Si porta a conoscenza che Banca Carige ha presentato ricorso in appello contro la sentenza 365/2017 del Tribunale del Lavoro di Genova, che l’ha condannata per la mancata rivalutazione del trattamento minimo di pensione FIP, indebitamente bloccato dall’1/1/1998.
È una decisione, che con l’assistenza legale dell’Avvocato Iacoviello contrasteremo nelle dovute sedi, nella quale non si può qui non interpretare come il segno di un’ostilità nei confronti dei pensionati e – indirettamente – della loro Associazione; infatti l’iniziativa della banca, seppure in linea di principio legittima, va ben oltre ogni ragionevole motivo di oggettiva tutela degli interessi aziendali (la causa è iscritta a ruolo per un valore residuo irrilevante, riguarda ormai soltanto diciannove pensionati e non presenta più l’effetto di trascinamento di altri aventi diritto, avendo tutti gli ex-dipendenti optato per lo zainetto comprensivo di un importo una tantum, proprio a tacitazione del mancato aggiornamento del minimo garantito).
Eppure, da parte aziendale, si continua a ribadire l’insostenibile tesi che il diritto negato non spettasse quale aumento della pensione, sebbene sia stato poi barattato sotto forma di bonus forfettario una tantum sia in occasione dell’esodo anticipato dei lavoratori sia per promuovere la liquidazione del fondo pensioni, con specifica rinuncia da parte dei pensionati proprio alla rivendicazione della rivalutazione del minimo FIP nell’ambito di una più ampia transazione tombale (il che sostanzialmente poteva avere proprio il significato di indiretto riconoscimento sull’erroneo mancato aggiornamento del minimo garantito).
Non è il segnale di distensione che ci saremmo attesi dalla nuova gestione, né il modo migliore per promuovere l’ennesimo aumento di capitale fra i piccoli risparmiatori, in gran numero gli stessi pensionati della banca.
L’udienza di discussione del ricorso è fissata per il 14 marzo 2018.
Vi terremo informati sugli sviluppi dell’appello
Eppure, da parte aziendale, si continua a ribadire l’insostenibile tesi che il diritto negato non spettasse quale aumento della pensione, sebbene sia stato poi barattato sotto forma di bonus forfettario una tantum sia in occasione dell’esodo anticipato dei lavoratori sia per promuovere la liquidazione del fondo pensioni, con specifica rinuncia da parte dei pensionati proprio alla rivendicazione della rivalutazione del minimo FIP nell’ambito di una più ampia transazione tombale (il che sostanzialmente poteva avere proprio il significato di indiretto riconoscimento sull’erroneo mancato aggiornamento del minimo garantito).
Non è il segnale di distensione che ci saremmo attesi dalla nuova gestione, né il modo migliore per promuovere l’ennesimo aumento di capitale fra i piccoli risparmiatori, in gran numero gli stessi pensionati della banca.
L’udienza di discussione del ricorso è fissata per il 14 marzo 2018.
Vi terremo informati sugli sviluppi dell’appello