Nel periodo fra il 4 e
il 13 dicembre 2019 andrà in esecuzione l’aumento di capitale sociale di € 700
milioni deliberato dall’assemblea straordinaria della Banca in data 20/9 u.s.
In particolare, essendo
la maggior parte dell’aumento garantito e sottoscritto dal FITD sarà riservata
ai vecchi azionisti una tranche di € 85 milioni al prezzo di € 0,001 in misura
proporzionale alle azioni possedute ante aumento di capitale, escluse le azioni
gratuite spettanti ai partecipanti all’assemblea, con una diluizione azionaria
di circa 14 volte rispetto alla situazione antecedente.
Il nuovo capitale, come
è noto, servirà a fronteggiare le perdite, in particolare dovute alla cessione
delle partite in sofferenza, per la necessaria pulizia di bilancio ai fini
della ricostituzione dei ratios patrimoniali di sopravvivenza.
Questa volta la CONSOB
ha preteso che la Banca emettesse, insieme al Prospetto Informativo, un
comunicato circa i rischi di perfezionamento della complessa operazione ad
incastri fra enti garanti dell’aumento di capitale, enti che sottoscriveranno
le obbligazioni convertibili e quelli che acquisteranno le sofferenze con o
senza garanzia statale, cui negli ultimi giorni si è aggiunta la tegola del
ricorso d’urgenza degli azionisti di risparmio, la cui partecipazione, pur
essendo di entità trascurabile, potrebbe provocare il rallentamento tecnico
della ricapitalizzazione.
Nel loro complesso quei
rischi dovrebbero risultare abbastanza contenuti in forza degli impegni
sottoscritti da tutti i soggetti coinvolti nel progetto di salvataggio, semmai
preoccupa la lievitazione delle perdite di bilancio in funzione del tempo che
passa e la preannunciata ennesima sostituzione dei vertici aziendali.
Ma la CONSOB ha anche
chiesto di sottolineare l’eventualità che il titolo non venga riammesso alla
quotazione di Borsa o addirittura di un delisting, a causa della
scarsità di flottante che rimarrebbe in circolazione, vista la possibilità che
la quota riservata ai vecchi azionisti non venga sottoscritta e l’esistenza di
un impegno del FITD di riservare l’intero pacchetto azionario a CCB sino al
31/12/2021.
In ogni caso, le
incertezze attuali e prospettiche renderebbero molto aleatorio un investimento
azionario essenzialmente basato sull’apparente convenienza di un prezzo di
emissione millesimale.
Già nel Comunicato
n.128 del 1/8/2019 palesavamo questo rischio e sconsigliavamo ulteriori impegni
al riguardo, pur apprezzando e poi sostenendo in assemblea il progetto di
salvataggio della Banca in cui abbiamo lavorato e che avrebbe meritato una
miglior sorte.
L’intervento del FITD,
che rappresenta l’intero sistema bancario, al di là del capitale immesso in
questa occasione, lascia sperare, se non altro per comunanza di interessi, che
gli eventuali problemi di gestione, che dovessero ancor presentarsi nel
prossimo futuro, verranno risolti nell’ambito del sistema senza compromettere
la solvibilità della Banca, che comporterebbe il rischio per il FITD di dover
rimborsare tutti i depositi liberi e vincolati sino alla concorrenza di €
100.000 pro capite.
In conclusione,
nonostante tutto, raccomandiamo di continuare a sostenere moralmente e
operativamente Carige, ma di rinviare nuovi investimenti a quando la situazione sarà meglio definita, a meno che non si
tratti di una partecipazione meramente simbolica.