Con riferimento a quanto già evidenziato in tema di perequazione pensioni/ridotta rivalutazione Istat, (da ultimo con Comunicato n.262 del 17 c.m.), segnaliamo una iniziativa lanciata da CIDA Manager, ed illustrata da “Il Sole 24 ore” del 24 u.s. . intitolata “salviamo il ceto medio”.
Tale iniziativa prende spunto dalla constatazione
che i 2/3 di tutta l’Iperf in Italia
sono pagati dai soli contribuenti
da lavoro e da pensione, e solo per i pensionati la prossima
legge di bilancio introduce ulteriori penalizzazioni - consistenti di fatto in ritenute alternative all’Irpef - ossia
riduce drasticamente le piene
rivalutazioni Istat per i pensionati, introdotte per legge nel 1969,e poi ridimensionate nel 1992.
Dopo troppi anni di reiterate vessazioni in tal
senso, la petizione di cui trattasi ripropone il problema di quanto sia iniquo continuare a sottrarre ulteriori risorse a chi ( il
pensionato) ha pagato onestamente tasse e contributi, in una economia “alterata
e inquinata dall’evasione”. Per sottoscriverla occorre collegarsi alla
piattaforma Change.org, raggiungibile al seguente link:
https://www.change.org/p/salviamo-il-ceto-medio?source_location=search ).
Chi intende aderire, deve selezionare “FIRMA LA
PETIZIONE”, inserire i propri dati, come richiesto e seguire le istruzioni
successive.
È evidente che più elevato sarà il numero di
aderenti (specialmente con la divulgazione tramite le diverse Associazioni di
pensionati interessate), più elevata
sarà la possibilità che la petizione
venga presa in considerazione.
La proposta, che nasce in difesa di tutte le forze produttive del Paese, presenti negli ambiti socioeconomici, pubblici e privati, che generano PIL, posti di lavoro e muovono l’economia, infatti si pone i seguenti obiettivi:
- Sostenere il potere d’acquisto delle pensioni
- Consentire la reale sostenibilità finanziaria del sistema pensionistico
- Valorizzare i contributi previdenziali versati dai lavoratori
- Assicurare una sostanziale maggiore equità fiscale
- Attivare una vera lotta all’evasione fiscale consentendo di rafforzare il welfare pubblico,che deve essere a carico di tutti ,secondo eque modalità impositive.
NB La petizione si appoggia a Change.org, una società, fondata nel 2007 negli Stati Uniti, che gestisce l’omonima piattaforma online gratuita di campagne sociali.