L’Associazione
pensionati della Banca Carige apprezza gli sforzi compiuti dai
Commissari straordinari per il salvataggio della Banca, con
l’intento di evitare ulteriori conseguenze negative a carico del
personale dipendente e sull’economia ligure, già pesantemente
provata dalla perdita di aziende e di traffici commerciali.
Fa
voti affinché l’ultimo piano industriale, varato
dall’Amministrazione d’intesa con operatori pubblici e privati,
sia positivamente accolto dalle Autorità competenti, accettato
dall’attuale maggiore azionista il gruppo Malacalza, e possa
permettere il ritorno ad una operatività redditizia.
Il
Consiglio Direttivo dell’Associazione non si nasconde, e desidera
renderne ampiamente edotti i propri soci, che l’adesione al
prossimo aumento di capitale è soggetta non solo ai rischi propri
del mercato azionario, ma anche e soprattutto a quelli connessi alla
realizzazione degli obiettivi economici e patrimoniali prefissati nel
piano di risanamento.
Tuttavia,
il concretizzarsi dell’operazione dell’aumento di capitale sotto
l’egida del FITD, che garantisce tutti i conti correnti e i
depositi vincolati sino a € 100 mila pro capite e che si farà
carico della copertura dell’eventuale aumento di capitale inoptato,
apre per Banca Carige, in un contesto di ricostituzione patrimoniale,
la possibilità di un recupero dei rapporti con la clientela, quale
indispensabile premessa di un proficuo rilancio dell’attività,
valorizzando la sua vocazione regionale e limitando, per quanto
possibile, la perdita dei posti di lavoro.
In
questa prospettiva, As.Pe. Carige raccomanda a tutti i suoi associati
di continuare a privilegiare i rapporti con la Banca e di diffondere
coerentemente positivi segnali di fiducia fra le proprie cerchie di
familiari, amici e conoscenti ai fini della ripresa e dello sviluppo
dei rapporti bancari, ovviamente a pari condizioni di prezzo e
qualità dei servizi.
In
merito al prospettato aumento di capitale per € 700 milioni (oltre
a € 200 milioni di obbligazioni subordinate collocate presso
operatori istituzionali), non è possibile al momento esprimere un
parere favorevole all’esercizio dei diritti e alla sottoscrizione
di nuove azioni in quanto gli accordi di riacquisto a forte sconto da
parte di CCB Credito Cooperativo di una rilevante quota del capitale
rimasto in mano al garante FITD farebbe mancare il necessario
flottante di borsa o ne farebbe calare proporzionalmente il prezzo.
Diverso
e collaborativo dovrebbe invece essere l’atteggiamento nel caso che
vengano individuate forme di partecipazione riservata ai vecchi e
nuovi azionisti limitatamente ad una quota di minoranza a condizioni
di prezzo, modalità e oneri paragonabili a quelle di CCB, con
utilizzo dello stesso o analogo schema, in mancanza delle quali
sarebbe il mercato a decurtarne il valore o l’illiquidità del
titolo a bloccarne la trattazione.
Confidando
che si tratti di un intervento risolutivo e cercando di dimenticare i
danni economici e morali della mala
gestio che
li ha provocati, il Consiglio Direttivo si rivolge ai propri soci
affinché valutino a tempo debito, sempreché la suddetta questione
trovi una ragionevole soluzione, la possibilità di prendere in
considerazione la sottoscrizione o l’acquisto di piccole quote del
nuovo capitale, un gesto simbolico che se replicato dalle persone che
hanno a cuore le sorti di Genova e di Carige, potrebbe avere positivi
effetti moltiplicatori.
Vi
invitiamo quindi a partecipare alla prossima assemblea Carige in
proprio o per delega, in base all’esito della quale forniremo un
parere fondato su più supportati elementi di giudizio.
In
ogni caso, la Banca risanata e ben guidata riacquisterebbe, almeno in
parte, un patrimonio intangibile aggiuntivo rappresentato dalla
fiducia riposta in tempi migliori nella Cassa di Risparmio di Genova
e Imperia, di cui conserva il nome nella ragione sociale.