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BENVENUTI IN AS.PE. CARIGE !

libera associazione no profit, costituita nel 2013 fra pensionati ed esodati, già dipendenti di Banca Carige - Cassa di Risparmio di Genova e Imperia, per tutelare i diritti e gli interessi economici e morali dei propri Associati in materia previdenziale, assicurativa e sanitaria, assistendoli nei rapporti con le competenti strutture Bper, l’INPS e gli altri enti tributari, assicurativi e finanziari, pubblici e privati.

mercoledì 9 ottobre 2013

COMUNICATO N. 10 - BLOCCO DELLA RIVALUTAZIONE DELLE PENSIONI

La legge 503/92 di perequazione pensionistica, nel 2011, prevedeva la rivalutazione totale sino a 5 volte il minimo pari € 29.963.000 annui e dello 0,75% oltre tale importo.
Con la legge 201/11 “Salva Italia” è stata bloccata la rivalutazione per gli anni 2012-2013 delle pensioni d’importo superiore a 3 volte il minimo, pari a € 18.265.000, comprese le pensioni integrative a prestazione definita risultanti dal casellario INPS, con una perdita cumulata nei due anni di blocco del 4,32% per tutti i nostri pensionati.
Ora il Governo, secondo le notizie di stampa apparse il 9 ottobre 2010, si appresta a varare la legge di stabilità alzando il parametro a 6 volte il minimo, ma continuando ad escludere da qualsiasi rivalutazioni il cumulo delle pensioni per un numero di anni da stabilire, con la chiara intenzione di ridurre progressivamente l’onere previdenziale attraverso modalità surrettizie meno esposte alla dichiarazione d’incostituzionalità già intervenuta in precedenti occasioni.
Pertanto tutte le pensioni d’importo complessivo superiore a € 38.634.000 annui lordi (poco più di € 2.000 netti al mese, a tanto sembra essere sceso il concetto di “pensioni d’oro”), non sarebbero più rivalutate, esponendo la categoria a un graduale appiattimento sui minimi, a dispetto dell’entità dei contributi versati dalle aziende e dai lavoratori.
Ma l’iniquità maggiore consiste nel cumulo fra la pensione obbligatoria e la pensione integrativa privata, che comporta quasi sempre il superamento dei limiti di legge, anche nei casi in cui la sola pensione INPS è d’importo inferiore.
Inoltre il blocco della rivalutazione riduce anche l’esborso, come già avvenuto nel 2008, 2012 e 2013, dei Fondi privati le cui prestazioni non gravano sulle finanze dello Stato essendo gestiti in autonomia di bilancio e di rischio.
Sarà nostra cura seguire l’iter di questa nuova legge, auspicando che venga eliminata dal testo la forzatura del cumulo pensionistico ed elevato o modulato in modo più ragionevole il minimo perequato, senza per questo sottrarci al dovere di concorrere con equità e temporaneamente agli oneri straordinari per i disoccupati e gli esodati insieme alle altre categorie di contribuenti.

lunedì 7 ottobre 2013

UNA VIGNETTA PER L'EUROPA


Il nostro socio Gianfranco Uber ha vinto il Primo Premio del Concorso "Una vignetta per l'Europa"
organizzato dalla Rappresentanza Italiana della Commissione Europea nell'ambito del Festival Internazionale di Ferrara, con questa vignetta apparsa sul sito di Radio3 della RAI in occasione dell'assegnazione del Nobel per la Pace 2012. (comunicato ufficiale).
Molti soci conosceranno già da tempo l'attività grafico-umoristica di Gianfranco dalle colonne della purtroppo effimera "Casanetta" o per l'indimenticato salvadanaio, vecchio simbolo delle diverse attività del Circolo.
A lui le congratulazioni della nostra Associazione certi che vorrà, di tanto in tanto, alleggerire il contenuto necessariamente serioso di questo Sito con qualche vignetta delle sue.

Il Presidente

mercoledì 2 ottobre 2013

COMUNICATO N. 9 - Azionisti Carige

L’Assemblea del 30/9/2013 ha eletto il nuovo Consiglio d’Amministrazione della Banca Carige, nominando Presidente il dott. Cesare Castelbarco Albani, in sostituzione del dott. Giovanni Berneschi, e Vice Presidente il dott. Alessandro Repetto, in sostituzione del dott. Alessandro Scajola.
Riportiamo il testo dell’intervento assembleare del nostro Presidente, Giovanni Lo Vetere:
Abbiamo letto, con dolore e sconcerto essendo ex dipendenti, le desolanti notizie dei rilievi ispettivi della Banca d’Italia che spiegano il peggioramento dei conti di Carige, già emerso in occasione della recente assemblea di bilancio.
Ne esce un quadro, a dire il vero non isolato nel panorama italiano, di generale indifferenza per le regole di sana e prudente gestione, che renderebbero la navigazione delle banche meno esposta ai venti di traversia anche in tempi di crisi.
C’è chi apprezza la difesa del localismo e dell’indipendenza della banca, che restano, nonostante tutto, i tradizionali punti di forza di Carige, purché non producano il clientelismo e i conflitti d’interesse, che danneggiano i piccoli azionisti e la stessa crescita sostenibile del Gruppo, alla quale sono legati gli interessi territoriali diffusi: quelli dei lavoratori in primis, i loro fondi pensione e gli enti di pubblica utilità sostenuti dalla Fondazione, solo per citarne alcuni.
La crisi senza dubbio morde, ma alcuni investimenti improduttivi e rischi anomali si sarebbero potuti evitare o, almeno, limitare adottando politiche di bilancio trasparenti, non condizionate dall’esigenza di giustificare gli squilibri delle assicurazioni e le costose acquisizioni di sportelli, già passate di moda.
Ora, sembra che tutto debba imputarsi a un sol uomo al comando, sia pure decisionista e intraprendente, ritenuto un abile accentratore di poteri e un temuto padrone, adulato persino dai media e dall’Università cittadina.
Ma i Sindaci confermavano le valutazioni di bilancio, i Revisori attestavano soltanto il rispetto formale delle regole contabili, la stessa struttura decisionale orientava i pareri tecnici agli esiti voluti, i Consiglieri forse non entravano troppo nel merito delle operazioni o perché distratti dai loro importanti incarichi esterni o per non andare controcorrente.
Non meno imprudente è stata la Fondazione, che ha concentrato il proprio patrimonio nell’unico cespite posseduto per mantenerne il controllo, con onerose operazioni sul capitale confidando nella stabilità dei dividendi, pur avendo forti motivi e adeguati strumenti per cautelarsi.
Ci sono molti dipendenti - meno attrezzati - che hanno investito, prima e in occasione del collocamento a riposo, il trattamento di fine rapporto in azioni Carige per ritrovarsi con un pugno di mosche alle quotazioni correnti.
Noi pensionati della Cassa di Risparmio, come continuiamo a chiamarla, desideriamo, anche per motivi affettivi, che venga ripristinato il prestigio dell’antica istituzione creditizia con il contributo di amministratori capaci e indipendenti: il compito è difficile, ma quando il momento è grave, le buone regole tornano in auge e le persone ritrovano lo slancio etico della rifondazione.
La situazione imporrebbe una gestione transitoria per fare chiarezza sui dubbi che zavorrano le prospettive dell’indispensabile ricapitalizzazione; tuttavia, visto che si tratta di formare il nuovo Consiglio con i nomi proposti, noi voteremo la lista della Fondazione, più rinnovata delle altre al suo interno, a mero titolo d’incoraggiamento morale non essendo i nostri voti determinanti.
Ciò nella speranza che i nuovi vertici promuovano un riassetto del Gruppo intorno al nocciolo duro dell’attività bancaria, che era e resta il risparmio dei Liguri, sotto l’egida di una più articolata e meno conflittuale compagine sociale.”