Dichiaro
sin d’ora che As.Pe. e i suoi Soci, qui presenti in proprio o per
delega, voteranno a favore dell’aumento di capitale e
dell’aggregazione bancaria individuata dai Commissari Straordinari
d’intesa con il FITD.
Anche
perché questa proposta proviene da persone senz’altro serie e
competenti, non devo dirlo io, ma hanno messo tutta la loro passione,
come abbiamo sentito in apertura di questa riunione; e la passione è
molto importante in una situazione delicata come questa.
Avremmo
preferito la soluzione stand
alone, ma riteniamo che con la
disastrosa eredità di perdite e rischi che pesano sul bilancio, la
Banca non possa più permettersi le incertezze di gestione e le
conflittualità emerse nel corso di una fin troppo lunga fase di
ristrutturazione.
Una
ristrutturazione ha senso solo se è in grado di ripristinare la
redditività, ma per farlo bisogna recuperare la fiducia della
clientela, sconcertata e offesa dagli eventi.
Non
è più possibile rimarginare le ferite subite da azionisti grandi e
piccoli (questi ultimi molto frazionati, ma complessivamente più
penalizzati), ma votiamo sì per salvare il salvabile, che non è
cosa di poco conto se si considerano cinque secoli di tradizione
bancaria, un know how
di capogruppo e un efficiente sistema di banking
on line.
Pensiamo
che sia ancora possibile preservare un marchio un tempo prestigioso e
un operatore del credito che non ha perso del tutto la fiducia di
migliaia di famiglie e di piccole imprese; un valore intangibile che
non può prescindere, però, dall’uscita dello stato di necessità
patrimoniale e dalla gestione di emergenza se si vogliono riafferrare
le redini di un’ordinata attività creditizia.
Non
ci sono alternative, ho sentito tanti discorsi relativi alla
ricapitalizzazione, ma perché gli azionisti possono mantenere questa
società bisognerebbe che si tassassero ulteriormente, non credo che
sia possibile fare un’ulteriore proposta e domani ci ritroveremo
invece con una situazione ben più grave.
Comprendiamo
la delusione della famiglia Malacalza, che vede vanificato il suo
impegno economico e personale profuso per risanare l’azienda.
Nella
vita della gente comune ci sono i momenti felici e quelli del pianto,
nell’impresa l’affermazione e la crisi, ma chi è più forte può
superarli e meritare a pieno titolo il riconoscimento storico di aver
salvato la banca, continuando a far parte dei futuri assetti
proprietari.
Siamo
certi che altri piccoli azionisti non faranno mancare il loro utile
apporto; se l’operazione andrà in porto, coloro che hanno a cuore
le sorti della Banca dovranno riattivare con fiducia i rapporti
bancari, ridandole fiato e slancio operativo, confidando che possa
presto riassumere un ruolo importante nell’economia locale.