BENVENUTO

BENVENUTI IN AS.PE. CARIGE !

libera associazione no profit, costituita nel 2013 fra pensionati ed esodati, già dipendenti di Banca Carige - Cassa di Risparmio di Genova e Imperia, per tutelare i diritti e gli interessi economici e morali dei propri Associati in materia previdenziale, assicurativa e sanitaria, assistendoli nei rapporti con le competenti strutture Bper, l’INPS e gli altri enti tributari, assicurativi e finanziari, pubblici e privati.

lunedì 21 dicembre 2015

Comunicato n.56 - Liquidazione in forma di capitale del FIP

Facciamo seguito al Comunicato n.55 per segnalare che la nostra Associazione non ha aderito alle proposte aziendali di liquidazione del FIP in forma di capitale, preconfezionate e immodificabili, dal momento che non c’è mai stata una vera trattativa, ma solo il desiderio della Banca di attenuare gli effetti che il nostro atteggiamento negativo potrebbe provocare sul numero delle adesioni.
Come la stessa Azienda ha precisato nelle lettere in corso di distribuzione, che conterranno l’importo lordo offerto, la proposta è subordinata al raggiungimento del 70% di adesioni per teste o del 50% dell’importo della riserva matematica totale, in quanto l’operazione, non prevista dal nostro Regolamento, è soggetta ad autorizzazione della Co.Vi.P., che usa questo criterio referendario in mancanza di una delibera degli organi assembleari, inesistenti nel caso di un Fondo preesistente, interno al bilancio della Banca.
Le suddette percentuali comprendono anche il personale in servizio che ha già optato per il trasferimento delle proprie posizioni individuali ad altro Fondo a contribuzione definita, pertanto alla Banca occorre il 45/50% di adesioni dei circa 2.000 pensionati attuali e differiti per raggiungere il quorum autorizzativo richiesto.
Nei nostri incontri avevamo chiesto una ragionevole composizione di alcune vertenze e la trasparenza delle cifre offerte, con la specifica delle metodologie attuariali utilizzate, ma nemmeno questa semplice forma di chiarezza nei rapporti è stata accolta, siglando invece un’intesa sindacale, priva di qualsiasi valore di legge rispetto ai pensionati, e per di più tenuta riservata, che non ha altro scopo se non quello di giustificare a priori la congruità delle cifre offerte dalla Banca.
Manifestiamo il nostro forte dissenso in merito allo smantellamento progressivo del FIP il quale, oltre ad avere natura retributiva e solidaristica, è dotato dell’integrale copertura della riserva matematica al servizio delle pensioni future, che mette la Banca al riparo da imprevedibili rischi attuariali e finanziari, con l’eccezione delle varie vertenze aperte sul minimo garantito e sulla perequazione.
Inoltre, nella maggior parte dei casi, la rendita è la forma di previdenza più idonea per la terza età, a meno che, per es., non si intenda estinguere un mutuo oneroso o aiutare i figli ad acquistare la prima casa; sotto il profilo fiscale, si ricorda che la pensione beneficia dell’abbattimento dell’imponibile del 12.50%, con sensibile riduzione dell’aliquota Irpef marginale, mentre il capitale è tassato al 100%, però con un’aliquota progressiva più bassa legata agli anni di iscrizione al Fondo, e il suo eventuale reinvestimento è soggetto a rischi di mercato e ad ulteriori imposte.
Per decidere c’è tempo sino al termine indicato nella lettera, nel frattempo invitiamo i soci a riflettere, senza esprimere le loro preferenze nel momento della consegna delle lettera, e a fornirci via mail l’importo della propria pensione integrativa lorda (somma algebrica delle voci 2350-2351-2352 e, se presente, 2362) e la data di nascita del coniuge, anche separato, in modo da facilitare le risposte alle tante richieste di consulenza che stanno pervenendo in sede.
Avremmo voluto indire un’Assemblea per illustrare compiutamente il problema, ma non ce ne sarà il tempo; a mero titolo orientativo consultatevi fra di voi con il passa parola e fateci sapere, possibilmente per posta elettronica, quale scelta personale intendereste operare.
Si ricorda a tutti che As.Pe. è un’associazione senza fini di lucro, che può svolgere la propria attività solo nei confronti degli associati; è quindi opportuno per chi volesse iscriversi con decorrenza 2016 di farlo subito via mail, utilizzando il modulo pubblicato sul nostro sito, per non gravare di questo adempimento le nostre limitate risorse di spazio e tempo disponibili in sede.

mercoledì 16 dicembre 2015

Comunicato n.55 – Convocazione in Carige dei pensionati FIP

Nei giorni scorsi abbiamo avuto un incontro con la Direzione del Personale della Banca Carige, che ci ha illustrato il suo progetto di erogare, su base volontaria e in forma di un unico capitale, la pensione integrativa aziendale. Abbiamo fatto le nostre dovute riserve, chiesto alcuni dati sulla quantificazione dell'offerta, la conferma di alcuni aspetti garantistici per tutti i nostri soci e la contestuale definizione transattiva di alcune vertenze in atto. Le trattative sono appena iniziate senza che siano stati ancora definiti né i criteri né il quantum delle erogazioni. Ma l’Azienda ha fretta di concludere avendo la necessità di contabilizzare l’operazione a bilancio 2015.
Ovviamente nulla cambierebbe per i colleghi che decideranno di mantenere la pensione sotto forma di rendita.
In questa corsa a chiudere da parte aziendale, abbiamo avuto notizia che la Banca sta convocando tutti i pensionati FIP dal 23/12/15 all’8/1/2016 per gratificarli della strenna natalizia e informarli in merito all’iniziativa, presumibilmente, al fine di ottenere una loro adesione preventiva di massima all’offerta.
In quel periodo saremo in grado di fornire ai nostri soci e ai nuovi iscritti 2016, informazioni più precise sullo stato delle nostre trattative e, in seguito, un’adeguata consulenza contabile in ordine alle proposte aziendali.  
Si invitano, pertanto, tutti i nostri Soci a non assumere alcun impegno formale e a farci visita in vico Falamonica,1/12 sc.d, nei consueti giorni di apertura della sede (e probabilmente in altri giorni che segnaleremo con SMS) o previo appuntamento telefonico, in quell’occasione o nei giorni immediatamente successivi, per aver ragguagli sulla eventuale conclusione dell’accordo e sulla valutazione economica dell’offerta che riceveranno dall’azienda, nonché ai conseguenti riflessi riguardo sia alle azioni giudiziali eventualmente avviate sia su quelle allo stato solo ipotizzate.
In ogni caso, tempi e spazi permettendo, sarà una gradita occasione per incontrarci e scambiarci amichevoli auguri di Buone Feste.

IL CONSIGLIO DIRETTIVO

Comunicato n. 54 - Modalità di versamento delle quote sociali 2016

Gentili Consocie. cari Consoci,
in questi giorni molti associati si sono affrettati ad eseguire direttamente in sede il pagamento della quota sociale per il 2016; apprezziamo molto tanta solerzia e siamo davvero lieti di incontrare di persona tanti amici ma, al contempo, dobbiamo ricordare che, fortunatamente, non siamo più i quattro gatti dei primi tempi e che di conseguenza l’esazione manuale delle quote diventa un fatto oneroso anche per la gestione contabile e per l’aggiornamento delle singole posizioni a Libro Soci.

Nel confermare che l’importo delle quote annuali resta invariato rispetto al 2014 e al 2015 per le categorie statutarie (AP € 10, QD € 20 e DIR € 40), con riduzione del 50% per i soci titolari di pensione di reversibilità, chiediamo, a quanti non abbiano già provveduto, di voler ordinare presso la Dipendenza dove intrattengono il c/c personale di cat. 18 l’accredito con periodicità annuale a partire dal 2 gennaio 2016 (posticipato in caso di giorno non lavorativo) a favore di

AS.PE. CARIGE Associazione Pensionati Fondo Integrativo Banca Carige
c/c 70885/18/040 - IBAN IT91 F061 7501 4000 0000 7088 518

Si ricorda che è possibile effettuare l’operazione anche on line accedendo alla sezione “Ricariche e Bonifici”, sottomenù “Bonifici continuativi”, seguendo lo schema guida per l’inserimento dati nella sezione “Prenotazioni”, ferma restando la facoltà di stampa, modifica e/o revoca in qualsiasi momento;

Confidiamo molto nella Vostra collaborazione e formuliamo i nostri più cordiali saluti con gli AUGURI DI BUON NATALE E UN SERENO ANNO NUOVO a Voi tutti e alle vostre Famiglie.

IL CONSIGLIO DIRETTIVO



domenica 6 dicembre 2015

COMUNICATO N. 53 – Polizza sanitaria 2016

Facciamo seguito al Comunicato n. 48 del 19.10.2015 di pari oggetto per fornire alcune integrazioni e precisazioni per la parte riguardante la migrazione a UNISALUTE a decorrere dal 01.01.2016 della polizza sanitaria sin qui stipulata con CATTOLICA ASSICURAZIONI, da realizzare attraverso l’accettazione tacita, salvo comunicazione di recesso (o modifica riduttiva del nucleo familiare).
Nella scorsa settimana è stato pubblicato sul sito associativo sotto la voce “ Polizza sanitaria 2016” un documento denominato “Fascicolo informativo – Contratto di assicurazione sanitaria” redatto dalla capofila Unione Pensionati del Banco di Napoli d’intesa con la contraente Unisalute, poi sostituito in data 05.12.2015 da una versione di aggiornamento datata 25.11.2015 e contenente:
- una nota informativa, corredata da un glossario, sul contratto di assicurazione, sulle forme di assistenza e sulle procedure di liquidazione;
- il contratto-tipo di assicurazione (definibile tale nel senso che talune specifiche formalità o coperture possono esulare dal rapporto instaurato tra Assicuratore e U.P.B.N. e riguardare altre categorie di assicurati e clienti di Unisalute) con indicazione di scoperti e franchigie per le varie forme di copertura assicurativa ed i collegati massimali e sub-massimali.
- la modulistica contrattuale e operativa.
In relazione, si conferma che la nuova polizza si intenderà automaticamente applicata a tutti i nostri soci sottoscrittori della polizza Cattolica Assicurazioni 2015, salvo esplicita disdetta o variazione per cancellazione dagli attuali nuclei familiari, da comunicare mediante lettera semplice da consegnare o far pervenire alla Segreteria di AS.PE CARIGE. Il termine per tale adempimento, già indicato nel 30.11.2015 nel Comunicato n. 48 è stato prorogato a Venerdì 18 dicembre 2015 (ultimo giorno di apertura della sede prima delle festività natalizie). In via cautelativa si consiglia ai soci in tale senso interessati di segnalare la spedizione a mezzo posta mediante email indirizzata a aspe.bancacarige@gmail.com e p.c. a giuseppe.mongiardino@gmail.com.
Successivamente, la Segreteria di AS.PE. provvederà a trasmettere le lettere ricevute direttamente a Unione Pensionati Banco di Napoli in un unico plico raccomandato, evitando ai soci problemi di spedizione e rischi di recapito.
L’elenco su specifico supporto informatico dei convenzionamenti di Unisalute con strutture e medici ai fini dell’assistenza diretta, non è tuttora disponibile, per cui al momento è necessario consultare il sito di Unisalute, seguendo le indicazioni fornite nella nota allegata.
A rettifica di quanto precedentemente riferito, la dichiarazione anamnestica – anche dopo l’accettazione da parte della Società assicuratrice – non esclude l’applicazione di un periodo di carenza di 4 mesi per i nuovi assicurati (vedasi punto A2 delle condizioni generali – pag. 12 di 19 della polizza tipo ovvero pag. 24 secondo la numerazione progressiva in sovrimpressione).
Riferiamo infine che la materia delle nuove adesioni alla polizza UNISALUTE da parte di nostri Soci (in quanto aggregabili a Unione Pensionati del Banco di Napoli) è regolata dal punto 2 della “Condizioni di assicurazione” (Polizza) di pag. 13 del fascicolo informativo 25.11.2015, in cui sono indicati i soggetti assicurabili.
Al riguardo va considerato in primo luogo che la numerosità del gruppo familiare assicurato influisce – in termini di rischio – sulla diluizione del massimale assicurato di € 150.000/anno stabilito per ogni nucleo. Pertanto in caso di esistenza di nuclei familiari (derivati) costituiti dal figlio del socio iscritto, non convivente e non a carico e a sua volta con moglie e figli, si riterrebbe consigliabile la costituzione di nuclei autonomi, ancorché collegabili al socio stesso.
E’ stata poi confermata la norma che le adesioni in corso d’anno comportano il pagamento del premio totale se date nel corso del primo semestre, con riduzione al 60% per il secondo semestre. Sarebbe pertanto opportuno perfezionare la domanda in termini stretti per evitare il pagamento a vuoto di una parte del premio.
A tal fine si consiglierebbe di procedere immediatamente alla compilazione della documentazione per la parte riguardante direttamente il nucleo del socio e in primo luogo del “Questionario anamnestico Unisalute” avvalendosi eventualmente del proprio medico di base, Dovranno poi essere compilati i seguenti documenti (moduli tutti scaricabili dalla pagina “Polizza sanitaria 2016” del sito associativo www.aspecarige.it ”):
- scheda di adesione alla polizza “Convenzione malattie” con UNISALUTE
- scheda d’iscrizione – come socio aggregato – all’Unione Pensionati Banco di Napoli
- mandato per addebito diretto SEPA per il pagamento della quota associativa (€ 25,00) e del premio di assicurazione
Anche queste nuove adesioni dovrebbero pervenire ad AS.PE. CARIGE entro lo stesso termine del 18 dicembre 2015 previsto per le disdette, per una spedizione congiunta. L’Associazione si attiverà per un successivo invio in blocco delle nuove adesioni comunque pervenute entro il giorno 8 gennaio 2016.
Si fa infine riserva di comunicare in tempi possibilmente ristretti, le complete modalità occorrenti per l’estensione – in forma congiunta o disgiunta - ai familiari non a carico e non conviventi degli attuali aderenti, così come previsto, in via innovativa dagli accordi intercorsi tra Unisalute e U.P.B.N.
Per ulteriori informazioni e chiarimenti, di massima con carattere d’urgenza, potranno essere consultati telefonicamente il Segretario dott. Matteo LANTERO (328538077) e il Consigliere rag. Giuseppe Mongiardino (335 8136984) , ovvero per email, rispettivamente teolantero@libero.it e giuseppe.mongiardino@gmail.com.

 
MODALITA’ OPERATIVE PER VISUALIZZARE GLI ELENCHI DI STRUTTURE E MEDICI
CONVENZIONATI CON UNISALUTE

  1. Entrare nel sito www.unisalute.it
  2. Cliccare sul link “Centri medici convenzionati in tutta Italia” posto in una riga in colore blu collocata nella prima metà della home page
  3. Si accede ad una pagina titolata “strutture sanitarie convenzionate”
    1. ove, a metà, è collocato un link in colore blu denominato “vai alle strutture”; dare un clic.
    2. Compare una pagina con una mappa dell’Europa meridionale, che alla sommità ha due link “seleziona una provincia” e “scegli strutture”. che consentono di prendere visione delle strutture convenzionate , suddivise per provincia e tipologia (case di cura; centri diagnostici e studi medici; centri odontoiatrici; wellness), dandone la localizzazione sulla mappa geografica interessata. A tal fine selezionare dapprima la provincia di interesse e successivamente il tipo di struttura. L’elenco è disponibile sulla parte destra della pagina.
    3. A fondo pagina esiste poi un link denominato “clicca qui per visualizzare i medici convenzionati” che apre all’elenco completo, in ordine alfabetico, dei sanitari convenzionati.
Sarà nostra cura, comunque, cercare di produrre in tempi brevi elenchi disponibili sul sito della nostra Associazione



martedì 17 novembre 2015

COMUNICATO n.52 – Altre considerazioni in merito alla portabilità del FIP.

Le procedure aziendalmente in atto per addivenire a una profonda trasformazione del nostro FIP - da trattamento pensionistico complessivo garantito e correlato all'ultima retribuzione in servizio, ad una prestazione prospettica aggiuntiva calcolata col metodo contributivo e svincolata dalla pensione Inps, in questi giorni sono oggetto di numerose richieste di nostre delucidazioni da parte di soci, che non sono solo pensionati ma anche parte dei c.d. "attivi", ossia personale ancora in servizio con elevata anzianità d’iscrizione al Fondo.
Altri vorrebbero che restassimo totalmente estranei da quanto avviene, come se vi fossero due Fondi pensione ben distinti (uno per gli attivi e un altro per i pensionati): ma non è assolutamente così, non solo perché lo diciamo noi, ma in quanto lo prevede chiaramente il Regolamento, che notoriamente non può essere modificato e che è sempre stato strutturato (continuativamente da oltre 50 anni) come un’unica entità proprio da parte delle fonti istitutive, ossia Carige, le OO.SS. e, dal 1992, da ciascun iscritto, che contrattualmente lo ha ratificato, accettandone le previsioni.
Ci giunge altresì informale notizia che una consistente parte degli attivi avrebbe già optato per ottenere una zainettizzazione (termine di per sé già poco gradevole), forse perché spinti da tanti consigli in tal senso, proprio da parte di chi in passato si era invece contrattualmente impegnato a garantire nel tempo una previdenza meno aleatoria, quale parte della retribuzione maturata in servizio ma erogata in pensione, mentre oggi sembra fortemente portato ad alimentare dubbi metagiuridici e scenari di pericolo, che non giovano certo all’immagine della Banca, che dichiara d’aver riacquistato solidità patrimoniale ed equilibrio economico, anche a spese dei tanti dipendenti e pensionati che hanno sottoscritto gli aumenti di capitale.
L’Accordo sindacale sottostante alla zainettizzazione, che (solo) apparentemente sostiene di non modificare il Regolamento, consentirebbe all’Azienda di proporre al personale in servizio una transazione forfettaria, tra l'altro da formalizzarsi con atto di rinuncia a 360 gradi (chissà perché?). Per supportare questa affermazione e giustificarla, il documento fa riferimento ad una sentenza di Cassazione del 14/1/2015, la n°477 che, giudicando sulla restituzione del contributo aziendale in caso di risoluzione del rapporto di lavoro, ha esteso in via analogica la normativa stabilita al riguardo dalla Legge n. 252/2005 sui Fondi preesistenti a prestazioni definite, di tipo collettivo e a ripartizione.
Non vogliamo in questa sede entrare nel merito dell’uso disinvolto e parziale delle disposizioni pensionistiche contrattuali e di legge riferite a casi totalmente diversi dalla nostra fattispecie, che invece fonda la riserva matematica sul capitale di copertura degli impegni previdenziali futuri della Banca. Desideriamo per ora solo chiarire ai tanti colleghi che ce lo chiedono, quanto segue, ferma la nostra posizione di fondo in merito:
a) La citata sentenza della Cassazione e la legge sui Fondi pensione, cui si fa testuale riferimento, disciplinano “il trasferimento dell’intera posizione individuale maturata ad altra forma pensionistica, la quale deve essere esplicitamente prevista dagli statuti (Regolamento del Fondo)". Oltre a non essere il nostro caso, la Cassazione chiarisce comunque molto bene che il trasferimento, nella fattispecie, deve consistere nella riserva matematica accantonata, verificabile con oggettivi calcoli attuariali, e non con metodologie diverse, più riduttive. 
b) La posizione di ciascun iscritto, individuabile mediante corrette metodologie attuariali, infatti non è quella calcolata da Carige applicando un coefficiente fisso alla (parziale) retribuzione pensionabile ponderato per l’anzianità di servizio, nell’intento forse di ricostruire un inesistente e diretto rapporto contributivo dello zainetto rispetto a quanto spettante, dal momento che l’offerta non tiene altresì conto della reversibilità e degli altri dati attuariali personali, che concorrono a rappresentare la reale “posizione individuale maturata”, secondo i criteri dettati dalla Corte e utilizzati per formazione del bilancio aziendale. A parte la mancanza di trasparenza sul metodo, non si può non criticare il risultato, cioè il contenuto dello zainetto in molti casi assai più ridotto del dovuto (ma non dovevano essere almeno applicati i principi della tanto sbandierata sentenza di Cassazione?).
c) Tale comportamento penalizza le donne, i pensionati di età inferiore alla media, i coniugati e i titolari di integrazioni tendenzialmente più elevate, solo in parte compensato dal bonus per minimo garantito e altre vertenze, l’unico aspetto che richiederebbe un’intesa transattiva in caso di accettazione, non essendo plausibile, nemmeno con l’interpretazione data dalle parti firmatarie dell’accordo, alcuna penalizzazione a fronte dell’asserito diritto di chiedere la portabilità della propria posizione maturata (c.d. zainetto, ma pieno e non ridotto), che conseguentemente dovrebbe essere chiaramente evidenziata a parte esplicitando i criteri attuariali usati per calcolarla.          
Una sigla sindacale si è persino spinta ad ipotizzare l’estensione dell’offerta ai pensionati, a nostro avviso tanto più impercorribile, per cui rassicuriamo tutti i nostri soci in quiescenza in merito alle vicende che stanno preoccupando i nostri colleghi ancora in servizio, ai quali vanno la nostra solidarietà e la nostra comprensione per il difficile momento che stanno vivendo (e ci riferiamo proprio alla qualità dell’informazione aziendale e non alle motivazioni talora fuorvianti cui possono essere soggetti).

giovedì 5 novembre 2015

COMUNICATO N.51 – Considerazioni in merito alla c.d. “zainettatura” del FIP.

Abbiamo letto, come tutti i soggetti interessati, la circolare delle OOSS aziendali del 3/11/2015, che commentiamo per la parte di nostra competenza e cioè quella dei pensionati e degli iscritti al FIP in attesa di pensionamento, che ci stanno interpellando sulla difficile decisione da prendere nel giro di pochi giorni.
Diciamo subito che del contenuto della circolare apprezziamo solo alcune dichiarazioni su garanzie minimali per gli iscritti, quali l’assoluta volontarietà di aderire o no alle proposte che prossimamente farà l'azienda ai singoli nonché l’asserito principio consistente nella volontà” di non toccare minimamente il Regolamento del Fondo” e che “gli unici ad avere un diritto garantito alle prestazioni del FIP sono i colleghi pensionati” (dimenticando peraltro l’analoga posizione degli attivi). Riteniamo che queste valutazioni del Sindacato siano maturate a seguito di approfondite riflessioni giuridiche, che pensiamo siano frutto delle nostre iniziative di chiarimento (trattative con l’azienda sui pensionati) e di contrasto (nostra diffida ad azienda e sindacati), anche se a qualcuno piacerà continuare a credere che le trattative sindacali, tenute sino all’ultimo segrete, prevedessero tali vincoli sin dai primi contatti.
Molto più opinabile è l’affermazione che il diritto alla pensione è una semplice “aspettativa” da parte dei colleghi in servizio, perché non tiene minimamente conto dei diritti individuali nascenti dai noti impegni aziendali del 1992, a cui peraltro volontariamente si rinuncerebbe uscendo dal Fondo con una transazione avente valore di sentenza giudiziale, come previsto dal recentissimo accordo aziendale.
Concordiamo invece sul fatto che oggi da più parti si cerchi di ledere i diritti sia dei pensionandi sia dei pensionati per effetto delle ricorrenti leggi di dubbia legittimità costituzionale, che toccano spesso materie di natura privata o riservate alla contrattazione collettiva, sempre all’ordine del giorno nel tormentato settore previdenziale, sui cui imponderabili riflessi economici e normativi prospettici ognuno può fare solo delle stime approssimative personali ed a cui talora le aziende fanno riferimento per ridurre sensibilmente i loro costi operativi, come nel nostro caso.
Fra le riforme penalizzanti già da tempo in atto, c’è anche quella del sistema contributivo per le pensioni pubbliche e private, non più retributive, che purtroppo determinerà una graduale perdita nel tempo dell’entità della pensione INPS liquidata: ed è per questo che il nostro FIP è particolarmente garantista, perché pone a carico della Banca l’onere di questa riduzione, essendo il nostro Regolamento sorto, e poi prudenzialmente alimentato, proprio per proteggere gli iscritti da situazioni di questo tipo.
Il Regolamento del FIP, a suo tempo firmato dalle stesse parti Istitutive che oggi vogliono svuotarlo, prefigurava proprio questi scenari garantendoli, come tuttora li garantisce, fissando la parametrazione ad un trattamento pensionistico complessivo (garanzia del totale Inps + integrazione) con conseguente obbligo di copertura delle riserve tecniche appostate a bilancio con vincolo di destinazione.
Il nostro FIP assicura, inoltre, un’integrazione minima rivalutabile a tutela delle pensioni aziendali meno elevate di ciascuna categoria ma questa integrazione minima è stata indebitamente bloccata nella misura stabilita nel lontano 1997: le recentissime intese aziendali anche per sanare questa irregolarità, liquidano una somma (minore) a stralcio, molto probabilmente per agevolare i provvedimenti utili all’azienda (esodo e uscita dal FIP), mentre centinaia di altri aventi diritto devono ricorrere in giudizio per rivendicarla.
Prendiamo il caso teorico di una collega di 65 anni, con più di 35 anni di servizio, da collocare a riposo entro fine anno, senza la reversibilità né incentivo per l’esodo: la Banca ad oggi, se ha diritto al solo minimo garantito, eroga una pensione mensile di € 317,93, mentre con la dovuta rivalutazione, a sensi dell’accordo sindacale del 1997, l’importo deve essere di € 453,47.
Per il caso di specie, simile a moltissimi altri con le variazioni dovute alle diverse anzianità di servizio, speranza di vita e situazione familiare, la quota parte individuale della riserva complessivamente esposta a bilancio, che ormai negli accordi viene chiamata zainetto, calcolata su una rendita di € 317,93 mensili ammonterebbe a circa € 87.500, secondo i dati attuariali di base assunti ai fini della valutazione dell’obbligazione futura della Banca. Se invece fosse stata calcolata sul minimo rivalutato di € 453,47 l’accantonamento individuale salirebbe a circa € 125.000.
Per un collega appartenente, invece, al più elevato grado dei quadri (ex funzionario gr.4° CL.8), età 65 anni, anzianità di servizio 35 anni, coniuge di 60 anni d'età, collocato a riposo con il minimo garantito, la pensione lorda oggi erogata, è pari a circa € 550, mentre dovrebbe invece essere rivalutata ad € 784.
Il relativo zainetto, secondo idonei calcoli attuariali, sarebbe di € 159.000 (senza la rivalutazione dovuta sul minimo) e di € 227.000, tenendo conto della rivalutazione del minimo .
Da quanto appreso la differenza fra le due cifre, con o senza rivalutazione del minimo, (ovviamente variabile da caso a caso) verrebbe forfetizzata in un bonus di € 22/24.000, calcolato in 35.imi, escludendolo dalla base attuariale di calcolo dello zainetto: risulta evidente la riduzione operata rispetto al dovuto.
Da quest’ultimo accordo sindacale emergono poi palesi disparità di trattamento fra gli iscritti e la assunzione di oneri aziendali presenti e futuri non a carico del conto economico (come invece dovuto), bensì della riserva matematica F I P, già accantonata senza tenere conto di tali oneri.
In ogni caso la c.d. portabilità degli zainetti, in un altro contesto legislativo meno nebuloso dell’attuale, avrebbe dovuto essere basata sulla chiara e documentata definizione della posizione individuale di partenza e sull’integrale trasferimento del “credito futuro” al Fondo aperto prescelto.
Così non dovrebbe avvenire nel nostro caso: gli iscritti non possono fare una valutazione consapevole comparando l’effettivo zainetto maturato con l’importo che sarà loro proposto, e quindi non potranno decidere in conformità a una consapevole valutazione di tutti gli elementi positivi e negativi al riguardo.
Pertanto, allo stato - ferma restando la ben nota posizione di As.Pe. - non possiamo che augurarci che l’Azienda metta gli interessati in condizione di effettuare consapevolmente la propria scelta, fornendo loro per iscritto l’esatto importo della pertinente quota di accantonamento stanziata nel bilancio semestrale scorso, evidenziando la riduzione proposta e l’eventuale bonus aggiuntivo a stralcio del minimo garantito: solo in tal caso una cosciente volontarietà di adesione potrà realizzarsi.

sabato 31 ottobre 2015

COMUNICATO N.50 - Circolare sul Fondo pensioni in corso di spedizione a tutti gli associati.

Cari Soci,
non tutti hanno ricevuto o letto sul nostro sito Internet il comunicato n.49, cui facciamo riferimento anche per non ripetere i motivi del nostro dissenso allo svuotamento del FIP, voluto dalla Banca e dalle OO.SS. aziendali, oggetto di una recente delibera per il personale in servizio, mentre è stata invece rinviata ogni decisione riguardante il personale in quiescenza a seguito della nostra diffida.
Per dare una dimensione all’operazione in corso, ricordiamo che il Fondo, iscritto a bilancio per € 367 milioni, è attualmente suddiviso fra n°1.324 attivi, iscritti prima del 1992, per una quota del 35% circa e n°1.848 pensionati (c.d. passivi) con una quota del 65%, compresi i c.d. differiti.
Il Fondo è la sommatoria delle posizioni individuali, calcolabili con precisione utilizzando gli stessi dati attuariali aziendali, ovviamente senza tener conto dei riflessi delle rivendicazioni in corso sulla perequazione e sul minimo garantito.
Per As.Pe. si tratta di un Fondo solidaristico, rientrante nelle fattispecie previste dall’art.2117 del CC, le cui modifiche devono essere sottoposte ad un Organo di rappresentanza elettivo (formato in maggioranza da pensionati) e non sono, comunque, opponibili ai singoli in forza del noto impegno aziendale del 1992.
Nonostante questa pregiudiziale, As.Pe. ha manifestato disponibilità a trattare perché la rappresentazione corretta del proprio accantonamento individuale, integrato dal riconoscimento di importanti diritti sub iudice abbinati ad una tassazione più favorevole (specie per le pensioni più basse), avrebbe potuto interessare una parte dei nostri iscritti, senza ledere i diritti di tutti gli altri.
L’azienda invece vuol compensare i maggiori costi delle transazioni con forti sconti sugli accantonamenti individuali e, per questo, necessita di un elevato numero di adesioni per promuovere l’iniziativa.
La corretta informativa fornita ai nostri soci, comprese le notizie sugli “attivi” apprese dall’azienda nel corso di quattro infruttuosi incontri per le trattative (se si tratta di informazioni non vere lo sapremo presto) ha scatenato le critiche sindacali, con messaggi trasversali, peraltro sprovvisti di qualsiasi dato orientativo, equivocando anche sul tasso di sconto del 2,25%, da noi definito non più rispondente alle attuali condizioni di mercato e non a quelle di contabilizzazione nel bilancio semestrale della Banca.  
Spiacciono le polemiche, specie quelle strumentali, non sul punto in questione estremamente importante per tutti, bensì sull’applicazione di norme contrattuali stipulate dalle parti istitutive o sulle interpretazioni del Regolamento effettuate in passato da chi per essa ha operato, peraltro senza alcuna incisiva opposizione da parte degli stessi che oggi vorrebbero assumere il ruolo di unici difensori degli interessi degli iscritti al FIP. L’apparente tardivo ravvedimento del 2011, citato nella circolare sindacale, è di evidente sostegno alla volontà della Banca di ridurre fortemente i costi del FIP e comunque penalizzante perché detta intesa era volta esclusivamente ad agevolare l’esodo e la liquidazione del FIP, non a sancire i diritti, anche retroattivi, di tutti gli iscritti. Comunque tali clausole non sono mai state sottoscritte da As.Pe., che prima non c'era e sin dalla sua costituzione le ha contestate.
Le nuove adesioni ricevute in questi giorni e persino l’invio di donazioni a sostegno della vertenza in atto, ci inducono a continuare sul cammino intrapreso, certi che la trasparenza dell’informazione consente di evitare decisioni non ponderate da parte dei singoli e aiuta ad avvicinare le posizioni delle parti contraenti.
Raccomando, quindi, ai Soci di continuare a sostenere l’Associazione attraverso la presentazione di nuovi iscritti e di agevolarne le funzioni amministrative - svolte a titolo di volontariato - mediante il passa parola della comunicazione e il pagamento della quota sociale mediante delega permanente.
Cordiali saluti.
IL PRESIDENTE
Giovanni Lo Vetere

lunedì 26 ottobre 2015

COMUNICATO N.49 – Proposta della Banca di erogare in forma di capitale l’accantonamento individuale maturato sul FIP.

Desideriamo informare i nostri soci che la Banca ci ha comunicato di aver raggiunto un’intesa definitiva (manca solo la formalità della firma) con le Organizzazioni sindacali aziendali per la liquidazione o riduzione del Fondo pensionistico integrativo interno, che dovrà essere a breve ratificata dal Consiglio d’Amministrazione della Banca e dagli iscritti al Fondo stesso.
L’accordo riguarderebbe soltanto il personale in servizio (c.d. attivi), su basi solo teoricamente volontarie, ma la Banca è intenzionata ad estenderlo ai pensionati con il benestare delle stesse OO.SS., che a quanto risulta dai colloqui intercorsi avrebbero già positivamente preso atto dello sconto operato sugli “zainetti” (cioè sulla liquidazione in forma di capitale della rendita pensionistica attualizzata), subordinato al raggiungimento di un numero elevato di adesioni, prevedendo crescenti penalizzazioni (con importi percentualmente più contenuti) nel caso in cui il numero delle adesioni risultasse inferiore alle attese aziendali.
In linea di massima, l’intesa raggiunta per il personale in servizio prevede il trasferimento di un capitale predefinito - pari all’85% della riserva matematica che la Banca ritiene corrispondente alla capitalizzazione della pensione - ad un Fondo pensionistico esterno di tipo contributivo, cioè senza più alcuna tutela legata all’integrazione contrattuale sino al 75% dell’ultima retribuzione pensionabile dell’assegno dell’INPS (come sino ad oggi previsto dal nostro FIP), la cui misura è soggetta allo scenario sfavorevole a tutti ben noto. In sostanza, per il personale in servizio aderente a questa iniziativa, lo zainetto potrà essere tramutato in pensione o capitale solo successivamente al collocamento a riposo.
L’accantonamento individuale di bilancio verrebbe prima ricalcolato in misura più favorevole per la Banca (fra l’altro senza l’aumento tendenziale della speranza di vita previsto dall’Istat), utilizzando un tasso di sconto del 2,25%, ormai fuori mercato, assai penalizzante per l’iscritto, e successivamente decurtato di un ulteriore 15%.
In questo contesto la Banca è ben conscia della propria inadempienza contrattuale riguardo alla mancata applicazione del minimo garantito rivalutato e dell’onerosità crescente delle previsioni del FIP nei confronti dei pensionati futuri, quasi tutti compresi nelle fasce pensionistiche di contenuto importo, i quali hanno maturato tale intangibile diritto, tanto è vero che integra l’offerta con un bonus, apparentemente significativo ma in realtà inadeguato, con prevedibili transazioni individuali inappellabili comportanti la rinuncia a qualsiasi diritto presente o futuro.
Il pacchetto concordato per gli attivi verrebbe esteso (proposta aziendale) ai pensionati con le seguenti integrazioni, dopo che la Banca ha avuto alcuni incontri di tipo esplicativo e negoziale con una delegazione di As.Pe.:
  1. Riconoscimento della mancata perequazione 1998-99-00 nella misura dell’85% agli aventi diritto nei limiti del capitale non prescritto (pur in presenza di cause vinte anche in Cassazione), aspetto ormai circoscritto a pochi pensionati dato il tempo trascorso per far giustizia.
  2. Riconoscimento del minimo garantito nella stessa misura agli aventi diritto e sempre nel limite del non prescritto (a conferma che l’Azienda è consapevole dell’inadempienza e ne ha tratto un profitto, per lungo tempo incontestato, a danno delle fasce più deboli, ma più numerose).
  3. Nessuna disponibilità per tutte le altre vertenze in sospeso, fra cui il blocco della perequazione degli anni 2008, 2012 e 2013 (in cui le pensioni integrative sono state, a nostro avviso, illegittimamente private degli aumenti Istat).
  4. La transazione dovrebbe essere accettata da tutti coloro che aderiscono all’offerta dell’85% dello zainetto base (che corrisponde a circa l’80% secondo corretti calcoli attuariali), peraltro condizionata al raggiungimento di determinate percentuali di adesione che assicurino alla Banca un risparmio rispetto all’accantonamento a bilancio, comprese le transazioni sul minimo e la perequazione.

Dopo due anni di incivili silenzi, la Banca ha convocato As.Pe. per una parvenza di trattativa e/o per assicurarsi la non belligeranza nei confronti dell’intesa sindacale raggiunta per gli attivi in servizio, all’evidente scopo di poter dire al Consiglio di Amministrazione che l’Associazione dei pensionati con maggior rappresentatività è stata informata e sentita al riguardo, prefigurando probabilmente il rifiuto di condizioni inaccettabili da parte di chi dispone di diritti acquisiti e di impegni contrattuali inattaccabili, e forse mettendolo da subito in conto non essendo facile per la Banca permettersi un così consistente drenaggio di liquidità.
Anche la nostra proposta di liquidare il 100% (di fatto 95%) sulle fasce di modesto importo (in cui si trova la maggioranza dei pensionati) con riduzione graduale sino all’80% (di fatto 75%) sulle pensioni di importo più elevato, purché su basi completamente volontarie e senza alcuna soglia minima di adesioni prefissata, ma con contestuale definizione delle vertenze in atto, è stata scartata adducendo anche il parere negativo del proprio attuario di fiducia.
Solo a queste condizioni, cioè accettando un forte ridimensionamento del Fondo, verrebbe “concesso” l’Organo di rappresentanza elettivo degli iscritti (già oggi in maggioranza pensionati) e una conferma della lettera individuale di impegno dell’immodificabilità delle clausole del Regolamento senza il consenso dei singoli: un’apertura al dialogo a dir poco risibile.
A parte la legittimazione conquistata sul campo da As.Pe. non restano che le potenziali rovine del Fondo, che l’Associazione cercherà di contrastare con tutte le sue forze, specie se avrà il convinto appoggio dei propri iscritti e l’adesione di tutti i pensionati a cui stia a cuore non solo l’integrazione della propria pensione, ma soprattutto i diritti vilipesi del Regolamento su importanti aspetti normativi di tipo collettivo e individuale, dovendo tutti noi avere sempre ben presente che la pensione aziendale è una parte differita della retribuzione maturata in servizio e non un ingiustificato privilegio, come qualcuno vorrebbe farci credere.
Raccomandiamo pertanto ai nostri soci di non aderire alle eventuali proposte che farà l’Azienda, direttamente od indirettamente, ricordando che la pensione liquidata è intangibile e che, come tale, sarà difesa in ogni sede dalla nostra Associazione.
IL CONSIGLIO DIRETTIVO

lunedì 19 ottobre 2015

COMUNICATO N.48 - Polizza sanitaria 2016

Portiamo a conoscenza che l’Unione Pensionati del Banco di Napoli, a cui la nostra Associazione si è appoggiata per la sottoscrizione di polizze assicurative sanitarie con Cattolica Assicurazioni scadenti il 31.12.2015, nei giorni scorsi ha definito un nuovo Accordo per l’anno 2016 con UNISALUTE del Gruppo Unipol, che consente il mantenimento delle attuali misure dei premi e dei massimali con alcuni miglioramenti normativi.

Fra questi, con riserva di più puntuale valutazione sulla scorta del testo della nuova polizza, non appena disponibile, si evidenziano:
- l’abolizione del “nomenclatore” (limite massimo di rimborsi per interventi di chirurghi non convenzionati);
- l’aumento da 86 a 87 anni del limite di età degli assicurandi;
- il ripristino del regime di assistenza diretta per esami di alta diagnostica (salvo quota di franchigia) in strutture convenzionate;
- l’estensione della copertura ai figli oggi non assicurabili ed ai rispettivi nuclei familiari (con anamnesi);

Le nuove condizioni saranno automaticamente applicabili dall’1.01.2016 per tutti gli attuali assicurati, salvo disdetta o comunicazione di variazione degli attuali nuclei familiari entro il termine del 30 novembre 2015.

Per le nuove adesioni viene introdotta la presentazione di una dichiarazione anamnestica di ogni assicurando, che – una volta accettata – elimina il periodo di carenza di 4 mesi oggi applicata.

Si fa riserva di successive informative e comunicazioni riguardanti:
- testo della nuova polizza sanitaria
- esami di alta diagnostica coperti da assicurazione
- elenco dei convenzionamenti
- tariffe agevolate per esami non coperti da assicurazione
- modulistica per le nuove adesioni ed in particolare il questionario anamnestico.
Ulteriori informazioni, anche interpretative, potranno essere altresì raccolte consultando, previa registrazione, il sito www.upbn.it
Per completezza di argomento si trascrivono le misure dei premi attualmente in vigore e confermate da Unisalute per il 2016:

Polizza TOP (massimale € 150.000 per singolo o nucleo):
850 per il titolare
1.100 per nucleo familiare (titolare, coniuge convivente a carico, figli conviventi a carico)
400 per ogni familiare convivente ma non a carico (inclusi coniuge e figli non conviventi)

Polizza LIGHT (massimale € 30.000 per persona – per grandi interventi chirurgici)
140 per ogni persona assicurata.

Si allega infine un prospetto comparativo delle innovazioni della nuova polizza TOP, trasmesso da U.P.B.N.







Attuale Copertura Cattolica
Proposta Unisalute
Nomenclatore
Previsto
Abrogato
Limite di età
86
87
Pagamento diretto presso strutture convenzionate per esami di alta diagnostica
Non previsto
Previsto con il versamento della sola franchigia
Interventi in strutture convenzionate
Scoperto del 30% con il minimo di € 750
Franchigia fissa di € 1.000
Tariffe agevolate per esami di alta diagnostica non annoverati in polizza
Non previsto
Previsto
Presentazione delle notule di spesa in copia e non in originale
Non previsto
Previsto
Estensione della copertura ai figli e ai loro nuclei familiari
Limitata solo ai figli e nel caso di non convivenza solo per quelli di età non superiore ai  35 anni
Previsto
Invio di messaggistica a mezzo e-mail/sms sullo stato della pratica e sul buon esito del rimborso
Non previsto
Previsto
S’invitano i Soci interessati a tale servizio a segnalare un idoneo recapito
Spese infermieristiche fuori ricovero
Non previste
Previste per 30 giorni ad € 50
Spese accompagnatore
Previsto x max 30 giorni
Previsto x max 40 giorni
Prestazioni prima e dopo intervento
90 giorni
100 giorni

giovedì 15 ottobre 2015

COMUNICATO N. 47 - Perequazione (ossia aggiornamenti Istat) delle pensioni per gli anni 2012 e 2013.



Con precedenti comunicati, si è portata a conoscenza la sentenza n.70/2015, con cui la Corte Costituzionale ha dichiarato illegittima quella parte della legge Fornero che aveva bloccato la rivalutazione Istat delle pensioni, per gli anni 2012 e 2013, sia INPS sia integrative (FIP).
E’ poi, però, intervenuto il Governo, con il Decreto Legge n.65/2015, che ha di fatto svuotato la portata della decisione della Corte Costituzionale, prevedendo (ma solo per i trattamenti  pensionistici d’importo mensile inferiore ad euro 2.886 lordi) la corresponsione in misura ridotta e graduata degli arretrati dovuti, oltre ad una rivalutazione prospettica in misura incisivamente ridotta.
I termini della questione sono già stati affrontati dai nostri Comunicati n. 41 e 44, nonché con sms e messaggi in posta elettronica, a cui si rinvia per non appesantire la presente trattazione.
La vicenda presenta ora i presupposti di una possibile contestazione in sede giudiziale per tutti coloro (e sono la stragrande maggioranza dei nostri Soci) che hanno subito e stanno subendo la mancata/ridotta rivalutazione dei trattamenti Inps e FIP, tenendo presente che per definire i limiti di reddito mensili sopra indicati viene fatto riferimento al Casellario Inps, che somma tutti i trattamenti pensionistici.
In termini economici, la mancata rivalutazione per gli anni 2012 e 2013 può essere quantificata in circa 2 mensilità per arretrati e in un aumento di circa il 5% delle pensioni in atto.
Per contestare quanto sopra, e interrompere la prescrizione, nei nostri precedenti Comunicati abbiamo fatto presente che presso la nostra sede sono reperibili le bozze da utilizzare (1 lettera per l’Inps e 1 lettera per il FIP). Con mail autonoma provvederemo a ritrasmettere ai nostri Soci il testo di tali lettere (da non rispedire da parte di chi vi ha già provveduto); eventuali problemi in merito potranno essere affrontati e definiti telefonicamente.
Le due vertenze (INPS e FIP) hanno presupposti, probabilità di successo e tempi di decadenza diversi per cui lo Studio Iacoviello propone di affrontare per prima quella dell’INPS, il cui esito dipende essenzialmente da un nuovo esame da parte della Corte Costituzionale, se la domanda giudiziale verrà ritenuta dai Tribunali non manifestamente infondata.   
Le decisioni della Corte, che abrogano o modificano parzialmente una legge, come è noto, sono valide per tutti gli aventi diritto, però nei termini della prescrizione quinquennale dalla data di spedizione della lettera; tuttavia i termini per l’INPS sono più brevi perché il diritto di agire in via giudiziaria decade trascorsi tre anni dal rigetto della domanda da parte dell’Ente.
In base alle leggi, l’INPS dovrebbe rispondere entro 120 giorni e consentire il ricorso alla Commissione Provinciale nei successivi 90 giorni, ma a causa dell’eccessivo numero delle domande pervenute per il momento non riscontrerà le lettere, salvo qualche eccezione locale per le domande ricevute on line tramite patronati.
La domanda può essere presentata a mezzo raccomandata RR (come già fatto da molti soci), tramite patronati o direttamente on line da parte di chi è in possesso del codice PIN dispositivo o che approfitterà di questa occasione per richiederlo.
E’ pertanto raccomandabile dotarsi, come più volte suggerito, dei codici di accesso al sito dell’INPS, utile non solo in questa occasione, ma per prendere visione delle proprie comunicazioni e mensilità pensionistiche; fra l’altro l’eventuale ricorso alla Commissione Provinciale, che consente di allungare ulteriormente i termini di decadenza del diritto alle prestazioni, può essere inoltrato soltanto in linea con l’assistenza di As.Pe. per i soci che volessero approfittarne.
In ogni caso è necessario conservare tutta la documentazione e prendere buona nota della data dell’eventuale rigetto espresso della domanda, da cui decorrono i tre anni di decadenza, altrimenti vigono, come per il FIP, i cinque anni di prescrizione breve.       
Inoltre, chi volesse contestare subito in via giudiziale quanto sopra all’INPS, lo Studio dell’Avv. Iacoviello, nostro legale di fiducia, ha già predisposto un’analitica informativa in merito, indicando sul suo sito www.iacoviello.it modalità, costi, procedure, ecc., a cui si rinvia, ricordando che lo Studio legale è ubicato in Torino, via Vassalli Eandi n. 28 - Tel.011 4341372, fax 011 4474148.
Lo stesso vale per la contestazione immediata in via giudiziale nei confronti di Carige, anche se l’Avv. Michele Iacoviello, che sta ancora studiando come muoversi con successiva causa separata, in sintonia con altre Associazioni pensionati.
As.Pe., in questa fase, ritiene necessario interrompere i termini di prescrizione sia nei confronti dell’INPS sia di Carige e poi valutare in un secondo tempo l’attivazione o il concorso in contenziosi giudiziari pilota, specie alla luce delle prime decisioni della magistratura insufficienti a stabilire un indirizzo univoco orientato alla questione di legittimità costituzionale, l’unica a nostro avviso risolutiva, quantomeno contro l’INPS, per effetto di una nuova decisione della Corte, unica istituzione deputata per ripristinare la ferita al diritto inferta dal provvedimento governativo in questione.
Purtroppo, anche nella migliore delle ipotesi, a causa delle disastrate finanze pubbliche, i tempi lunghi e qualche altro sotterfugio legislativo potranno comportare altri rischi aggiuntivi al momento non prevedibili, mentre è sicuramente più motivata e percorribile la vertenza nei confronti del FIP il cui blocco non trova alcuna giustificazione d interesse pubblico o di bilancio.


giovedì 1 ottobre 2015

COMUNICATO N. 46 - Possibili modifiche delle prestazioni pensionistiche erogate dal FIP CARIGE

La nostra Associazione ha appreso che Banca Carige e le Organizzazioni sindacali aziendali hanno affrontato in modo incomprensibilmente riservato, il problema della erogazione di una somma una tantum (capitale, altrimenti detto zainetto) in alternativa alla periodica pensione integrativa (rendita certa) ora mensilmente percepita e normativamente garantita nel tempo.
Questa ipotesi, oltre a snaturare il fondo, non è minimamente prevista dalle immodificabili normative vigenti in tema di previdenza aziendale, e comporta numerose problematiche di varia natura (fiscale, criteri di scelta, ecc.); ma ciò che più conta è strettamente correlata alle modalità di calcolo con cui potrebbe essere determinata per i singoli la somma una tantum (capitale) da corrispondere in alternativa all’erogazione mensile della pensione integrativa.
Si tenga, infatti, presente che, a seconda dei criteri di calcolo applicati, il capitale (zainetto) da liquidare ai singoli soggetti avrebbe quale risultato valori assai difformi tra loro; cosa questa che assume un aspetto di marcato rilievo.
As.Pe., con l’ausilio dell’avv. Iacoviello, ha già notificato a Carige a tutte le OO.SS. interessate due distinti e motivati atti di diffida, affinché in qualsivoglia circostanza non vengano lesi i diritti previdenziali dei nostri Soci, ed in particolare non vengano assunte iniziative operative in merito escludendo preventive verifiche da parte nostra sulla relativa legittimità, specie se volte a liquidare con calcoli non verificati, i diritti vigenti, in alternativa alla corresponsione delle intangibili pensioni integrative.
La totale riservatezza osservata dalle parti (Banca e OO.SS.) nel corso del corrente anno nell’affrontare l’argomento, non può che essere elemento di ulteriore preoccupazione: infatti, il non poter interloquire sulla vicenda prima della (prevedibile) definizione del tutto, può solo comportare la successiva attivazione di contenziosi giudiziari nel caso di violazione di diritti in capo ai diritti dei nostri Soci.
E’ poi noto che altre aziende di credito hanno già cercato in passato di chiudere, o ridimensionare, laddove esistenti, fondi pensionistici integrativi similari al nostro, sia pure normativamente meno immodificabili, al chiaro e dichiarato fine di ridurre i costi aziendali.
Nel fare ciò hanno generalmente messo a disposizione del personale e dei pensionati delle somme una tantum (capitale), apparentemente allettanti sul piano dell’immediata percezione, ma risultate poi non favorevoli in termini di convenienza, in quanto la riduzione dei costi aziendali non può essere realizzata che con una consistente riduzione dei benefici economici per i singoli.
As.Pe. seguirà pertanto l’evolversi di questa delicatissima situazione, tenendo informati i nostri Soci, anche al fine di attivare le tutele più opportune in caso di inosservanze normativo/comportamentali.

giovedì 3 settembre 2015

COMUNICATO N. 45 – Nuovo orario apertura sede sociale

A far tempo da mercoledì 2 settembre, concluso il periodo di chiusura per le ferie estive, è ripreso il regolare funzionamento della sede sociale.
Nell’intento di agevolare l’accesso dei soci è stata apportata, in via sperimentale, una variazione all’orario del giovedì che passa da pomeridiano ad antimeridiano (ore 9:00-12:00 anziché 15:00-18:00).

giovedì 28 maggio 2015

COMUNICATO N. 44 – nomina referenti decentrati As.Pe.

Il Consiglio Direttivo, accertata la disponibilità degli interessati, ha cooptato i Soci Domenico Bagnato, Giuliano Fenocchio e Gian Luigi Ranise quali incaricati per l’assistenza ai Soci residenti nelle aree territoriali di seguito indicate:

Riviera di Levante : DOMENICO BAGNATO

salita Pellegrino, 15/1 - 16035 Rapallo (392 998 4305) e- mail: bagnato43@gmail.com



Zona Savona: GIULIANO FENOCCHIO

via Rossi, 30/2 - 17024 Finale Ligure (339 273 6419) e- mail: giuliano.fenocchio@gmail.com



Zona Imperia-Sanremo: GIAN LUIGI RANISE

via de Amicis 107- 18038 Sanremo (338 842 4032) e- mail: gianranise@hotmail.it

Ferma restando la possibilità di accesso diretto alla segreteria i Soci residenti nelle aree decentrate possono pertanto avvalersi dell’ausilio dei referenti locali che Il Consiglio ringrazia sentitamente per l’apprezzata ed encomiabile disponibilità.

venerdì 22 maggio 2015

COMUNICATO N. 43 – Decreto legge 21 maggio 2015 n.65, recante disposizioni urgenti in materia di pensioni, di ammortizzatori sociali e di garanzie TFR.

Il governo con il D.L. n.65/2015, pubblicato il 21 c.m., ha limitato pesantemente la portata pratica della sentenza della Corte Costituzionale n.70 del 2015, di cui al precedente nostro comunicato n. 41.
Un esame compiuto di tale decreto verrà effettuato con il supporto del nostro consulente giuridico avv. Michele Iacoviello, considerato che deve essere ancora convertito in legge dal Parlamento.
In sintesi, il nuovo decreto comporta la corresponsione dilazionata di arretrati, per gli anni 2012 e 2013, nella misura graduata tra il 10% ed il 40% del dovuto, ma solo per chi ha un trattamento pensionistico complessivo non superiore a 6 volte il minimo mensile Inps (ossia non superiore a circa 2.886 euro lordi). Inoltre, solo i beneficiari di arretrati riceveranno successivamente, per gli anni 2014 e 2015, il 20% di quanto percepito a titolo di arretrati.
Allo stato è già possibile rilevare che la decisione della Corte Costituzionale è stata molto ridimensionata per i pensionati con un reddito previdenziale compreso tra 3 e 6 volte il c.d. minimo Inps, mentre è stata nei fatti cancellata per i pensionati con trattamenti previdenziali superiori, ossia per la quasi totalità dei nostri soci.
Coloro che hanno già provveduto a trasmettere all’INPS e/o a Carige lettere di interruzione dei termini per la ripetizione di quanto illegittimamente non corrisposto a titolo di perequazione per gli anni 2012e 2013 (vedi nostra Comunicazione n.41), conservino copia di tale documentazione, mentre chi ancora non vi ha dato corso è opportuno che soprassieda a tale invio alla luce del sopravvenuto recentissimo D.L. n.65/2015.

COMUNICATO N.42 – Diffida alla Banca e alle OO.SS. di stipulare accordi modificativi dell’attuale assetto del Fondo integrativo aziendale, in quanto lesivi dei diritti individuali degli iscritti ed in particolare dei nostri soci pensionati.

In relazione alle notizie di ipotizzate trattative volte a modificare l’attuale Regolamento del FIP allo scopo di liquidarlo totalmente o parzialmente, mediante la corresponsione del capitale attuariale autonomamente accantonato dalla Banca (c.d. zainetti), sia pure a richiesta degli iscritti interessati, svuotandone pertanto l’originaria natura solidaristica e previdenziale, o addirittura trasferire il Fondo residuo ad un ente gestore esterno, la nostra Associazione e gli undici Consiglieri a titolo personale, nella loro qualità di iscritti al Fondo, hanno diffidato l’Azienda e le OO.SS. dal
  • negoziare sul FIP in difetto assoluto di rappresentanza (generale e speciale);
  • ingerirsi indebitamente nel contenuto del contratto individuale di lavoro fra la Banca e gli iscritti;
  • stipulare accordi finalizzati a depauperare le riserve matematiche del FIP tramite zainetti, attesi sia l’unitarietà e l’immodificabilità rispetto ai singoli iscritti di quanto previsto dal Regolamento 23/1/1992, a garanzia delle prestazioni pensionistiche collettive, sia i principi solidaristici (collettivi e non individuali) sottostanti e la pacifica circostanza che la riserva matematica accantonata non è la sommatoria di posizioni individuali, essendo invece la risultanza di una valutazione unilaterale complessiva degli impegni derivanti dal Regolamento 23/1/1992, come sempre dichiarato dalla Banca nei bilanci annuali;
  • trasferire coattivamente le posizioni previdenziali degli iscritti ad altro ente, in maniera del tutto illegittima, come già recentemente ritenuto dalla Corte d’Appello di Firenze in fattispecie potenzialmente similare.
  • effettuare unilateralmente quantificazioni di zainetti individuali, in particolare per il personale in quiescenza.
Quanto sopra in forza delle delibere unanimi dell’Assemblea dei Soci del 25/3/2015 e del Consiglio Direttivo del 30/4/2015.

lunedì 4 maggio 2015

COMUNICATO N. 41 - Dichiarazione di incostituzionalità del blocco della perequazione 2012-13

La Corte Costituzionale con sentenza n°70 del 30/4/2015 ha dichiarato incostituzionale l’art. 24 c. 25 della legge 477/2011, che aveva bloccato la perequazione degli anni 2012 e 2013 sui trattamenti pensionistici complessivi superiori a € 1.405 mensili lordi.  Gli aumenti spettano dal 2012 sia sulla pensione Inps che su quella integrativa e gli arretrati si cumulano annualmente per effetto del c. d. trascinamento delle quote degli anni precedenti a quelli successivi. La perequazione, pari al 2,70% nel 2012 e al 3% nel 2013, dovrà essere erogata secondo quanto previsto dalla legge 503/92 per fasce d’importo, in misura del 100% sino a 2 volte il minimo, 90% sino a 3 volte e al 75% per gli importi eccedenti. In teoria il pagamento dovrebbe essere spontaneo, sia da parte dell’INPS che dei Fondi Integrativi. Di fatto l'INPS non pagherà se il Governo non stanzierà le somme necessarie o varerà un provvedimento compensativo. I Fondi integrativi sono obbligati a pagare subito, ma naturalmente faranno resistenza (Carige deve ancora restituire il contributo di perequazione prelevato nel 2011 sulle pensioni elevate). Conseguentemente, il nostro legale di fiducia avv. Michele Iacoviello, suggerisce di interrompere la prescrizione compilando e spedendo per RR le lettere che sono state inviate ai nostri soci via e-mail. Le bozza delle lettere di interruzione dei termini sono a disposizione dei soci anche su supporto cartaceo presso la nostra sede. Chi è prossimo al collocamento a riposo agevolato, prima di firmare la transazione, è opportuno che si informi circa il ricalcolo del bonus offerto dalla Banca a transazione del minimo FIP, il cui valore attuale aumenta sensibilmente per effetto del ricalcolo della perequazione, a prescindere dalla rivalutazione ex indici ISTAT che, sebbene prevista contrattualmente, non è stata più applicata dal 1998. Per ragioni economico-organizzative non è previsto l’invio delle bozze delle lettere per posta ordinaria né il precalcolo individuale delle somme da ricevere.

domenica 19 aprile 2015

COMUNICATO N. 40 - Verbale Assemblea 2015

AS.PE. CARIGE
Associazione Pensionati del Fondo Integrativo Aziendale Banca Carige

VERBALE DI ASSEMBLEA

L’anno 2015, il giorno 25 del mese di marzo alle ore 15,00 – in Genova, Aula Magna del Liceo Scientifico Statale CASSINI, Via Galata 34 cancello – a seguito di convocazione per la stessa ora del giorno 24 presso la sede sociale, effettuata con lettera del 4/3/2015, intervengono per partecipare in seconda convocazione, essendo andata deserta la prima, i soci di cui all’elenco allegato che costituisce parte integrante del presente verbale.

A norma di statuto conduce la riunione il Presidente, Giovanni Lo Vetere. Su sua proposta, l’Assemblea nomina segretario della riunione, il Vice Presidente Vicario, Giorgio Guglielmi, che accetta e ringrazia.

Il Segretario comunica sono presenti 114 soci in proprio e altri 83 soci rappresentati per delega, in totale 197 voti; il Presidente dichiara pertanto l’assemblea validamente costituita e atta a deliberare sugli argomenti di cui al seguente ordine del giorno:

  1. Relazione annuale del Presidente.
  2. Approvazione del Bilancio dell’esercizio 2014.
  3. Relazione del Collegio dei Revisori dei conti.
  4. Causa legale sul Minimo garantito dal FIP.
  5. Partecipazione all’Assemblea annuale di Banca Carige.
  6. Varie ed eventuali.


Relazione annuale del Presidente

Il Presidente rivolge un saluto di benvenuto a tutti i partecipanti e, prima di iniziare l’esposizione, presenta l’avvocato Michele Iacoviello, legale di fiducia con studio a Torino, e gli cede la parola affinché possa riferire brevemente anche sull’esito della riunione del mattino per quanto attiene all’azione legale di gruppo, anticipando con ciò parte degli argomenti di cui al punto d) dell’ordine del giorno.
L’avvocato Iacovello ringrazia il Presidente, saluta i convenuti e ricorda d’aver rilasciato un convinto parere pro-veritate sul minimo garantito e di aver raccolto in mattinata oltre 120 procure, alle quali si aggiungeranno quelle dei ricorrenti che nel frattempo hanno dato la loro adesione; spiega i presupposti della causa, resa necessaria dal rifiuto dell’azienda di confrontarsi con As.Pe., fondata sull’indebito blocco della rivalutazione monetaria prevista dall’Accordo sindacale del 12/2/1997 a seguito dell’entrata in vigore di una legge che vieta la parametrazione e rivalutazione delle pensioni a prestazioni definite alle retribuzioni del personale in servizio, che non riguarda il caso di specie e che altre Banche, nell’identica situazione, non hanno bloccato.
Molte sono le materie relative ai Fondi complementari oggetto di un contenzioso ventennale, fra cui il problema dei c.d. zainetti, ovvero la liquidazione in forma di capitale della rendita periodica, che si risolve di solito a tutto favore delle banche in quanto sono sistematicamente ignorate le quote dei coniugi superstiti (diritto di reversibilità), che secondo un recente articolo de Il Sole 24 Ore, valgono circa il 25% dell’importo liquidato.
Premesso che ogni pensionato è libero di fare le proprie scelte ricorda che devono essere sempre attentamente valutati due aspetti fondamentali: da un lato le modalità e i criteri di calcolo adottati nella determinazione degli importi e, dall’altro, il fatto che non esiste alcun obbligo di accettazione dello “zainetto”, neppure di fronte ad un accordo sindacale.
Conclude affermando che negli ultimi anni, ancor più che per il passato, si notano parametri di calcolo ingiustificati, che generano contenzioso; l’attuario utilizzato si basa su dati sempre opinabili che incidono profondamente sull’ammontare dello zainetto; la banca e i sindacati tendono a privilegiare gli iscritti attivi a tutto detrimento dei passivi (si veda, ad esempio, il caso degli esodati).
Ricorda, infine, che la Corte di Cassazione ha deliberato contro le banche in merito al diritto di scala mobile negli anni 1998-2000 e al ricalcolo del TFR per i dimissionari degli ultimi 5 anni, nonché su alcuni aspetti in un contesto di “vacanza contrattuale” (vale a dire in fase di attesa di rinnovo del contratto collettivo scaduto) con inclusione dello straordinario, delle ferie non godute e del ricalcolo dalla data di assunzione.

Seguono gli interventi di alcuni associati:

Un socio, premesso che il Fondo ha una sua unitarietà solidaristica, chiede se esistono formule tecniche di tipo legale per anticipare e fermare l’ipotizzata iniziativa aziendale intesa a “zainettare” le posizioni individuali degli attivi, ovvero dei passivi al fine di evitare di trovarsi di fronte a fatti compiuti e/o accordi già definiti.

Un altro socio aggiunge alcune altre motivazioni che possono indurci a promuovere l’iniziativa di un solo accordo con le OO.SS., quali lo squilibrio della rappresentanza degli iscritti a vantaggio degli attivi, l’opinabilità dei calcoli attuariali e l’unitarietà del regolamento immodificabile senza il consenso dei singoli iscritti.

L’Avv. Michele Iacoviello, premesso che il FIP Carige rientra tra i destinatari dell’art.2117 CC (e pertanto sottratto ad iniziative unilaterali), precisa che nessuno può obbligare i singoli, attivi o passivi, ad accettare uno zainetto al posto delle attuali prestazioni pensionistiche.
La particolare formulazione del regolamento e la sua dichiarata formula solidaristica, rendono possibile la diffida nei confronti della Banca a modificare le norme contrattuali senza l’adesione dei singoli iscritti e verso le OO.SS. a non rappresentare i pensionati in un’eventuale accordo aziendale.
In ogni caso non và trascurata la problematica fiscale connessa all’eventuale zainettizzazione che presenta elementi di incertezza circa l’impatto sull’importo netto teoricamente spettante al singolo individuo
Fra l’altro la materia è oggetto di interventi legislativi nell’ambito della normativa sulla concorrenza; quando sarà definita si potrà avere una più chiara visione del fattibile.
Considerato lo scenario contrattuale e normativo in cui la problematica va inserita si dichiara disponibile a predisporre e poi inviare una diffida in tal senso.

Un terzo socio interviene per riepilogare gli aspetti di rilievo sulle problematiche in essere, per esprimere la propria preoccupazione in relazione alle possibili evoluzioni e per formulare le raccomandazioni come dal testo di seguito riportato:

“Sono in vista, probabilmente a breve, trattative Azienda-Sindacati riguardanti le prestazioni del nostro Fondo denominato Fip, quanto meno formalmente per il personale in servizio.
Ma il nostro Fondo, com’è noto, è un unico “calderone”, patrimonio destinato esclusivamente –lo sottolineo - a pagare le prestazioni integrative, oggi a tutti i titolari o le titolari di pensione integrativa, ivi inclusa quella di reversibilità, e in futuro a tutto il personale attualmente in servizio che sia stato assunto in Carige prima del 1992. Quindi un accordo in materia ha comunque riflesso sul personale in quiescenza, se non altro per quanto riguarda la consistenza e la congruità della riserva matematica.
Non e’ legittimo che le OO.SS. da sole possano rappresentare tutti gli iscritti al Fip: infatti, per quanto riguarda i pensionati, esse non hanno titolo a rappresentarli, in primis per giurisprudenza consolidata, inoltre perché alcune delle Federazioni sindacali di categoria dei bancari non prevedono neppure per statuto aderenti al personale in quiescenza.
I singoli pensionati iscritti ad AS.PE., in quanto titolari di un contratto individuale derivante da uno scambio di lettere con la Banca, sono invece pienamente rappresentati dall’Associazione alla quale appartengono.
Perché, vista la trattativa probabile e il parere dello stesso avvocato, non ci attiviamo – intendo come Associazione – per intimare alla Banca, eventualmente per il tramite legale, di non dar corso a incontri aventi oggetto il Fip e la sua applicazione ai quali non partecipi una rappresentanza delegata a farlo dal personale in quiescenza, titolare dei diritti contrattuali di cui sopra?
Infatti, ribadisco, i pensionati e le pensionate sarebbero comunque oggetto degli effetti di eventuali norme innovative, anche se apparentemente esse riguardassero solo il personale in servizio.
La banca è tenuta comunque a garantire col suo patrimonio gli obblighi che il Regolamento comporta a favore degli aventi diritto al Fip. A tale scopo accantona a bilancio un fondo, che è esclusivamente destinato alle prestazioni integrative, oggi erogate al personale in pensione e domani da erogarsi a quegli aventi diritto che attualmente sono ancora in servizio.
Orbene, un eventuale riscatto/liquidazione delle quote individuali, peraltro non previste dal Regolamento del Fip, ove si dimostrasse compatibile con le norme di legge, non deve avvenire - anche se riguardasse solo il personale in servizio - senza garantire un effettivo controllo dei criteri e delle modalità di calcolo da parte di chi rappresenta legittimamente i pensionati.
Infatti nel fondo la riserva matematica è unica e, se ne porta via una buona parte, la garanzia del capitale di copertura risulta comunque ridotta. Anche se si è in presenza dell’obbligo aziendale di integrarla, come previsto dal Regolamento, non è affatto irrilevante se l’accantonamento si riduce.
Purtroppo risulta che le banche che hanno liquidato i loro fondi pensionistici con i cosiddetti “zainetti” hanno seguito criteri attuariali penalizzanti per il calcolo degli stessi, senza contare gli svantaggi di natura fiscale conseguenti alla liquidazione nonché il danno per chi vive più a lungo della media.
Occorre in ogni modo cercare di far valere i suddetti concetti. se non riesce a farlo la nostra associazione, non illudiamoci che ci pensi qualcun altro!”. (il Presidente ringrazia, osserva che molti degli argomenti sollevati sono già oggetto dell’azione dell’associazione e dispone la verbalizzazione del documento).

Alle ore 16:30, a conclusione di un ulteriore breve dibattito, l’Avvocato Iacovello ringrazia nuovamente tutti i convenuti per l’accoglienza ricevuta, saluta il Presidente e abbandona la riunione.

Il Presidente procede quindi alla lettura della relazione annuale:

Gentili Socie, cari Soci,
la nostra associazione, nel primo anno completo di attività, ha continuato a crescere con sorprendente rapidità e ha dimostrato di poter colmare un vuoto di rappresentatività dei pensionati del Fondo Carige, la sentita esigenza di non sentirsi isolati e di conoscere meglio i diritti individuali e collettivi del contratto pensionistico aziendale e, all’occorrenza, difenderli con la forza dei numeri e dell’indipendenza di giudizio.

Pur crescendo continuiamo ad essere inascoltati dalla Banca, o meglio da chi la rappresenta, con malcelata ostentazione, ma le nostre prese di posizione e le obbligate risposte individuali, per quanto stereotipate, aprono un capitolo nuovo nei rapporti con i pensionati, di cui l’azienda dovrà tener conto in occasione delle prossime mosse in materia di Regolamento FIP.
Al 31/12/2014 i soci erano 462 (+71.4%), oggi siamo 515 in continua crescita, solo per effetto del passaparola e dei contatti realizzati grazie ai pochi indirizzi disponibili.
Purtroppo, nel numero non compaiono più i colleghi che ci hanno lasciati dall’ultima assemblea: Alfredo Guarnieri , Luigi Zappini, Emilio Molinari, Carlo Agostini, Francesco Fusaro e Giuseppe Bertucci che molti di noi conoscevano da una vita. Rivolgiamo a loro un caro ricordo e un grato pensiero anche per aver condiviso sin dall’inizio la nostra esperienza.

Al di là dei numeri, peraltro essenziali nel determinare il successo della nostra iniziativa e per disporre delle risorse necessarie per le attività più impegnative da intraprendere, è confortante notare che si sta ricreando fra i soci quel clima di colleganza e di rinnovata amicizia che rischiava di svanire a causa della dispersione territoriale e della perdita di prestigio della Banca, alla quale un tempo si continuava a rimanere affettivamente legati anche dopo il collocamento a riposo.

Non è questa la sede per analizzare la storia e il contesto che hanno determinato la crisi (ognuno di noi se n’è certamente fatto un quadro personale che, per quanto mi riguarda, è desolante, ma non esente dalla generale decadenza dei valori pubblici ed etici della nostra società civile).
La nuova gestione cerca di porvi riparo con i classici metodi applicati a tutte le ristrutturazioni aziendali, probabilmente gli unici in grado di dare risultati immediati, ma non basta tagliare, bisogna anche ricucire con equità, credibilità e trasparenza.

Invece, la nuova Amministrazione, almeno nei rapporti che ci riguardano più da vicino, sembra seguire le orme della precedente, ripetendo in tutte le occasioni il ritornello di applicare da sempre correttamente le norme contrattuali e di legge (“un atteggiamento pienamente rispettoso delle disposizioni normative che regolano la materia, in continuità con i comportamenti fin qui costantemente osservati” - cit. lett. 17/4/14 Presidente Carige).

L’Azienda rifiuta il dialogo e ignora l’esistenza dell’Associazione per non riconoscere la rappresentanza dei pensionati e non attuare l’Organismo partecipativo nelle forme previste dal Regolamento FIP, anche nel tentativo di depotenziare le richieste economiche dei singoli confidando nei tempi lunghi della giustizia e nelle rinunce volontarie o a causa della prescrizione legale.
Non so se serve a consolarci, ma la situazione è analoga a quella delle altre 40 AsPe bancarie federate in FAP Credito. Dal 2014 ci siamo associati alla Federazione nazionale, con cui collaboriamo e ricorriamo per informazioni e consulenza legale, tramite l’Avv. al quale abbiamo affidato, a fronte di compensi che definirei amichevoli, il parere pro-veritate sul minimo FIP e la revisione dell’esposto alla Co.Vi.P.

La cronologia dell’intensa attività di As.Pe. nel corso dell’esercizio, in gran parte è registrata nel nostro sito Internet, gestito da Gianfranco Uber, con oltre 30 comunicati a carattere informativo e propositivo. In particolare ricordo la campagna, tutt’altro che esaurita, per l’attuazione dell’art. 6 del Regolamento con elezione di un Organismo rappresentativo degli iscritti al FIP, dove il personale in quiescenza costituisce la maggioranza; l’Azienda ha eretto un muro a tutte le nostre richieste, trincerandosi dietro un accordo sindacale approntato al solo scopo di eludere il problema.

Lo stesso atteggiamento di chiusura lo abbiamo constatato in occasione delle richieste, notificate da circa 200 nostri soci, di ricalcolare la pensiona minima garantita dal FIP con la rivalutazione annuale ISTAT prevista dall’accordo sindacale del 12/2/1997, bloccate senza contradditorio a seguito dell’entrata in vigore della legge della perequazione automatica annuale sul cumulo delle pensioni, mentre secondo autorevoli pareri legali l’istituto del minimo fa parte dei parametri contrattuali retributivi su cui si calcola la prima pensione integrativa a prestazioni definite.

Anche ad altri soci che hanno chiesto il riconoscimento della quota di perequazione 1998-1999-2000, a suo tempo non corrisposta dal Fondo ed erogata in forza di sentenza ai pensionati che hanno intentato due cause su quella materia, la risposta è stata strumentalmente negativa.

Per questi e altri motivi, quali l’evidenza contabile a bilancio dei beni in cui è investito il Fondo, nonché il privilegio previsto dall’art. 2117 del CC, pur in presenza della garanzia della Banca a mantenere capiente la riserva matematica, in data 5/11/2014 è stato presentato un documentato esposto alla Co.Vi.P., un passo dovuto più che altro per individuare le materie che l’Organo di Vigilanza ritiene di propria competenza e quelle che tacitamente o motivatamente rinviano ad altri giudici.

Per il parere sul minimo FIP e per la revisione dell’esposto-reclamo alla Co.Vi.P. ci siamo rivolti allo Studio dell’Avvocato Michele di Torino, legale di fiducia della Federazione delle As.Pe. FAP Credito, cui siamo associati dal 1/1/2014, specializzato nella complessa materia delle norme di legge sui Fondi pensione e nelle vertenze pensionistiche istituzionali e individuali, anche in qualità di cassazionista, apprezzandone l’esperienza e la storia della sua attività in favore della categoria, non disgiunta dalla disponibilità a prestabilire una ragionevole misura dei suoi compensi fissi e variabili per la difesa in giudizio dei nostri soci.

As.Pe. ha esaminato i rendiconti periodici della Banca Carige e ha partecipato a tutte le assemblee societarie nella sua qualità di piccolissimo azionista in proprio e per delega, affiancata da un certo numero di soci in proprio, facendo mettere a verbale interventi di valore simbolico, peraltro utili a definire la posizione critica della nostra Associazione nei confronti della passata gestione per la culpa in vigilando e della nuova per gli atti aventi riflessi economici e giuridici sulla gestione del Fondo.

L’approvazione del piano di ristrutturazione, con un aumento di capitale deliberato un anno prima sulla base di una situazione ancora in via di deterioramento, che si è rivelato subito insufficiente ed ha provocato ulteriori forti perdite sulla quotazione del titolo, oggi in relativa ripresa dopo l’intervento di un socio forte e l’attesa della formazione di una compagine stabile di controllo, che in ogni caso segna la fine di un’ istituzione bancaria secolare, tradizionalmente legata al territorio di elezione.

Lo scorso anno abbiamo stipulato una convenzione con UPBN-Cattolica per la polizza sanitaria, complessivamente molto equilibrata rispetto ai premi e alle coperture, liberamente sottoscrivibile e operante sino all’86° anno di età, sia per venire incontro alle esigenze di coloro che ritenevano troppo cara la Caspie o che non ne avrebbero più potuto fruire per motivi di età. La Banca ha addirittura abolito, per i pensionati, la possibilità di sottoscrivere la versione TOP, comunicando il recesso a polizza scaduta, senza darne un preavviso utile per la ricerca di una nuova copertura assicurativa. Tale comportamento è assai censurabile atteso che Carige ne era al corrente sin dal maggio 2014! La nostra convenzione ha risolto il problema di molti colleghi (circa 100), i quali peraltro si sono dovuti addossare 4 mesi di carenza contrattuale; anche in questa occasione la Banca ha dimostrato scarsa attenzione nei confronti dei propri pensionati, che pur pagavano l’intero premio assicurativo, senza nemmeno preoccuparsi del rispetto formale dei rapporti di una civile comunicazione.

Non tutta la nostra attività è rivolta alle problematiche del Fondo; nei limiti del possibile cerchiamo di dare ai soci notizie utili e tempestive in merito a novità previdenziali, assicurative e fiscali con comunicati pubblicati sul nostro sito Internet o mediante consulenza individuale presso la nostra sede.
Molte di queste innovazioni richiedono il passaggio dalle attività manuali a quelle on line, anche per semplici fini informativi; molti soci lo considerano un ostacolo insormontabile, anche disponendo degli strumenti informatici e dei collegamenti Internet necessari, eppure i vantaggi pratici in prospettiva allargati a qualsiasi esigenza personale meriterebbero lo sforzo dell’esercizio tecnico culturale iniziale.
La rivoluzione delle comunicazioni interpersonali e aziendali provocata dalla posta elettronica ne è un esempio, che tra l’altro ci consente di gestire l’Associazione con costi limitatissimi e tempestività d’informazione, nonostante la non totale diffusione e qualche vuoto nelle risposte.

Nel corso dell’esercizio, gli undici Consiglieri, fra cui Riccardo Puccio che ha sostituito Franco Bisso, dimissionario per motivi famigliari ma che all’occorrenza continua a dare una mano, hanno svolto un’intensa attività di presidio della sede e di collegamento telefonico con gli iscritti, suddividendosi i compiti amministrativi, sempre più gravosi per la complessità delle materie trattate e per numero di soci. Devo ringraziare, in particolare, il Vice Presidente Giorgio Guglielmi per l’assidua presenza in sede e la proficua attività organizzativa, il Consigliere Carlo Arzani per l’indispensabile know how giuridico e contrattuale in materia pensionistica, il Tesoriere Angelo Di Salvo per la precisione nella tenuta dei conti e l’aiuto nei controlli, il Segretario Matteo Lantero per il tempo speso nei contatti con i soci di persona e tramite il cellulare di servizio anche nei giorni di chiusura della sede, di Giuseppe Mongiardino per la tenuta dei rapporti con gli Enti gestori della polizza sanitaria, di Riccardo Puccio per la revisione dei conteggi delle vertenze in corso, senza dimenticare l’opera svolta da Anna Cardinale, Benedetto Frixione, Nando Calabrese e Stefano Ferrari nell’evasione di molti adempimenti di sede e nelle campagne di acquisizione di nuovi soci.
L’attività di volontariato, offerta dai singoli responsabili senza alcun rimborso spese, e l’adattamento alla collocazione logistica attuale in coabitazione, ottimale dal punto di vista economico, molto meno sotto il profilo funzionale, hanno permesso di contenere i costi di gestione e di accumulare avanzi di gestione per le future esigenze istituzionali. Se finora siamo riusciti a sopperire a tutte le esigenze, non vuol dire che non si presentino in prospettiva dei problemi che responsabilmente devono essere qui ricordati.
Tutto ormai dipende, anche nel nostro piccolo mondo, dall’uso del PC, per cui, se si desidera che la nostra Associazione si sviluppi ed abbia un futuro, è necessaria la generosa collaborazione di soci esperti o perlomeno giovani di spirito con la voglia di aggiornarsi, prima in affiancamento e poi in avvicendamento. In un’associazione di pensionati l’età media è giocoforza elevata, ma l’esperienza e l’impegno dei responsabili devono servire da esempio per la formazione di nuovi incaricati, senza altra contropartita se non quella di sentirsi utili per sé e per gli altri.

Lo scopo principale della nostra missione è la valutazione della natura giuridica del Fondo e della sua congruità nei bilanci della Banca per la tutela dei diritti acquisiti dei pensionati, che in altre realtà bancarie, specie in occasione di fusioni e ristrutturazioni sono stati messi fortemente in discussione o modificati in pejus con accordi sindacali. Nel nostro caso, la garanzia contrattuale individuale ci fornisce una tutela in più, ma occorre vigilare per prendere tempestive contromisure nel caso qualcuno pensasse di dimenticarsene come nel caso dell’Organo di rappresentanza degli iscritti.

Per ultimo sembra che anche la nostra Banca sia intenzionata a liquidare il Fondo per il personale in servizio, mediante la corresponsione del capitale attuariale maturato da ciascun iscritto al netto delle tasse (i c.d. zainetti) su base volontaria, che in un secondo tempo potrebbe essere estesa ai pensionati. L’operazione avrà facilmente il placet sindacale e probabilmente le inerenti autorizzazioni attuative, ma bisogna vedere come e con quali parametri verrebbe calcolato il capitale attuariale, perché è sopratuttto sotto questo profilo che l’eventuale proposta può essere accettata a livello individuale e quindi considerata adeguata sui grandi numeri a livello collettivo.
Non a caso Azienda e Sindacati hanno concordemente bypassato il Regolamento del FIP per escludere l’elezione da parte dei pensionati dell’Organismo dei rappresentanti, che a sensi di contratto dovrebbe essere ascoltato in tutti i casi di importanti innovazioni delle norme in esso contenute; vedremo se e come si svilupperanno le proposte, pronti ad intervenire tempestivamente qualora occorra.

Se c’è ancora qualcuno fra i non iscritti ad avere dubbi sull’utilità della nostra Associazione potrebbe ricredersi, se non altro per il fine solidaristico e il piacere di continuare a stare insieme, fruendo della possibilità di districarsi in tempo reale nel ginepraio delle norme pensionistiche, di conoscere meglio i propri diritti e di fruire di favorevoli condizioni assicurative sanitarie, a fronte di una quota associativa modesta ed equamente parametrata per categorie.

Affinché rimanga invariata convincete altri colleghi ad associarsi e aiutateci a ridurre le spese di gestione rispondendo alle nostre mail o, in mancanza, agli sms, visitando con regolarità i comunicati sul sito Internet e conferendo delega Sepa per il pagamento continuativo della quota sociale … e veniteci a trovare in sede, nell’abbaino di vico Falamonica con terrazzo incastonato nei tetti del Centro storico con vista del palazzo Banca Carige.

La relazione viene approvata per acclamazione, compresa la delega al Presidente di valutare in Consiglio Direttivo la questione della diffida in merito ad eventuali accordi di liquidazione del Fondo senza la partecipazione e il consenso dei pensionati iscritti, cui fanno seguito gli intervernti di alcuni associati:

Un socio chiede se per almeno un giorno alla settimana potrebbe essere possibile estendere al mattino l’orario di apertura della sede sociale (il Presidente assicura che saranno fatti sondaggi ed eventuali trattative con l’associazione che conduce i locali).

Un altro socio chiede se non potrebbe essere meglio che la diffida fosse presentata direttamente da ogni singolo associato (il Presidente, anche per ribadire la rappresentatività di As.Pe., esclude che l’attività dei singoli possa risultare più efficace di un’azione collegiale).

Un socio chiede se le iniziative sul fondo, portate avanti con il supoporto di As.Pe. possano comportare una qualche forma di ritorsione nei confronti dei pensionati, come, tra l’altro, sembra sia stato evidenziato da alcuni rappresentanti sindacali (tutt’ora in servizio). Spera che si tratti di iniziative isolate, comunque indegne di chi fa circlare tali voci, ma ricorda il contenuto della lettera dal tono intimidatorio trasmessa lo scorso anno dal Presidente della Banca in occasione della richiesta individuale per l’istituzione dell’Organo di rappresentanza previsto dal Regolamento. (Il Presidente non ritiene possibili iniziative del genere che, se veritiere, sarebbero prima di tutto profondamente squalificanti per chi vi dà corso, essendo la difesa in giudizio un diritto costituzionale di ogni cittadino; non esclude però che un atteggiamento del genere possa essere influenzato da quanto accaduto alla CR di Firenze dove la banca ha dichiaratamente punito i pensionati abolendo il contributo per la polizza sanitaria proprio perché attori di un’azione giudiziaria nei confronti della Banca, subendo però un’immediata condanna dal Tribunale di Firenze).

Un altro socio chiede notizie circa la consistenza e liquidità delle attività in cui è investito il Fondo (il Presidente ricorda che in altri tempi la composizione del Fondo era individuata a bilancio dai beni di destinazione, dei relativi redditi di capitale e delle contribuzioni della banca e dei singoli iscritti; attualmente il Fondo figura solo come un impegno della Banca a garantire la copertura del capitale attuariale delle pensioni integrative e pertanto la liquidità del fondo è garantita dalla solidità prospettica della Banca).

A conclusione della presentazione e prima di passare all’approvazione del bilancio 2014 il Presidente invita il Tesoriere, Angelo Di Salvo, affinchè sottoponga ai convenuti la

Relazione sul Bilancio dell’esercizio 2014

il Tesoriere ricorda che l’esercizio 2014 è il primo riferito ad un anno solare completo, e che pertanto un confronto con il 2013 non è significativo, sia perché l’ attività dell’ anno precedente è stata limitata a poco più di 8 mesi, sia per la diversa tipologia di spese; nel 2013 la maggior parte di spesa era relativa all’ avvio (convocazione assemblee, investimenti in tecnologia, impianti e attrezzature, registrazione atti, ecc.), nel 2014 sono invece prevalse spese per l’attività ordinaria.
Il bilancio si chiude con un avanzo di esercizio di € 2.351,15 che sommato a € 2.641,56 iniziali comporta un avanzo di € 4.992,71, da riportare a nuovo.
Le quote ordinarie dei soci aderenti ammontano ad € 7.385, superando le previsioni formulate ad inizio d’anno (€ 7.000,00); al 31/12/2014 figurano € 3.044,00 già anticipati per quote afferenti l’anno 2015.
Le spese sostenute ammontano a € 5.504,08 e riguardano, per la maggior parte, i costi di sede (€ 1.918,97) dovuti all’utilizzo dei locali, all’acquisto di ulteriore attrezzatura e all’onorario riconosciuto all’ avv. Iacoviello (costi peraltro già previsti ad inizio d’anno).
L’Associazione ha partecipato, su indirizzo a maggioranza del Consiglio Direttivo, all’aumento di capitale deliberato dalla Banca Carige nel corso dell’ anno; il notevole deprezzamento del corso delle azioni ha poi determinato una perdita di € 346,88, ripianata personalmente dal Presidente, con una donazione di €.350,00.
Le altre spese generali risultano assai contenute nonostante l’incremento dell’attività svolta a favore dei singoli aderenti che sempre più numerosi si rivolgono alla nostra associazione.

Relazione del Collegio dei Revisori dei conti

Il socio revisore Armando Botto, procede alla lettura della relazione del Collegio dei Revisori dei Conti dalla quale si evincono la corrispondenza tra le componenti della situazione patrimoniale e i risultati del bilancio consduntivo di esercizio 2014 e il parere favorevole all’approvazione del bilancio consuntivo così come disposto dal Consiglio Direttivo; il bilancio al 31/12/2014 e la relazione dei revisori dei conti costituiscono parte integrante del presente verbale.

Il Presidente invita quindi i convenuti a votare per l’approvazione del Bilancio dell’esercizio 2014 e della relazione del Collegio dei Revisori dei Conti.

L’assemblea approva all’unanimità, nessun voto contrario, astenuti per atto dovuto i soli membri del Consiglio Direttivo.

Causa legale sul minimo garantito dal Fip

Superata la relazione in quanto argomento ampiamente discusso ai punti precedenti, il Presidente sottopone alla ratifica dell’Assemblea le decisioni assunte dal Consiglio Direttivo, che pur non riguardando le scelte e le spese di pertinenza esclusiva dei singoli interessati, necessitano di un fermo sostegno assembleare circa le modalità con cui sono state attuate e per le eventuali spese emergenti d’interesse generale.
L’Assemblea approva all’unanimità.
Partecipazione all’assemblea annuale degli azionisti Banca Carige

Il Presidente precisa innazitutto che si tratta di una questione molto delicata; presso altre banche si sono costituite associazioni dei piccoli azionisti specificamente dedicate a questa materia (con tutti gli oneri formali che ne conseguono) e, nei casi delle popolari, sono state proposte anche delle candidature.
Recentemente la Dircredito ha promosso un’associazione ad hoc, ma le incertezze sulla composizione azionaria della Banca e la diluizione del prossimo aumento di capitale rendono ogni iniziativa scarsamente incisiva.
Appare questa una strada difficilmente percorribile dalla nostra Associazione.
In conclusione propone pertanto di non conferire incarichi all’associazione, ma di partecipare numerosi all’assemblea o di conferire delega ad altri soci in modo da dar maggior valore all’intrervento di As.Pe. in assemblea sui temi che saranno esaminati nel prossimo Consiglio Direttivo previa analisi ddei documenti contabili di Carige, oggi pubblicati.

L’Assemblea prende atto

Varie ed eventuali
Un socio interviene per ringraziare il Presidente a proposito della personale donazione per il ripianamento della perdita sulle azioni Banca Carige intestate ad As.Pe. e propone che ai singoli consiglieri siano riconosciute e rimborsate le spese vive sostenute nell’espletamento degli incarichi sociali, eseguiti anche al proprio domicilio (il Presidente prende atto, ringrazia e conferma che i consiglieri tutti operano col massimo spirito di volontariato e senza alcun compenso e/o rimborso personale, se non nel caso di missioni esterne “comandate” su delibera del Consiglio Direttivo).


Alle ore 18,00 – null’altro essendovi da deliberare – il Presidente dichiara conclusa la riunione.

Il Segretario                                                                          Il Presidente
      (Giorgio Guglielmi)                                                               (Giovanni Lo Vetere)