dei diritti acquisiti e di alcune importanti decisioni della Corte Costituzionale.
I blocchi della perequazione e la recente delega governativa in materia di reversibilità - ancorché si tenti di smentirne gli effetti - non fanno eccezione alla regola aurea di far pagare il conto delle crisi alla massa dei soliti noti non riuscendo ad agire in modo incisivo contro la corruzione e l’evasione fiscale, vere piaghe del nostro Paese.
In un difficile contesto economico, la Banca Carige ha proseguito nell’opera di ristrutturazione per risalire la china, ma i risparmi conseguiti, in massima parte concentrati sul personale, sono stati vanificati dalla perdita di clientela e dal crescente peso delle sofferenze, in concomitanza con l’insolvenza di alcune banche minori e l’introduzione del bail-in per la risoluzione delle crisi bancarie, determinando forti preoccupazione dei mercati borsistici.
Cogliendo lo spunto da una sentenza della Corte di Cassazione, in materia di recesso dai Fondi a prestazioni definite, la Banca ha portato avanti con successo l’operazione di liquidazione del Fondo, prima nei confronti del personale in servizio, che nella quasi totalità ha accettato il trasferimento delle posizioni ad Arca o altri Fondi esterni a contribuzione definita, poi nei confronti del personale in quiescenza, offrendo il capitale unico in forza di accordi sindacali non trasparenti.
As.Pe., in conformità allo spirito istituzionale, si è opposta alla liquidazione del Fondo sin dall’inizio, quando ancora era pensata come il risultato di un accordo sindacale vincolante per tutti; le diffide hanno avuto l’esito di indurre la Banca a propendere per la volontarietà dell’adesione degli iscritti, e di fornire alla nostra Associazione una apparente legittimazione mediante convocazione al tavolo delle trattative, dimostratasi subito un mero tentativo di coinvolgimento nell’approvazione di un’intesa preconfezionata e immodificabile.
Il successivo accordo sindacale è stato persino secretato e non portato a conoscenza degli iscritti riguardo ai fattori di calcolo attuariale e alla misura delle sanatorie delle vertenze riguardanti le singole posizioni. I conteggi di verifica hanno attirato molti nuovi soci e permesso di rilevare alcuni errori, che la Banca non si è curata di rettificare. Dopo approfondite consultazioni con il legale di fiducia, si è dovuto constatare l’impossibilità di contrastare sul piano giudiziale lo smantellamento del Fondo impostato sulla volontarietà delle adesioni, anche per non danneggiare o contrapporsi ai Colleghi interessati ad essere liquidati.
Qualche ulteriore problema lo ha provocato la causa del minimo FIP, il cui ricorso è stato depositato il 29/12 u.s. con uno slittamento di tempi in gran parte dovuto ai problemi giuridici e contabili conseguenti prima al ripristino della perequazione 2012-2013 sentenziato dalla Consulta e poi al nuovo blocco con decreto ministeriale, di cui si doveva attendere la conversione in legge. L’avv. Iacoviello ci ha chiesto l’autorizzazione al deposito tardivo, che è stata accordata privilegiando il mandato ricevuto e gli interessi di chi avrebbe desiderato mantenere la pensione e proseguire la causa (a quell’epoca sicuramente in maggioranza), tanto più che i rinunciatari avrebbero comunque dovuto corrispondere un compenso al difensore. La Banca ha subito fornito dati e supporto ai rappresentanti sindacali per una penosa azione porta a porta per convincere i ricorrenti ad aderire all’offerta, revocando contestualmente il mandato al difensore di fiducia con lettera predisposta in bozza dallo stesso ente convenuto.
A seguito delle pressanti richieste d’informazione degli iscritti, in data 18 gennaio scorso è stata tenuta presso il Teatro della Gioventù un’assemblea plenaria alla quale hanno partecipato oltre 400 soci, conclusasi con la nota mozione indirizzata a tutti gli Organi di Vigilanza, qui allegata agli atti a futura memoria. Proprio in quei giorni si è verificato l’inaspettato crollo del mercato azionario e, in particolare, del titolo Carige, che da € 1,29 nel giorno di apertura dell’offerta è scivolato sino ad un minimo di € 0,44 a causa delle richieste di revisione del piano industriale da parte della BCE e dalla dichiarazione di sfiducia del maggior azionista nei confronti dei vertici aziendali responsabili della ristrutturazione in atto.
Tutto ciò ha contribuito alla larga adesione alle proposte aziendali, inimmaginabile al momento del varo dell’iniziativa in dicembre. Infatti, la mozione dell’assemblea plenaria ha lasciato a tutti la possibilità di aderire, ma ha posto un forte accento sul metodo e sulle forme di determinazione dell’importo degli zainetti, privi di ogni elementare principio di trasparenza e fonte di errori - specie sulla reversibilità - e di incoerenze impossibili da tracciare.
Gli Organi di Vigilanza chiamati in causa non hanno risposto, dimostrando ancora una volta scarsa sensibilità in materia di controlli preventivi a tutela dei risparmiatori.
I recenti provvedimenti del Governo per mettere in sicurezza il sistema bancario nazionale, d’intesa con la UE, vanno nella giusta direzione, anche se in ultima analisi sarà il contribuente o il cliente a pagare il conto, infatti tutti i titoli bancari sono risaliti in borsa e per Carige rappresenta uno scudo che dovrebbe rendere meno traumatico il confronto fra l’attuale azionista di maggioranza e il Fondo Apollo, che ha presentato un’offerta per acquistare crediti in sofferenza e intervenire sul capitale, o aprire scenari meno pessimistici.
Fra le altre attività merita di essere segnalata la gestione della polizza sanitaria, sottoscritta da oltre 100 soci, alla fine dello scorso anno trasferita a pari condizioni dalla Compagnia di Assicurazioni Cattolica ad Unisalute allo scopo di mantenere invariato il premio e le prestazioni, sia pure con qualche inconveniente incontrato dall’UPBN per la migrazione dei dati e dei premi.
La già citata dichiarazione d’illegittimità costituzionale del blocco perequazione 2012-2013, successivamente sostanzialmente riproposto con decreto legge, ha impegnato l’Associazione nell’assistenza ai soci per l’interruzione dei termini di prescrizione sia nei confronti dell’INPS che del FIP, a tutela di diritti eventualmente ripristinati dalla Corte o sempre rivendicabili nei confronti del nostro Fondo di natura privata.
Un gruppo di circa 40 soci, che non avevano a suo tempo partecipato alla causa vinta da altri colleghi in Cassazione contro il blocco della perequazione degli anni 1998-1999-2000, ha chiesto i conteggi e avviato gli atti preliminari ad un’azione legale, per il momento ferma avendo alcuni di loro optato per lo zainetto.
E’ lecito pensare che la pressione esercitata dalla nostra Associazione con le lettere di interruzione dei termini su tutto il fronte dei diritti negati o emergenti abbia indotto la Banca ad estendere al personale in quiescenza l’offerta del capitale per ridurre i conseguenti costi prospettici e le spese di gestione, ancorché non fossero così pesanti e rischiosi come quelli del personale in servizio.
Dal punto di vista di chi ha accettato la liquidazione del FIP, si potrebbe persino sostenere che As.Pe. abbia contribuito ad ottenere un risultato positivo, ma in questo momento prevale la tristezza di non aver raggiunto il principale obiettivo istituzionale, che era quello di difendere il Fondo, sorto 60 anni fa proprio per difendersi da scenari come quello in cui ci si trova oggi, soprattutto con riferimento alla previdenza obbligatoria pubblica.
L’attività di tutti i Consiglieri nel corso del 2015 è stata molto intensa come conseguenza dell’avvio della causa del minimo garantito e del tentativo di contrastare le modalità di liquidazione del Fondo, con consultazioni legali, diffide, trattative, predisposizione di conteggi per la valutazione della congruità degli zainetti, per la consulenza diretta ai soci interessati, le numerose comunicazioni sul sito Internet, la gestione dei rapporti con i sottoscrittori delle polizze sanitarie, gli incontri anche con altre Associazioni di pensionati bancari, le Assemblee, i Consigli direttivi e i turni di presidio della sede sociale.
Tutto questo va ascritto all’impegno e allo spirito di volontariato dimostrato da tutti i Consiglieri e da qualche apprezzato coadiutore esterno, che hanno consentito di far fronte alle molteplici attività della nostra Associazione con un budget di spesa assolutamente contenuto.
Confidando nel sostegno dei soci, abbiamo appena modificato lo Statuto e continueremo a svolgere la nostra azione indipendente adattandola alla nuova realtà previdenziale dei nostri iscritti.
L’Assemblea, ringrazia con un applauso i Consiglieri uscenti, e approva la relazione del Presidente.

b) Bilancio dell’esercizio 2015 e Relazione del Collegio dei Revisori dei Conti.
Il Tesoriere Angelo Di Salvo illustra il Bilancio 31/12/2015 (3° dalla costituzione), il cui prospetto contenente lo stato patrimoniale e il conto economico, è stato distribuito in seduta e, allegato al presente verbale ne fa parte integrante.
L’esercizio chiude con un avanzo di € 4.252,50, determinato da entrate per € 9.681,43 e uscite per € 5.428,9, conseguentemente il fondo comune passa dai € 4.992,71 di fine 2014 a € 9.245,21 a riportati a nuovo.
Le entrate sono rappresentate, per la quasi totalità, dalle quote sociali (soci ordinari € 9.050 e sostenitori € 150), donazioni e sopravvenienze attive per € 240.18 e interessi attivi per € 241,25.
Le spese generali, leggermente ridotte rispetto all’anno precedente, ammontano a € 5.428,93 e sono prevalentemente costituite dal corrispettivo per l’uso dei locali della sede (€ 1.806) e le spese legali (€ 1.268,8), dovute queste ultime a due diffide nei confronti della Banca Carige e delle OO.SS. avverso la liquidazione del FIP.
Le spese amministrative, comprensive della quota associativa alla Federazione FAP Credito e dell’affitto della sala per l’assemblea, pari complessivamente a € 2.354,13 sono contenute in misura minimale, nonostante il forte aumento del numero dei soci e dell’attività gestionale.
Le azioni Carige detenute in piccolo numero per la partecipazione alle assemblee societarie, hanno subito nel corso dell’anno un’ulteriore svalutazione di € 66,20, peraltro coperta da una donazione del Presidente.
Il c/c bancario presenta un saldo di € 37.848,17, mentre lo stato passivo evidenzia una fattura da liquidare di € 634.40 e quote sociali anticipate per € 2.270 di competenza dell’esercizio 2016, oltre all’accantonamento di € 25.963,76 relativo ai depositi cauzionali effettuati dai soci per le spese delle cause giudiziarie in corso ed eventuali.
Gli associati a fine anno erano n°561 con un incremento di 99 unità al netto delle cessazioni, nei primi mesi dell’anno in corso - per effetto delle iniziative sociali collegate alla liquidazione del Fondo, il numero degli iscritti è cresciuto rapidamente, ma non ha le caratteristiche di stabilità del recente passato.
Il Revisore dei conti Armando Botto, a nome del Collegio, legge la relazione (allegata agli atti) di verifica della contabilità tenuta in modo chiaro e conforme alla documentazione di entrata e di spesa.
L’Assemblea approva il Bilancio 2015 e ringrazia il Tesoriere per l’opera svolta.

c) Nomina dei 5 membri della Commissione Elettorale.
L’Assemblea, su proposta del Presidente, nomina i soci Attilo Repetto, Giancarlo Carosio, Olivieri Giuseppe, Anna Cardinale e Giuseppina Pellerano, membri della Commissione Elettorale per lo scrutinio dell’elezione in corso del Consiglio Direttivo, il Collegio dei Revisiori dei Conti e del Collegio dei Probiviri.

d) Determinazione del numero dei componenti del Consiglio Direttivo.
Non essendoci proposte di variazione, l’Assemblea conferma il numero dei componenti del Consiglio in 11 membri.

e) Elezione del Consiglio Direttivo, dei Collegi dei Revisori dei Conti e dei Probiviri.
Per l’elezione viene utilizzata la scheda elettorale, il cui fac-simile è unito al presente verbale. Lo scrutino, iniziato seduta stante, sarà completato il giorno seguente e i seguenti risultati saranno verbalizzati con documento a parte.

f) Varie ed eventuali.

Il Presidente riunisce i soci presenti, interessati alla vertenza del minimo FIP, per informarli delle condizioni pattuite con lo Studio Legale Iacoviello nel caso di accettazione dello zainetto con rinuncia alla causa e della procedura da seguire qualora l’eventuale revoca del mandato al difensore fosse stata sottoscritta involontariamente.

La riunione viene sciolta alle ora 18.

IL SEGRETARIO                                       IL PRESIDENTE
Matteo Lantero                                       Giovanni Lo Vetere